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Latte e latticini per combattere la carenza di iodio

Sanihelp.it – Passeggiate sulla battigia, rinfrescanti bagni in mare e lunghe ore sulla spiaggia non sono bastati per assicurare agli italiani il pieno di iodio: diversamente da quello che si pensa, infatti, nell’aria (anche quella marina) ne rimane davvero poco e non viene assorbito tramite il respiro.


L’unico modo per assicurarsi lo iodio di cui l’organismo ha bisogno è mettere nel piatto pesce, crostacei, sale iodato e latte, yogurt, formaggi e burro, che non devono mai mancare nel menu del rientro al lavoro.

Solo seguendo una giusta alimentazione, si riesce ad arrivare ai 150 microgrammi giornalieri ritenuti adeguati per un adulto secondo i Larn (Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana), ai 130 microgrammi per i ragazzi over 11enni e ai 100 microgrammi per i bambini sino a 10 anni. Durante la gravidanza e l’allattamento il fabbisogno giornaliero sale a 200 microgrammi.

La carenza di iodio è una delle poche carenze alimentari ancora esistenti in Italia. La Società italiana di Endocrinologia e Diabetologia pediatrica (Siedp) ha relizzato una campagna informativa nelle scuole e negli asili di tutta Italia.

Il deficit di iodio continua a essere la causa del gozzo e dei disturbi correlati, che colpiscono il 12% degli italiani. Nei bambini, inoltre, un insufficiente apporto di iodio è considerato causa di deficit intellettivi, neuro-psicomotori e della crescita perché lo iodio è indispensabile per lo sviluppo del sistema nervoso centrale, l’accrescimento e l’equilibrio del metabolismo.

Un corretto apporto tramite i cibi è fondamentale anche per migliorare l’attività della tiroide, aiutando questa ghiandola a produrre la normale quantità di ormoni necessari al funzionamento dell’organismo.

Oltre a usare sempre sale iodato e mangiare prodotti ittici (come pesci, crostacei e molluschi), un posto importante spetta anche a latte e latticini: i formaggi ne contengono 25-30 microgrammi ogni 100 g di peso, latte e yogurt dai 10 ai 20 microgrammi.


Per approfittare di tutto lo iodio contenuto negli alimenti bisogna, però, prestare attenzione agli abbinamenti in tavola perché alcuni alimenti (come spinaci, cavoli, soia, mandorle, ravanelli, pinoli, nocciole e arachidi) ne bloccano l’assunzione da parte dell’organismo e riducono la capacità della tiroide di regolarne il metabolismo.

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