Sanihelp.it – «Il vaccino è fondamentale per proteggere te e coloro che ami. Vaccinati, fai il richiamo e continua a mantenere comportamenti prudenti. Facciamolo per noi» è questo il messaggio chiave del nuovo video della Campagna del Ministero della Salute e della Presidenza del Consiglio dei Ministri per sensibilizzare la popolazione a vaccinarsi contro il coronavirus.
Tra i protagonisti, unica sportiva tra volti noti della scienza e dello spettacolo, c’è anche la campionessa di tuffi Tania Cagnotto che oltre a lanciare un messaggio contro le fake news, invitando ad informarsi solo presso fonti qualificate, invita i genitori di bambini tra i 5 e gli 11 anni a rivolgersi al pediatra per vaccinare i propri figli.
«Sono fiera di essere testimonial della campagna per i vaccini. Non solo perché il governo ha pensato a me, e questo già vale come un'altra medaglia, ma anche perché sono una Sì Vax convinta. È una scelta che sarà anche criticata, ma a me non interessa» ha dichiarato in una recente intervista a la Repubblica la neomamma (ha dato alla luce la secondogenita lo scorso 5 marzo) che, ricordiamolo, viene dall’Alto Adige, dove è invece alta la diffidenza nei vaccini. Lei però era già stata testimonial anche della vaccinazione contro la meningite, non è quindi una novità la sua posizione pro-vaccini.
«Ho deciso di vaccinarmi perché ho avuto paura. Ho visto tantissimi giovani stare male. Mi ha convinto pensare che se mi fossi presa il Covid durante l'allattamento, sarei stata ricoverata mentre mia figlia chissà in quale reparto sarebbe finita» ha rivelato sempre a la Repubblica. «È andata bene, ho avuto solo un po' di febbre, ossa rotte, e basta. A gennaio farò la terza dose. Quando mi sono vaccinata stavo allattando, quindi avevo anch'io i miei dubbi, non lo nascondo. Ma mi sono informata, e ho deciso di fidarmi».
Le sue due figlie, Maya di 4 anni e Lisa di pochi mesi, non possono ancora essere vaccinate, ma al riguardo ha le idee chiare: «il dilagare della pandemia ci costringe ad aggiungere un nuovo vaccino a quelli che già facciamo. Ma se arriverà quel momento, quando le mie figlie avranno cinque anni, lo farò certamente. Perché bisogna farlo, altrimenti non ne usciamo».