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Parkinson: lo sport lo previene e riduce i rischi di cadute

Sanihelp.it – Ogni anno in Italia circa 6.000 persone vengono colpite dalla malattia di Parkinson e in un caso su 4 hanno meno di 50 anni. Rimanere attivi il più a lungo possibile può prevenire il Parkinson e, insieme alle terapie più avanzate e un approccio multidisciplinare, può contribuire a rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita in tutte le sue fasi.


Questo il messaggio chiave della Giornata Nazionale Parkinson (28 novembre) promossa dall’Accademia LIMPE-DISMOV. La Giornata nasce con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della seconda patologia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer: colpisce in Italia oltre 250.000 persone con una prevalenza destinata a raddoppiare nei prossimi vent’anni.

Le ultime evidenze scientifiche dimostrano che chi pratica regolarmente un’attività fisica ha un rischio inferiore del 43% di sviluppare la malattia di Parkinson, mentre i parkinsoniani che continuano a praticare sport non solo mantengono nel tempo una migliore autonomia ma presentano anche una evoluzione più lenta e meno invalidante rispetto a quelli che conducono una vita sedentaria. 

Una prospettiva multidisciplinare nella gestione delle persone con malattia di Parkinson e le terapie farmacologiche più avanzate aiutano a gestire la malattia per lungo tempo, mentre l’attività sportiva, le terapie fisiche e riabilitative e piccoli cambiamenti nello stile di vita possono facilitare la gestione del Parkinson, la mobilità dei malati e quindi la loro autonomia. L’esercizio fisico può aiutare a migliorare l’equilibrio e ridurre del 70% le cadute, che sono la loro più comune causa di accesso al Pronto soccorso.

La Giornata è anche l’occasione per raccogliere fondi che la Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus destinerà al sostegno di progetti di ricerca come quello sulla prevenzione delle cadute che si è appena concluso. Si proponeva di valutare, in un ampio campione di italiani affetti da malattia di Parkinson, la frequenza delle cadute e i possibili parametri clinici associati o predittivi del rischio.

La ricerca si è svolta in 19 centri che hanno arruolato 544 malati e 301 soggetti di controllo. I risultati preliminari evidenziano che il 42% dei malati italiani cade almeno una volta l’anno (media 23 cadute) rispetto al 17% dei soggetti di controllo.

Numerosi fattori (età, durata e gravità di malattia, stato cognitivo, presenza di disturbi del cammino, presenza di ansia e depressione) sono associati al rischio di cadere, ma soprattutto la durata della malattia e alcuni specifici disturbi del cammino risultano essere predittivi. L’identificazione di questi fattori predittivi appare fondamentale al fine di programmare interventi preventivi o trattamenti riabilitativi specifici.


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