Sanihelp.it – Gli sci per i più grandicelli, lo slittino, ma anche le semplici passeggiate sulla neve. Per mamme e papà spesso le vacanze invernali si trasformano in un incubo. E tutto per colpa di rovinose cadute che possono provocare fratture e altri danni. Vediamo insieme come prevenirle e cosa fare.
«Il primo elemento da tenere in considerazione quando si parla di bambini e neve è che la prevalenza delle fratture dell'arto inferiore tende ad essere molto superiore nei bambini rispetto agli adulti che praticano sci alpino, come anche l'incidenza delle lesioni al polso. Nel complesso possiamo dire, che i bambini rispetto agli adulti tendono ad infortunarsi di più probabilmente per la minor capacità tecnica e di controllo motorio nelle situazioni più complesse, oltre che per una minore percezione del rischio di eventuali comportamenti in pista» spiega Massimiliano Febbi Fisioterapista, Osteopata, Professore associato e Coordinatore corso di laurea Fisioterapia presso l'Università di Ostrava, Roma.
Per gli adulti però, gli strascichi potrebbero essere più rilevanti nel tempo.«Al contrario la prevalenza delle lesioni alla spalla è molto più elevata negli adulti rispetto ai bambini, sia negli sciatori alpini che nei praticanti di snowboard» precisa l’esperto.
«Infortuni comuni negli sport invernali» continua il professor Febbi «sono gli stiramenti, gli strappi, le lussazioni fino alle fratture. Attenzione che molte di queste lesioni si verificano alla fine della giornata, quando la stanchezza prende il sopravvento, ma i più appassionati si sforzano eccessivamente per concludere l'ultima discesa». Succede soprattutto nei bambini che non vorrebbero mai staccarsi dalla neve: quando sono stanchi il rischio di cadute aumenta.
«La maggior parte degli infortuni negli sport invernali potrebbe quindi essere facilmente prevenuta o evitata con una adeguata preparazione precedente, mantenendo una buona condizione fisica generale durante l'anno, rimanendo attenti e vigili durante le vacanze e interrompendo l'attività sportiva quando il corpo ci lancia i primi segnali di stanchezza o dolore» commenta l’esperto.
Il trauma in sè non è però l'unico fastidio patito, poiché spesso questi episodi lasciano uno strascico che ci terrà compagnia per settimane. Cadute o movimenti innaturali come la torsione del ginocchio all'interno dello scarpone, possono portare a danni importanti fino a richiedere un intervento chirurgico e a lunghi periodi di riabilitazione e recupero.
L'evidenza scientifica ci indica inoltre come il maggior rischio di intercorrere in determinati infortuni, sia il fatto di aver già subito in passato lesioni dello stesso tipo; diventa quindi estremamente importante, quando i traumi non sono dati da cause accidentali, indagare sulla corretta tecnica di esecuzione del gesto atletico per non insistere in un punto già indebolito da problematiche precedenti.
In caso di infortunio, che cure o percorsi riabilitativi sono utili? «Esistono molte strategie riabilitative, in linea di massima però, saranno utili un trattamento che combina terapia manuale con tecniche di mobilizzazione e manipolazione, anche osteopatica, terapia strumentale ed esercizio terapeutico con terapisti specializzati» onclude l'esperto.
Alla base di una completa guarigione, però, c'è prima di tutto una corretta diagnosi. Una corretta valutazione biomeccanico posturale consentirà allo specialista un'analisi funzionale anche sugli indici di rischio della singola persona.
Grazie all'utilizzo di una strumentazione non invasiva di nuova generazione, come lo spine 3D Sensor Medica che sfrutta la tecnologia LIDAR e l'intelligenza artificiale, oltre all'utilizzo di consolidate e più conosciute tecnologie come la baropodometria computerizzata per valutare l'appoggio plantare e la distribuzione dei carichi sugli arti inferiori, si otterranno parametri fondamentali sui quali costruire un programma di prevenzione infortuni o di riabilitazione su misura per ogni paziente.