Sanihelp.it – In primo luogo è importante sottolineare, per il conforto di tutti, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente chiarito in un decalogo gli aspetti più importanti a proposito dell’esposizione alle radiazioni. Occorre poi evidenziare come possano esservi diverse tipologie di esposizione: le radiazioni rilasciate da una bomba atomica sono profondamente differenti da quelle che interessano la centrale di Fukushima. La centrale rilascia cesio e iodio ed è proprio per questo che alla popolazione colpita vengono somministrate le pastiglie di iodio.
Lo iodio radioattivo a contatto con l’organismo colpisce come unico organo la tiroide, possiamo dunque prevenire il tumore alla tiroide saturandola in iodio e rendendola non captante.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità precisa che si può ridurre il rischio di tumore tiroideo a lungo termine se le pastiglie vengono assunte prima o immediatamente dopo. Nel caso giapponese è evidente che, se il prima non è stato possibile, l’immediatamente dopo è quello su cui si sta lavorando in maniera eccellente. Le autorità sanitarie giapponesi stanno dimostrando un efficiente controllo della catastrofe.
Si viene a contatto con iodio e cesio per inalazione o per ingestione. L’inalazione viene prevenuta stando a distanza dalla zona coinvolta, il raggio di distanza si calcola misurando la radioattività particellare sospesa. Per quel che riguarda l’ingestione, occorre evitare ciò che può entrare nell’organismo mediante l’alimentazione.