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Fertilità, come preservarla

Maternità

Sanihelp.it – La fertilità è un delicato meccanismo a tempo. Il congelamento degli ovuli, o crioconservazione degli ovociti, è una tecnica di preservazione della fertilità che permette di mantenere gli ovuli in uno stato vitale per un utilizzo futuro. Ce ne parla la ginecologa Elisabetta Colonese, esperta in procreazione medicalmente assistita, attiva sula piattaforma Doctolib.it.


«Questa procedura» sottolinea la dottoressa «si basa sul prelievo di ovociti maturi dalle ovaie, che vengono poi sottoposti a un rapido raffreddamento a temperature estremamente basse (-196°C) in azoto liquido. L’obiettivo è quello di "congelare il tempo" biologico dell’ovulo, conservandone la qualità e la funzionalità fino a quando la donna deciderà di utilizzarli».

La pratica del congelamento degli ovuli non è nuova. I primi tentativi infatti risalgono agli anni ’80, ma solo negli ultimi decenni la tecnologia ha raggiunto un livello di affidabilità tale da renderla ampiamente utilizzata.

La prima gravidanza ottenuta da un ovocita congelato risale al 1986, ma è stato lo sviluppo della vitrificazione a rappresentare un punto di svolta. La vitrificazione è un metodo ultrarapido di congelamento che evita la formazione di cristalli di ghiaccio, che possono danneggiare le delicate strutture cellulari dell’ovulo, elemento che ha significativamente migliorato i tassi di sopravvivenza al momento dello scongelamento.

Nonostante i progressi tecnologici, il congelamento degli ovuli è stato considerato una pratica sperimentale fino al 2012, quando l’American Society for Reproductive Medicine (ASRM) ha riconosciuto questa tecnica come una valida opzione per le donne che rischiavano di perdere la loro fertilità, per esempio a causa di trattamenti oncologici. Due anni dopo, la stessa società ha esteso il via libera alla crioconservazione anche per motivi non medici, aprendo la strada al cosiddetto "social freezing." Questo termine si riferisce alla decisione di congelare gli ovuli per ragioni personali, come il desiderio di posticipare la maternità a un momento più favorevole nella propria vita professionale o privata.

L’interesse verso il congelamento degli ovuli è cresciuto anche in risposta a cambiamenti sociali e ambientali. Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una persona su sei nel mondo è infertile e le cause includono fattori come inquinamento, stili di vita sempre più stressanti e l’aumento dell’età media in cui si decide di avere figli. In questo contesto, la crioconservazione degli ovuli rappresenta una risorsa preziosa, offrendo alle donne una maggiore libertà di scelta riguardo alla maternità, senza dover rinunciare alla qualità degli ovuli legata alla loro età biologica.

Oggi, il congelamento degli ovuli non è più solo una possibilità per le donne che affrontano gravi condizioni mediche, ma una scelta consapevole per coloro che desiderano pianificare con maggiore flessibilità il proprio futuro riproduttivo.


Ma quali sono i motivi per cui una donna potrebbe scegliere di congelare i propri ovuli?

Le motivazioni alla base del congelamento degli ovuli sono molteplici e possono essere suddivise in due categorie principali: mediche e sociali.

Le ragioni mediche includono:

la necessità di preservare la fertilità prima di trattamenti oncologici (come chemioterapia o radioterapia);

condizioni cliniche che incidono negativamente sulla fertilità (per esempio rischio di menopausa precoce, endometriosi, malattie genetiche o cromosomiche);

interventi chirurgici che potrebbero compromettere la funzione ovarica.

Sul fronte sociale, molte donne scelgono di congelare i propri ovuli per motivi legati alla carriera, alla mancanza di un partner o semplicemente per posticipare la maternità a un momento più favorevole della propria vita. Questo fenomeno, noto come "social freezing", è sempre più diffuso nei Paesi occidentali.

Come funziona il processo di congelamento degli ovuli?

Il congelamento degli ovuli è un processo che dura all’incirca due settimane considerando tutte le sue fasi. Prima di cominciare gli specialisti valutano lo stato di salute generale attraverso l’esecuzione di esami del sangue di routine e ormonali tra cui AMH, FSH, TSHR e PRL, di un’ecografia chiamata conta dei follicoli antrali e valutano così la riserva ovarica, pianificando il protocollo di stimolazione.

Vengono anche richiesti esami come l’elettrocardiogramma e il tampone vagino cervicale completo, oltre che l’ecografia mammaria bilaterale. Prima di iniziare, viene sempre effettuato un counseling mirato per chiarire eventuali dubbi e per stabilire la data di inizio del trattamento.

Il primo passaggio vero e proprio è la stimolazione ovarica attraverso una cura ormonale che spinge le ovaie a produrre più ovuli. Uno degli ormoni utilizzati è l'agonista dell'ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH). Durante questa fase vengono effettuate anche delle ecografie circa ogni 48 ore per valutare la risposta delle ovaie. Il tipo di protocollo, la quantità di farmaco e il tipo di farmaco variano in base al caso clinico presentato.

Una volta cresciuti i follicoli, gli ovuli vengono prelevati tramite una procedura chirurgica ambulatoriale, un prelievo transvaginale sotto guida ecografica mentre la donna è in stato di sedazione. Si tratta di un intervento piuttosto semplice ma non privo di rischi che dura circa 15 minuti e non richiede ospedalizzazione. Dopo la procedura si potrà tornare a casa dove è consigliabile evitare sforzi. Gli ovociti prelevati vengono immediatamente congelati in azoto liquido, garantendo una conservazione ottimale.

