Sanihelp.it – Una delle spese che incidono di più sui bilanci delle famiglie è sicuramente la voce asilo nido, fondamentale per i genitori alle prese con il lavoro e gli impegni quotidiani. Secondo i dati Istat pubblicati il 25 luglio 2013, nell'anno scolastico 2011-2012 sono stati 155.404 i bambini di età tra zero e due anni iscritti agli asili nido comunali, altri 46.161 usufruiscono di strutture convenzionate o sovvenzionate dai Comuni. In totale ammontano a 201.565 gli utenti dell'offerta pubblica complessiva.
Movimento Difesa del Cittadino e Codacons, nell'ambito di un progetto finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, hanno rilevato il costo che le famiglie sostengono per garantire ai propri figli l'asilo nido per 11 mesi a tempo pieno.
Dalla rilevazione è emerso che i genitori possono risparmiare mandando i propri figli agli asili nido comunali, dove in base al reddito, la spesa va da un minimo di 396 euro in città come Latina, circa 36 euro al mese, a una media massima di 5.000 euro, circa 450 euro al mese. Fa eccezione Udine dove per undici mesi si arriva a pagare anche 7.000 euro. Città virtuose Bologna e Perugia, infatti in base alla fascia di reddito le famiglie che più hanno difficoltà possono usufruire dell’esenzione per mantenere i propri figli al nido e continuare a lavorare.
Molto più impegnativo mantenere i figli nei nidi privati, facendo una media dei prezzi rilevati nelle città prese come campione, il costo si aggira intorno ai 6.500 euro, cifra che varia di città in città. Per esempio a Pordenone o Potenza, la spesa arriva addirittura a superare i 7.000 euro, con un’incidenza di circa 680 euro al mese sul reddito famigliare.
Spesso, tuttavia, la scelta è obbligata: i comunali coprono solo il 50% delle richieste e le famiglie per poter lavorare sono costrette a indebitarsi. La carenza di posti è un dato evidente, nel corso dell’ultimo triennio, con variazioni poco sensibili, si parla di 7mila bambini rimasti fuori dalle graduatorie a Roma, più di 700 a Bologna, così come quasi 1000 a Palermo.
Permettersi una baby sitter? Troppo caro! Parliamo di una retribuzione di poco meno di 10 euro l’ora e che, valutando un lavoro a tempo pieno, costerebbe a una famiglia circa 1.600 euro al mese.
La rilevazione – commentano le associazioni – dimostra come maggiori investimenti nei nidi comunali porterebbero grandi vantaggi per le famiglie che non solo riuscirebbero a risparmiare, ma non sarebbero costrette a indebitarsi per poter lavorare. Le esenzioni dal pagamento per le famiglie in situazioni di grave disagio, praticate in alcune città, rappresentano un segnale positivo e un esempio da applicare in tutti i comuni.
L’individuazione della struttura giusta da parte dei genitori, aggiungono però i pediatri, deve essere compiuta non solo sulla base del fattore tempo-ore, ma soprattutto sulla qualità-metodo dei servizi offerti, funzionali a garantire percorsi adeguati di crescita, socializzazione e apprendimento del bambino. A questo proposito, il Ministero della salute ricorda i 10 requisiti che l'asilo nido deve rispettare, per favorire un equilibrato sviluppo psicofisico dei piccoli.