Trovatemi una donna, una sola che sia contenta dei suoi capelli. Missione impossibile come conferma un dato divertente che ho letto di recente: il mattino il 41% delle donne dedica più tempo a sistemarsi la chioma che a far colazione!
Non faccio eccezione, ma devo dire che la bacchetta magica mi piacerebbe averla per cambiare altre cose di me, non certo i capelli. Che però non sono proprio come li vorrei visto che non sono ricci e non sono lisci, ma di quel mosso che con un paio di millimetri in più diventa ingestibile. Non nego poi che da sempre per me liscio è sinonimo di eleganza per cui la piastra resta una continua tentazione.
La paura che rovini i capelli però c’è ed è per questo che ho pensato di chiedere consiglio sul suo utilizzo a un guru in materia: Paolo Roman, hair stylist e teacher per Evos Parrucchieri. Innanzitutto attenzione al momento dell’acquisto, mi ha detto; visto che la mia vecchia piastra perde colpi all’accensione, Paolo mi ha consigliato di investire in un modello in titanio o ceramica, due materiali che, oltre a rilasciare ioni negativi ad effetto antistatico, toccasana contro il crespo, rispettano la fibra capillare, anche quella sottile e particolarmente fragile come la mia.
Meglio indirizzarsi poi su una piastra di forma arrotondata che si «muove» meglio tra le mani e permette oltre al liscio anche di ottenere le onde che di tanto in tanto mi piace fare per accentuare il mosso naturale della mia chioma.
Il consiglio dell’esperto è poi quello di utilizzare sempre la piastra dopo aver applicato un prodotto protettore; la BB Cream Adorable della linea Oro del Deserto di Creattiva Professional (in salone costa 23 euro) è perfetta, ad esempio: si vaporizza in un attimo sulle lunghezze in modo da creare una sottile pellicola invisibile che isola dal calore. Per di più questo delicato prodotto a base di prezioso olio di argan illumina e ammorbidisce, senza appesantire anche le chiome più sottili.
A questo punto via di piastra. Paolo mi ha suggerito di dividere i capelli in sette, otto sezioni tenendoli separati con una pinza, di spazzolare bene ogni ciocca in modo che non ci siano nodi e di passare la piastra una, due volte, non di più però altrimenti il rischio di rovinare la testa c’è. Naturalmente più la fibra è spessa e robusta, più alta si può tenere la temperatura; viceversa quando i capelli sono fini e magari anche un po’ deboli meglio abbassare i gradi (fino a 170) in modo da non correre rischi.
Tenendo sempre ben presente che la piastra è oggetto di utilizzo saltuario: potete metterla all’azione nelle grandi occasioni e nelle giornate no quando avete bisogno di vedervi diverse, ma mai e poi mai con quotidiana regolarità perché le chiome, anche le più robuste, non sopportano tanto calore continuo.