Sanihelp.it – Assonnati e con lunghe occhiaie: così appaiono la mattina molti neogenitori. È successo (tralasciando le occhiaie, probabilmente celate ai paparazzi) anche a quelli reali come William e Kate, soprattutto dopo la nascita della piccola Charlotte. Proprio William, infatti, aveva rivelato subito dopo la sua venuta al mondo, che la principessina, a differenza del fratello più tranquillo, lo teneva sveglio tutta la notte.
Tutto questo non stupisce: nelle prime settimane di vita, un bambino (anche se di sangue blu) non riesce a differenziare il giorno dalla notte. O meglio, dorme più tempo di quanto stia sveglio e il suo ritmo sonno-veglia è regolato dalle esigenze nutritive, con il risultato di scombussolare anche il riposo dei genitori.
A distanza di un anno, però, sembra che ad avere problemi con la nanna sia il principe George. La capacità di addormentarsi nei bambini può dipendere da semplici gesti, ripetuti ogni giorno prima di andare a dormire. Si tratta di piccole abitudini che si trasformano in veri e propri riti che hanno il potere di rassicurarli: la loro ripetizione permette, infatti, di conoscere la sequenza delle azioni che precede la nanna.
Così c’è chi si addormenta dopo la favola letta dalla mamma, chi dopo il bagnetto o chi, ancora, solo se scarrozzato in auto. Anche George avrebbe una sorta di rito della buonanotte, scoperto da William dopo una lunga serie di notti insonni: farsi cullare dal suono dell’acqua che sgorga dal rubinetto. Sembra che produca una specie di rumore bianco, capace di coprire altri suoni che potrebbero turbare il sonno, con un effetto rilassante. Unico neo di questa soluzione? La poco ecosostenibilità.