Sanihelp.it – Si è sempre pensato che i bambini avuti grazie a tecniche di riproduzione assistita nascano prima del tempo e pesino meno di quanto dovrebbero. Alcuni studi invece hanno dimostrato che i trattamenti di riproduzione assistita non hanno ripercussioni sulla salute né sulle dimensioni dei neonati.
Uno studio di IVI, primo istituto medico in Spagna specializzato nella riproduzione umana, pubblicato sulla rivista Fertility and sterility e presentato al 71º Congresso della Società Americana di Medicina riproduttiva, dimostra che, quando si mettono in relazione casi di fratelli nati tramite ovo-donazione, tralasciando le variabili indipendenti che possono influenzare la gravidanza, non ci sono differenze nella durata della gestazione e nella dimensione tra i feti ottenuti da embrioni freschi o congelati.
Questo studio dimostra che la provenienza degli embrioni, siano essi freschi o congelati, non influisce in alcun modo sulla salute, sulla durata della gestazione né sul peso alla nascita dei bambini.
La ricerca è stata condotta su un campione di 360 donne rimaste incinte a seguito di un trattamento di ovodonazione. Requisiti per entrare a fare parte del campione erano aver dato alla luce almeno due bambini in parti diversi, almeno uno dei quali doveva provenire da un embrione congelato mentre l’altro doveva essere stato trasferito fresco.
Grazie alla ricerca si è potuta valutare l’esistenza di eventuali effetti del congelamento degli embrioni sulla prematurità e sulle dimensioni del neonato. Si è potuto constatare che non c’è alcuna differenza in questi aspetti tra il trasferimento di embrioni freschi o in differita. Oltre a questo, nel corso dello studio sono stati controllati i fattori fenotipici, clinici e di laboratorio, che potessero influire su questa relazione, ma nessuno di essi si è dimostrato determinante per stabilire una preferenza al momento del trasferimento tra embrioni freschi o congelati.
