Sanihelp.it – Presentato il primo Social Manifesto in Italia per i diritti della persona con cefalea, a difesa degli oltre sei milioni di italiani che ne soffrono. Gli obiettivi che il documento si prefigge, oltre che quello di ottenere il riconoscimento legislativo della cefalea primaria cronica come malattia sociale, sono la messa a punto di un sistema di cure più efficiente e modulabile sulle necessità del singolo malato, differenziato per livelli di gravità, un’adeguata informazione e un corretto orientamento all’interno dei servizi sanitari per favorire la necessaria continuità terapeutica, una maggiore preparazione degli operatori sanitari, la costante applicazione degli standard assistenziali che emergono dalle linee guida e dalle norme di buona pratica clinica su tutto il territorio nazionale. Il manifesto è firmato da diverse società scientifiche e associazioni di malati.
La cefalea primaria cronica rappresenta la settima causa mondiale di disabilità e, nella sola Italia, pesa per 3,5 miliardi di euro in termini di costi diretti (spese mediche, farmaci e ospedalizzazione) e indiretti (mancata produttività e assenteismo). Un problema sanitario per il quale, come è stato indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è necessario rimuovere barriere di ordine clinico, sociale e politico-economico.
Un’attenzione particolare dell’alleanza sarà dedicata all’età evolutiva, in considerazione della gravità e della dimensione del problema: la cefalea colpisce circa il 25% dei bambini in età scolare, con ripercussioni sul rendimento scolastico e sulla comprensione di comportamenti anomali del bambino da parte dei genitori.
L’Italian Migraine Project si svilupperà in un arco temporale di due anni e darà vita a numerose iniziative, produrrà report informativi a uso delle istituzioni e della pubblica opinione, oltre a realizzare campagne sociali nell’intento di sensibilizzare pubblica opinione e legislatori sulla necessità di varare una road map nazionale nella quale siano identificate le priorità di intervento, non escludendo la sensibilizzazione delle istituzioni circa la necessità di sostenere finanziariamente e promuovere studi e ricerche, oltre che sviluppare iniziative per la formazione e l’aggiornamento degli specialisti.