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Una ricerca dimostra legame tra flessibilità e intelligenza

Sanihelp.it – Una ricerca senese dimostra che i livelli di intelligenza dipendono dall'elaborazione di specifiche aree del cervello che comunicano tra loro mediante connessioni cerebrali instabili e quindi flessibili: maggior flessibilità delle connessioni vuol dire maggiore intelligenza. 


Lo studio, condotto presso il laboratorio di Brain Investigation & Neuromudaltion dell'Unità di Neurologia e Neurofisiologia Clinica dell'AOU Senese, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Human Brain Mapping ed è stato realizzato mediante analisi di immagini di risonanza magnetica funzionale del cervello, utilizzando metodiche avanzate capaci di quantificare l'attività cerebrale spontanea.

I risultati dello studio del gruppo senese dimostrano come il livello di intelligenza sia altamente correlato con la capacità di trasferire informazioni tra aree cerebrali distanti mediante le connessioni più deboli, e quindi le più flessibili e modulabili, smentendo l'ipotesi che le capacità cognitive di ogni essere umano siano dovute all'organizzazione di un insieme di aree rigidamente e stabilmente connesse tra loro.

I risultati dimostrano che l’organizzazione cerebrale più efficace ed efficiente risiede nella flessibilità, cioè nelle connessioni più deboli e quindi potenzialmente più adattabili, capaci di garantire al cervello umano la capacità di elaborare e gestire dinamicamente le informazioni.

L’adattabilità di queste connessioni deboli può essere una chiave, non solo per l’interpretazione dell’evoluzione umana, ma anche per aprire la strada a nuove ricerche sull'invecchiamento fisiologico e sui processi di riabilitazione o potenziamento cognitivo.

Queste connessioni collegano prevalentemente aree distanti tra loro e pertanto potrebbero essere responsabili della capacità di adattamento e riorganizzazione delle facoltà cognitive successive a eventi traumatici quali infarti cerebrali o malattie neurodegenerative, proprietà nota come riserva cognitiva.

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