Qual è il momento migliore per una donna per congelare i suoi ovuli?

L’età e la qualità ovocitaria sono fattori cruciali. Gli esperti raccomandano di considerare questa opzione prima dei 35 anni, quando la qualità e la quantità degli ovuli sono generalmente migliori. Dopo questa soglia, la riserva ovarica inizia a diminuire significativamente, influenzando la probabilità di concepimento. Tuttavia, molte donne scelgono di sottoporsi a questa procedura anche tra i 35 e i 40 anni.

Da far presente però che talvolta alcune patologie come l’endometriosi alterano la qualità ovocitaria anche prima dei 35 anni ma, a maggior ragione, a queste pazienti è importante proporre e valutare, tramite gli esami, la strada da seguire.

Quali sono i rischi e gli effetti collaterali del congelamento degli ovuli?

Il congelamento degli ovuli è una procedura controllata e rodata da anni che, pur essendo considerata sicura, può comportare alcuni rischi e potenziali effetti collaterali. Questi sono legati alla stimolazione ormonale necessaria per indurre la crescita di più follicoli ovarici, alla procedura di prelievo degli ovociti e agli effetti post-procedura.

Effetti collaterali della stimolazione ormonale

Durante la fase di stimolazione ovarica, alcune donne possono sperimentare sintomi come stanchezza, gonfiore addominale, mal di testa o sbalzi d’umore. Tuttavia, il rischio più significativo associato a questa fase è rappresentato dalla sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS). Questa condizione si verifica quando le ovaie rispondono in modo eccessivo alla terapia ormonale, causando un aumento anomalo del volume ovarico, la formazione di cisti e l’accumulo di liquido nella cavità addominale.

Gli effetti collaterali lievi o moderati della sindrome da iperstimolazione ovarica si manifestano nel 3-6% dei casi, mentre forme più gravi sono rare, con un’incidenza dell’1-3%. Le complicanze gravi includono il rischio di coaguli di sangue (tromboembolia) o blocchi renali, sebbene queste condizioni siano estremamente rare. Le donne giovani e quelle affette da sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) sono più suscettibili a sviluppare l’OHSS.

Il prelievo degli ovociti comporta l’uso di un ago che attraversa la parete vaginale per raggiungere le ovaie stimolate. Questo procedimento, seppur generalmente sicuro, può comportare alcuni rischi. Tra questi, il sanguinamento è una conseguenza comune ma solitamente lieve. In rari casi, può verificarsi un’emorragia addominale significativa che potrebbe richiedere un intervento chirurgico [14]. Il rischio di infezione è molto basso, ma può aumentare in presenza di fattori predisponenti, come un sistema immunitario compromesso.

Quanto tempo possono rimanere congelati gli ovuli?

Gli ovuli possono rimanere congelati per anni senza perdere la loro vitalità, grazie alla tecnologia della vitrificazione. Non esistono indicazioni univoche sull’età massima per il trasferimento degli embrioni, ma molti centri fissano un limite intorno ai 50 anni di età della donna, considerando improbabile un attecchimento dell’embrione oltre tale età.

Uno studio su 24.700 donne ha evidenziato che il successo del reimpianto diminuisce con l’aumentare del tempo di stoccaggio degli embrioni tra vitrificazione e trasferimento in utero, quindi più tempo trascorre dal congelamento, minori sono le probabilità di una gravidanza .

Qual è il tasso di successo del congelamento degli ovuli?

È fondamentale comprendere che la possibilità di ottenere un recupero significativo di ovociti, e quindi di disporre di una quantità adeguata di ovociti adatti alla crioconservazione, dipende principalmente dall'età della donna e dalla sua riserva ovarica. Questi fattori sono determinanti sia per la qualità degli ovociti sia per la risposta alla terapia di stimolazione dell'ovulazione multipla.

Le evidenze scientifiche mostrano che, dopo i 35 anni, si verifica un rapido declino della qualità dei gameti femminili. Per ottenere una buona prognosi riproduttiva, si ritiene necessario crioconservare tra gli 8 e i 15 ovociti maturi. In tali condizioni, la probabilità di raggiungere una gravidanza si aggira intorno al 40-50% per donne sotto i 35 anni, ma diminuisce significativamente con l’aumentare dell’età, anche quando il numero di ovociti recuperati è lo stesso.

Quali sono i costi associati al congelamento degli ovuli?

Il costo del congelamento degli ovuli può variare significativamente in base alla clinica e alla posizione geografica. In media, in Italia, il costo di un ciclo completo, inclusa la stimolazione ovarica, e il prelievo e la conservazione degli ovuli, può oscillare tra i 3.000 e i 7.000 euro. A questo si aggiungono le spese annuali per la conservazione degli ovociti, che possono variare da 150 a 300 euro all’anno.

Come si sceglie una clinica per il congelamento degli ovuli?

La scelta della clinica e del ginecologo di riferimento che guida e segue la paziente è un aspetto fondamentale per garantire il successo del processo. È importante considerare fattori come la reputazione della struttura, l’esperienza del personale medico, le tecnologie utilizzate e i tassi di successo riportati. Consultare più cliniche e richiedere informazioni dettagliate può aiutare a prendere una decisione informata.

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