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I mille dubbi della gravidanza

Speciale acido folico in gravidanza

Sanihelp.it – La gioia di avere un bambino è il più delle volte oscurata dai dubbi sulla propria gravidanza e dalla paura che lo sviluppo del feto non proceda in modo corretto.


A vivere questo stato a metà tra felicità e preoccupazione sono la maggior parte delle donne. Secondo uno studio, riportato sul libro Che cosa aspettarsi quando si aspetta di Arlene Eisenberg, Heidi E. Murkoff e Sandee E. Hathaway (Sperling & Kupfer), l’ansia è uno dei problemi più spesso lamentati dalle future mamme, addirittura più della nausea e delle voglie: il 94% delle gestanti teme che il bambino non sia normale e il 93% si chiede se loro stesse e il proprio piccolo riusciranno a superare il parto senza problemi.

La gravidanza rende spesso la futura mamma un giorno su tre la persona più felice e gli altri due rimanenti la più preoccupata. Ogni piccola cosa la mette in apprensione: un bicchiere di vino di troppo, i caffè bevuti prima di sapere di essere incinta, la radiografia fatta dal dentista, l’essere rimasta in attesa mentre faceva uso della pillola anticoncezionale, i crampi avvertiti al terzo mese, la riduzione dell’interesse sessuale, l’età un po’ avanzata.

Le preoccupazioni sono diverse a seconda dei trimestri: nel primo, la futura mamma vive lo stupore di essere rimasta incinta con annessa la paura di ingrassare e, per questo, di piacere meno al partner; nel secondo, i timori si spostano verso il bambino e la sua salute: nell’ultimo trimestre, comincia a farsi sentire la preoccupazione per il parto, insieme all’idea di non saper accudire il piccolo una volta nato.
L’ansia poi lievita se la donna ha alle spalle già uno o due aborti, se soffre di fibromi da anni, se la precedente gravidanza è stata difficile, se ha avuto tagli cesarei ripetuti, se ha altri figli a cui badare.
 La mamma ha dunque paure razionali e irrazionali? «Assolutamente sì – conferma la dottoressa Adele Fabrizi, psicoterapeuta dell’Istituto di Sessuologia della Clinica di Parma e docente a contratto presso la Facoltà di Psicologia 1 dell’Università Sapienza di Roma – I timori razionali riguardano la paura del parto, la possibilità di contrarre malattie, il timore di andare incontro a un aborto spontaneo. Quelle irrazionali riguardano la paura che possa succedere qualcosa di brutto alla famiglia, di non saper interpretare i bisogni del neonato e di non piacere più al partner».

Che fare dunque? «Una certa dose di ansia è normale, ma una preoccupazione eccessiva è controproducente – conferma l’esperta – Avere un figlio oggi, nonostante l’età media delle partorienti sia più elevata, presenta meno rischi di un tempo: le donne affrontano la gravidanza in condizioni migliori, vengono seguite con più attenzione e possono contare su reparti ospedalieri più attrezzati che hanno fatto scendere il tasso di mortalità neonatale al livello quello più basso della storia. Eppure queste donne hanno bisogno ugualmente di continue rassicurazioni».

Come possono rassicurarsi quindi e vivere la gravidanza con serenità? «Affidandosi a chi le sta intorno, per esempio amiche e parenti, e in caso di dubbi ai consultori, che purtroppo però sono ancora insufficienti in Italia: qui troverebbero un reale sostegno psicologico e la possibilità di confrontarsi con uno o più esperti, dallo psicologo al ginecologo, al genetista. E poi facendo prevenzione, con uno stile di vita sano e gli integratori indicati dal ginecologo».

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