Sanihelp.it – Per valutare il rapporto delle italiane con le mestruazioni la SIGO, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, ha condotto nel maggio di quest’anno un sondaggio che ha coinvolto 497 donne in età fertile. I dati dicono che il 28% lamenta problemi di concentrazione e affaticabilità, il 23% ammette di dover talvolta rinunciare all’attività fisica perché troppo spossata, il 14% dice di doversi cambiare ogni ora, a quasi una su 10 capita di trovare il letto macchiato.
Si stima che il 20% delle donne che si rivolge al ginecologo presenti un problema di sanguinamento eccessivo, che diventa vera e propria patologia in 1 su 20. Fino a pochi anni fa per risolverla si ricorreva spesso all’asportazione dell’utero, ora si privilegiano modalità più conservative e meno traumatizzanti, anche dal punto di vista psicologico.
In particolare, esiste un sistema intrauterino a rilascio del progestinico levonorgestrel (Mirena) che i ginecologi considerano come prima scelta terapeutica nella maggior parte dei casi: assicura fino al 97% di riduzione del sanguinamento e una protezione della parete dell’utero, oltre a una copertura contraccettiva.
I flussi mestruali abbondanti sono un problema che può colpire la donna in ogni fascia d’età. Il 75% dei casi di sanguinamenti eccessivi non dovuti a cause organiche riguardano ragazze con meno di 20 anni, per cui la scelta terapeutica è un progestinico unito a un antiemorragico oppure un contraccettivo ormonale, o donne sopra i 45. Nell’adolescente c’è una ferita della femminilità fin dal suo esordio, mentre nella fascia 35-50 i flussi mestruali abbondanti vanno a impoverire la donna nella sua età dell’oro, con pesanti ripercussioni di tipo medico, per esempio l’anemia, personali, familiari e sociali.
Per migliorare la consapevolezza delle donne la SIGO ha realizzato l’opuscolo Flussi mestruali abbondanti? Una guida per vivere meglio, che sarà distribuito negli ambulatori ginecologici e nei consultori.
I risultati dell’indagine confermano la rassegnazione delle donne: il 76% ritiene che i disagi legati alle mestruazioni siano inevitabili, solo il 29% ne ha parlato con il proprio medico di famiglia, il 41% con il ginecologo. Ma dimostra anche che, quando il problema viene sollevato, le soluzioni proposte non sempre sono soddisfacenti: se il 37% dei sanitari consiglia un approfondimento diagnostico per capirne le cause, il 32% dice che non esistono rimedi. Nelle età più avanzate questa omissione diagnostica e terapeutica rischia di tradursi in un abuso di asportazioni dell’utero, mentre si potrebbe intervenire nella gran parte dei casi in maniera farmacologica e non invasiva.