Sanihelp.it – Che fare quando… è troppo presto?
È necessario il ricovero in ospedale per la somministrazione di farmaci che inibiscono l’attività contrattile della fibra muscolare uterina e di cortisonici per l’induzione della maturità polmonare del feto. Le terapie hanno subito delle modifiche in questi ultimi anni grazie alla disponibilità di farmaci in grado di ridurre le contrazioni uterine e talvolta di bloccare la rapida evoluzione del travaglio.
Che fare quando… è troppo tardi?
A partire dal giorno della data presunta del termine, bisogna sottoporsi a controlli periodici del battito cardiaco fetale (monitoraggio cardiotocografico), della quantità del liquido amniotico. La donna deve essere educata all’ascolto dei movimenti attivi fetali, quale segno principale di benessere del suo bambino, in quanto con il protrarsi della gravidanza si può andare incontro a fenomeni di invecchiamento della placenta che non garantisce l’adeguato nutrimento al feto.
La gravidanza oltre il termine è quindi una gravidanza a rischio e di solito non si procede oltre la 41° settimana + 3 giorni. In questo caso se non insorge un travaglio spontaneo è necessario procedere a un parto indotto.
Che fare quando… succede tutto troppo in fretta?
In questo caso si parla di parto precipitoso; si verifica soprattutto in donne che hanno già partorito, in genere con un precedente parto veloce oppure quando le contrazioni vengono avvertite in maniera poco dolorosa. È una situazione che spaventa perché coglie impreparati, tuttavia è importante rimanere calmi, avvisare il Pronto Intervento e mantenere il neonato al caldo, a stretto contatto pelle- pelle della mamma.
Che fare quando… il feto è podalico?
La presentazione podalica si verifica nel 3-4% delle gravidanze presso il termine (in caso di prematurità la frequenza aumenta notevolmente). Il parto avviene attraverso un taglio cesareo elettivo intorno alla 38° -39° sett. É possibile cercare di modificare tale presentazione, nel corso dell’ultimo mese di gravidanza utilizzando metodi derivanti dalla medicina orientale quali l’agopuntura o la moxibustione, oppure in ospedale effettuare un tentativo di rivolgimento per manovre esterne.
Che fare quando… sono gemelli?
Se all’interno della cavità uterina si sviluppano due o più feti, la gravidanza è definita multipla o gemellare. In questo caso è necessaria una più assidua assistenza prenatale, attraverso controlli ambulatoriali ravvicinati, poiché il decorso della gravidanza gemellare presenta con maggiore facilità complicazioni varie quali nausea e vomito, disturbi da ingombro per l’aumento volume dell’utero, anemia per aumentato fabbisogno di ferro, tendenza al parto pretermine, ritardo di crescita di uno o entrambi i gemelli, aumentata incidenza di gestosi ipertensione e preeclmpsia.
Il parto generalmente avviene tramite un taglio cesareo intorno alla 37° settimana di gravidanza. Solo nel caso in cui entrambi i gemelli si presentano cefalici e in assenza di fattori di rischio è possibile il parto spontaneo.