Si tratta di una malattia che porta alla demineralizzazione dei tessuti duri del dente (smalto e dentina) conducendo alla dissoluzione della struttura organica con estensione del processo patologico della superficie del dente in profondità.
La carie superficiale inizia infatti dallo smalto con i fenomeni di decalcificazione e disgregazione; successivamente si estende in profondità interessando dapprima le zone più superficiali della dentina per arrivare poi ad attaccare la polpa (causando una pulpite)
e la successiva infiammazione dei tessuti del periodontio. Si tratta di una delle patologie dentali più diffuse in tutto il mondo e la cui causa è da rintracciare nell’azione dei microrganismi che vivono comunemente nel nostro cavo orale come gli streptococchi mutans, lactobacilli acidofili, actinomiceti, il rischio di carie, infatti, aumenta in modo proporzionale all’aumento di questi microrganismi all’interno della placca batterica.
Dieta e stile di vita sono due fattori dai quali può dipendere l’insorgenza di carie senza dimenticare che questa patologia può anche essere favorita da caratteristiche del nostro organismo come la qualità e la quantità della saliva, le caratteristiche del dente, quali la sua composizione chimica, eventuali malposizionamenti che favoriscono depositi di placca batterica. In particolare la gravidanza è un periodo durante il quale l’insorgenza di carie risulta facilitata. Durante la gestazione, infatti, nella vita della donna si modifica la qualità e la quantità della saliva prodotta e di conseguenza si accumulano più placca e tartaro, due fattori determinanti per la carie e per il deterioramento della salute delle gengive