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Nada Hafez: gareggia e vince al settimo mese

Olimpiadi

Sanihelp.it – «Quelli che vi sembrano due giocatori in pedana, in realtà erano tre! Eravamo io, la mia rivale, e il mio piccolo bambino, che ancora deve venire al mondo. Io e il mio bambino abbiamo avuto la nostra buona dose di sfide, sia fisiche che emotive. Le montagne russe della gravidanza sono dura da sole, ma dover lottare per mantenere l'equilibrio tra vita e sport è stato niente di meno che faticoso, per quanto ne sia valsa la pena». Con queste parole pubblicate sul proprio profilo Instagram, la sciabolatrice egiziana Nada Hafez ha rivelato che c’è un’atleta olimpica incinta di sette mesi, lei stessa.


La schermitrice, 26 anni, ex campionessa nazionale di ginnastica, è alla sua terza esperienza ai Giochi Olimpici nella sciabola dopo Rio 2016 (dove è stata eliminata ai trentaduesimi) e Tokyo 2020 (eliminata nei sedicesimi) e non ha nascosto la gioia e la soddisfazione per il traguardo raggiunto a Parigi: «Scrivo questo post per dire che sono piena d'orgoglio per essermi assicurata il posto agli ottavi di finale! Sono fortunata ad aver condiviso la fiducia di mio marito  e quella della mia famiglia per poter arrivare fin qui. Queste Olimpiadi specifiche erano diverse; tre volte olimpionica ma questa volta con un piccolo olimpionico!».

Non è il primo caso di atleta che gareggia in dolce attesa: possiamo ad esempio citare Nur Suryani Mohd Taibi che a 29 anni ha rappresentato la Malesia alle Olimpiadi del 2012, gareggiando nel tiro a segno all’ottavo mese di gravidanza, mentre lo scorso anno Amy Olson, classe 1992, ha partecipato all’Us Women’s Open di golf al settimo mese.

Perché gareggiare col pancione? Nada Hafez  ha spiegato la sua scelta in una storia pubblicata sempre sui social: «Ho voluto dimostrare la forza, la perseveranza e l'implacabilità della donna egiziana. E vincere contro la campionessa americana, numero 7 del ranking mondiale, è una chiara dimostrazione di ciò che un'atleta egiziana, un medico e soprattutto una donna possono fare». L’atleta è poi stata eliminata agli ottavi, ma il suo messaggio non perde efficacia e auspichiamo che, da medico e moglie di medico (è patologa clinica e sposata con un chirurgo cardiotoracico), abbia gareggiato mettendo comunque al primo posto la propria salute e quella del bambino.

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