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Svelato meccanismo che controlla la disseminazione batterica

Sanihelp.it – È stato pubblicato su Science lo studio di un gruppo di ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e dell’Università Statale di Milano che, studiando l’origine delle malattie del tratto gastrointestinale, ha scoperto una nuova struttura anatomica.  


Gli italiani hanno identificato una barriera vascolare, che hanno chiamato Gut Vascular Barrier o GVB, che impedisce ai batteri funzionali che risiedono nell’intestino di trasferirsi attraverso il sangue, al fegato e di invadere l’organismo. La scoperta apre nuove prospettive per la cura della celiachia, del diabete di tipo 2 e delle malattie caratterizzate da danno epatico.

Negli individui sani i batteri intestinali (che formano una comunità chiamata microbiota) difficilmente accedono al fegato, alla milza o ad altri organi periferici. Alcuni batteri nocivi, invece, riescono a raggiungere il fegato e attivare una risposta del sistema immunitario, provocando un’infezione.  

Prima si pensava che l’epitelio (la parte più esterna della parete intestinale) fosse l’unica protezione per evitare la migrazione batterica. Gli scienziati hanno dimostrato l’esistenza di un’ulteriore barriera che funge da schermo contro i batteri quando essi superano l’epitelio. Questa  impedisce l’accesso del microbiota al fegato e controlla il trasferimento di proteine e nutrienti nel sangue. 

La GVB può essere elusa invece da batteri aggressivi, come la Salmonella – l’agente responsabile del tifo – che hanno sviluppato dei sistemi per infrangerla e diffondersi nell’organismo attraverso il sistema circolatorio.

I ricercatori hanno scoperto inoltre che nei celiaci i quali, pur non ingerendo glutine, hanno elevate quantità di transaminasi nel sangue (vale a dire circa il 50% della popolazione celiaca) la GVB è modificata e hanno dimostrato che l’inattività di questa barriera può essere causa del danno epatico. 

L’impatto clinico della scoperta può essere significativo per le malattie con danno epatico. Si sta inoltre valutando la funzione della barriera nella formazione delle metastasi epatiche del carcinoma intestinale.


Dal punto di vista scientifico, l’identificazione della GVB conferma il parallelismo fra cervello e intestino. Una barriera analoga esiste a livello encefalico, ma questa è più selettiva perché crea un ambiente immunoprivilegiato dove il sistema immunitario entra solo se danneggiata. La barriera intestinale invece deve permettere il passaggio di nutrienti al fegato, ma evitare la disseminazione batterica.

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