Sanihelp.it – Per quasi tutte le italiane, la parola antiage significa cura contro l'invecchiamento precoce della pelle. È quanto emerge da una ricerca condotta da Somatoline Cosmetic su un campione di donne italiane tra i 30 a i 60 anni, per capire il loro atteggiamento nei confronti della lotta al passaggio del tempo.
I risultati rivelano che la paura dell’invecchiamento è abbastanza diffusa tra le italiane, che per contrastare gli effetti del tempi si affidano prevalentemente all’utilizzo di cosmetici, seguito da un’alimentazione sana e attività sportiva. Solo lo 0,3% ha dichiarato di sottoporsi alla chirurgia.
Tra coloro che utilizzano i prodotti antiage, circa il 95% li acquista per combattere l’invecchiamento della pelle del viso, il 53% degli occhi, il 40% del corpo e il 28% del collo.
«Dai 40 anni in poi – commenta il professor Antonino Di Pietro, specialista in Dermatologia e Presidente ISPLAD (Società Internazionale di Dermatologia Plastica-Estetica ed Oncologica) – iniziamo a toccare con mano che la nostra pelle invecchia, anche se, in realtà, questo processo è iniziato da tempo».
Il primo segnale evidente è la disidratazione. «Le cellule dell’epidermide – spiega Di Pietro – sono unite, nello strato corneo, da alcune sostanze cementanti, quali i ceramidi. La cute risulta così turgida, elastica, flessibile, impermeabile e quindi costantemente idratata. Andando avanti con gli anni, però, il numero di ceramidi diminuisce e ciò comporta la creazione, a livello cellulare, di piccole crepe che lasciano fuoriuscire i liquidi della cute». La cute diventa fragile, facile alle desquamazioni, alle rughe e alle screpolature. Al tatto, appare ruvida e secca».
Il tempo modifica la cute anche a livello più profondo, nel derma, dove si assiste a una graduale degenerazione della matrice di sostegno del tessuto connettivo. Conseguenze visibili di questi processi sono le rughe, l’avvizzimento, l’afflosciamento e la perdita di tono.
«Si parla tanto di anti-aging – dichiara il dermatologo – ma personalmente ritengo sia più corretto il concetto di aid-aging: aiutare la nostra pelle a mantenersi giovane, idratata, tonica ed elastica. Le risposte del dermatologo plastico possono essere terapie strumentali, che si eseguono con attrezzature ad alta tecnologia o con sostanze chimiche o iniettive, ma oltre a questo lo specialista ha il compito di consigliare la donna anche nella sua quotidianità, indicando prodotti specifici, dalle creme agli integratori».
«La perdita di elasticità cutanea, solo accennata a 35 anni, più evidente dai 50 anni in poi e drammaticamente visibile a 70, è legata alla flaccidità muscolare e alla perdita di elasticità della pelle, quindi, per contrastarne gli effetti, bisogna intervenire su tutti e due i fronti».
Le regole sono semplici: bere almeno 2 litri di acqua ogni giorno, consumare almeno una volta alla settimana sardine, sgombri e merluzzo, ricchi di acidi grassi che rallentano l’invecchiamento cellulare, ridurre formaggi grassi, carni rosse, caffè e alcolici che affaticano la digestione influendo negativamente sul colorito e la luminosità della pelle, praticare un’attività fisica aerobica almeno tre volte alla settimana (camminate a passo svelto, yoga, ginnastica a corpo libero, nuoto o bici) e smettere di fumare.
E per le creme? «Per la scelta del cosmetico giusto esistono due criteri – conclude il professor Di Pietro – La prima è la cosiddetta prova abito. Una crema, infatti, è come un abito: quando subito dopo averla applicata mi sento bene, vuol dire che quella è la crema per me, che si integra bene con la mia cute e mi dà beneficio. La sensorialità è importante, ma c’è anche un parametro scientifico da tenere in considerazione: la dimostrazione, attraverso test clinici validati, dei benefici derivanti dall’utilizzo dei principi attivi contenuti nella preparazione. È importante informarsi su questi aspetti al momento dell'acquisto».