Sanihelp.it – È recente la notizia della morte di un bambino di 6 anni del vercellese tornato da un viaggio in Africa con la famiglia. Molti sintomi che accusava sarebbero compatibili con la malaria: febbre, problemi respiratori e difficoltà a deglutire. Per il piccolo era il terzo viaggio in Guinea, a trovare i nonni che si erano trasferiti lì per motivi di lavoro. La vacanza era durata due mesi e tutto era andato bene.
«Sul caso della morte di questo bambino – afferma Susanna Esposito, direttore dell’Unità di pediatria ad alta intensità di cura della Clinica De Marchi e responsabile del Centro per il bambino viaggiatore dell’Ospedale Policlinico di Milano – nutro alcune perplessità sul fatto che sia stato opportunamente sottoposto a profilassi antimalarica e che questa sia stata condotta in maniera regolare».
La malaria è la prima minaccia sanitaria per coloro che viaggiano nei Paesi tropicali e subtropicali. Nel Mondo si contano oltre 200 milioni di casi all’anno; il contagio avviene attraverso la puntura di alcuni tipi di zanzare. Purtroppo non è ancora in commercio alcun vaccino. Per prevenirla si effettua la cosiddetta profilassi antimalarica a base di una serie di farmaci che cambiano a seconda del tipo di malaria che si vuol combattere. La profilassi va iniziata con adeguato anticipo prima di raggiungere l’area a rischio.
«Ribadisco l’importanza della prevenzione – prosegue l'esperta – Può capitare, infatti, che famiglie con bambini si rechino in Paesi a rischio per andare a visitare i propri parenti anche per un periodo prolungato e sottovalutino i rischi della malaria o si sottopongano alla profilassi in maniera saltuaria e incostante».«Vorrei sottolineare, ancora una volta, che la profilassi antimalarica è fondamentale prima di partire per Paesi tropicali o zone a rischio. Consiglio di non affidarsi a metodi fai-da-te o suggeriti tramite passaparola ma di recarsi sempre in un centro specializzato per questo tipo di malattie infettive. E, non ultimo, di assumere i farmaci in maniera corretta.
L’efficacia della profilassi antimalarica – prosegue Susanna Esposito – nei confronti della malaria mortale è quasi totale e chi acquisisce la malaria a fronte di una profilassi ben condotta presenta forme curabili. Ricordo, inoltre, che nei 6 mesi successivi al rientro da un viaggio in zone a rischio, se il bambino presenta sintomi quali febbre alta superiore a 38° o brividi persistenti, è opportuno recarsi subito al pronto soccorso. Spesso, infatti, la febbre soprattutto nei bambini viene confusa con altre patologie, per tale motivo, è importante escludere un pericolo di malaria; la malaria, infatti, nei bambini ha un’evoluzione rapida con rischi mortali.
Un ulteriore fattore da tenere in considerazione – continua la professoressa Esposito – è quello poi della predisposizione di ogni singolo soggetto a contrarre la malaria, ma questo non è prevedibile».