Sanihelp.it – Quattro ragazzi su dieci tra i 12 e i 16 anni si imbattono in episodi di cyberbullismo navigando in rete o utilizzando i social media. È il dato allarmante che emerge dalla ricerca condotta dall’Osservatorio scientifico della no-profit Social Warning Movimento Etico Digitale.
«Dai risultati emerge che, insieme all’esposizione a contenuti e immagini pornografiche e a episodi gravissimi di adescamento, il cyberbullismo è ancora oggi il fenomeno più diffuso in cui i nostri ragazzi si imbattono online – spiega il social media coach e fondatore della no profit Davide Dal Maso – I dati raccontano della difficoltà degli adulti rispetto all’impartire regole precise ed esplicite per vivere serenamente il web in famiglia, forse per il distacco e la sfiducia con cui molti di loro hanno sempre visto il digitale. Ma è sempre più necessario costruire un ponte tra genitori analogici e figli digitali per arrivare a un sano equilibrio tra vita online e offline».
Colpisce il dato che racconta che il 72,6% dei ragazzi ritenga giusto ricevere regole per approcciare la rete ma solo nel 55% delle famiglie (+ 7,4% rispetto a quanto rilevato dalla ricerca nel 2018) vengono impartite limitazioni rispetto all’uso della rete o, più in generale, regole di comportamento a cui attenersi: l’80% dei ragazzi riferisce che l’unica limitazione è legata al tempo di utilizzo. Tra le poche altre regole impartite dai genitori quella di non visitare siti porno e di mantenere chiuso il proprio profilo social.
Il 47% dei ragazzi coinvolti nello studio dichiara di non essersi mai confrontato con la famiglia sui temi dell’educazione digitale. E un ragazzo su 10 non ha mai affrontato l’argomento con nessuno. Il 32% trascorre sul web dalle due alle quattro ore al giorno e ben il 22% di loro non ha alcuna limitazione da parte della famiglia. La passione sono le piattaforme social (in testa YouTube e WhatsApp, poi Instagram e TikTok che nel 2019 ha doppiato il gradimento di Facebook. A queste l’85,4% si collega più volte al giorno.
Sugli stessi temi è incentrato il nuovo libro di Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, presidente dell'Aossicazione Nazionale Di.Te (dipendenze tecnologiche, Gap e Cyberbullismo). Si intitola Mio figlio non riesce a stare senza smartphone (Giunti Editore), e si interroga su cosa può succedere quando i ragazzi non riescono a staccarsi dal mondo digitale, scatenando una vera e propria web addiction. La terza parte è tutta dedicata ai consigli per i genitori, con le dritte da seguire per un corretto digital detox.