Sanihelp.it – Dopo le infezioni polmonari che hanno interessato la popolazione pediatrica negli ultimi tre anni, dal Covid al virus sinciziale, è importante fare chiarezza sulle metodiche diagnostiche.
L’ecografia rappresenta una metodica ancora relativamente giovane nel panorama diagnostico delle malattie polmonari, ma negli ultimi anni l’ecografia polmonare in ambito pediatrico ha subìto una crescita esponenziale. Si tratta di un esame non invasivo, privo di radiazioni ed a basso costo: fattori che rendono tale metodica molto promettente, specialmente in età pediatrica.
Molte sono le condizioni patologiche in cui viene applicata, e nel quadro attuale l’utilità dell’ecografia polmonare sta progressivamente ampliando i propri orizzonti. Storicamente il polmone per la sua anatomia non è stato studiato con gli ultrasuoni rispetto ad altri organi perché il suo contenuto d’aria e le ossa della gabbia toracica lo hanno da sempre reso »complicato» per l’ecografia.
A partire dalla metà del 1900 numerosi studi scientifici hanno correlato specifiche immagini ecografiche artefattuali a patologie polmonari. «Attualmente l’ecografia polmonare pediatrica> spiega il dottor Gianluca Iovine Neonatologo – Pediatra e referente scientifico Schwabe in ambito pediatrico <effettuata nei vari setting assistenzali (Pronto Soccorso, reparti di Pediatria, ambulatorio del pediatra di famiglia) permette di integrare le informazioni provenienti dall’esame obbiettivo del bambino: è pertanto una metodica che fornisce immagini in tempo reale dovunque sia il paziente». Questo tipo di ecografia viene definito »point of care» ultrasound (POCUS).
L’ecografia polmonare in ambito pediatrico di solito dovrebbe essere effettuata dal medico curante del paziente ed è utilizzata come estensione dell’esame clinico del bambino, rispondendo al bisogno del pediatra di ottenere risposte sulla presenza o meno di una patologia acuta in atto.
prosegue il dottor Iovine .
Sono presenti in letteratura numerosi studi ed esperienza cliniche che hanno comparato l’efficacia dell’ecografia polmonare POCUS alla tradizionale Rx del torace: essi hanno evidenziato una maggiore sensibilità diagnostica dell’ecografia effettuata da operatori esperti rispetto all’Rx e questo in diverse condizioni patologiche quali lo pneumotorace, il versamento pleurico e le polmoniti.
Non appena questi risultati saranno confermati da studi multicentrici probabilmente l’ecografia polmonare POCUS avrà un impatto maggiore -rispetto ad oggi- nei protocolli e linee guida assistenziali pediatriche, includendo l’infezione da SARS-COV2.
<In merito alla sperimentazione clinica cito il Progetto di Ricerca che mi vede Responsabile scientifico, autorizzato del Comitato Etico, che ha lo scopo di validare l’utilizzo dell’ecografia polmonare nei bambini affetti da bronchiolite a livello della medicina territoriale: questa malattia infettiva rapidamente evolutiva colpisce migliaia di bambini in Italia sotto i due anni ed è causa di numerosi accessi al Pronto Soccorso e di ricoveri ospedalieri> conlude l'esperto.
Concludendo l’ecografia pediatrica POCUS rappresenta uno strumento di importante ausilio diagnostico per il pediatra: al momento però non è previsto un vero e proprio momento formativo di essa nelle Scuole di Specializzazione in Pediatria. Quindi si spera che già da oggi si faciliti la formazione del pediatra con un training apposito in relazione a questa metodica.