Sanihelp.it – Pubblicati, sulla rivista scientifica ACS Nano, i risultati di una ricerca che ha permesso di sviluppare nanostrutture innovative potenzialmente in grado di dare un notevole impulso alla diagnostica e alla terapia farmacologica nell’uomo.
Il cuore delle Ananas (questo il nome delle nanoparticelle) è composto da soli componenti biodegradabili e biocompatibili: una proteina dell’uovo, un filamento di DNA e un polimero biocompatibile di largo impiego in ambito farmaceutico. Inoltre le Ananas possono essere rese facilmente funzionali in modo da trasportare una grande varietà di molecole piccole e di proteine. Si tratta pertanto di un sistema multipotente, flessibile, riproducibile e facilmente scalabile.
Il risultato è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare dell’Istituto Mario Negri e il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Padova, in uno studio multidisciplinare che unisce la nanotecnologia alla farmacologia e alla diagnostica.
I ricercatori hanno affrontato aspetti di base relativi alla tossicità, l’immunogenicità e il destino delle nanoparticelle somministrate per via endovenosa. I sistemi multifunzionali – concludono i ricercatori – necessitano il controllo di un grande numero di variabili, perciò l’analisi della varie fasi della loro preparazione rappresenta un fattore prioritario.
Il sistema Ananas di per sé non è una novità, essendo già utilizzato nella diagnostica in vitro nella ricerca di base. Questo studio rappresenta uno sviluppo dalle applicazioni in vitro a quelle in vivo, offrendo enormi potenzialità. Ne è prova la ricerca in corso per diagnosticare, mediante l’uso delle Ananas, gli stati infiammatori intestinali attraverso tecniche minimamente invasive presso il Dipartimento di Gastroenterologia dell’Ospedale di Padova.