Sanihelp.it – Se i risultati dello spermiogramma non sono ottimali, si possono aumentare i valori con gli antiossidanti contenuti nei vegetali. Pomodori e peperoni, lenticchie e ceci, fragole e noci non devono mancare sulla tavola di chi vuole diventare papà: lo dimostra la prima ricerca italiana presentata in occasione del congresso nazionale della Società Italiana di Andrologia, secondo cui introdurre ogni giorno una certa dose di antiossidanti da frutta e verdura migliorano le condizioni degli spermatozoi in appena due mesi. La motilità raddoppia ed è quasi dimezzato l’indice di frammentazione del DNA, un parametro indicativo della buona qualità del seme maschile.
Una carenza di antiossidanti è stata dimostrata correlata al danno ossidativo sugli spermatozoi e alla frammentazione del DNA spermatico; questo, aggiunto a stili di vita non corretti e altri fattori di rischio come età, inquinamento, fumo o alcol, può contribuire a ridurre la fertilità maschile. Studi precedenti hanno dimostrato che integratori a base di vitamine C ed E, beta-carotene, folati e zinco possono sopperire alle carenze nutrizionali e a stili di vita non corretti aiutando a migliorare i parametri seminali.
Nello studio, una dieta ricca di carnitina, coenzima Q10, vitamine del gruppo B, L-arginina, zinco, acido folico e vitamina C, per un introito quotidiano fra 800 e 1000 milligrammi provenienti da circa 300 grammi di frutta e vegetali, ha comportato, dopo due mesi, che la motilità degli spermatozoi aumentasse dal 10 al 25% e, dopo che la dieta è raddoppiata, passando dal 7 al 15%, la motilità progressiva: gli spermatozoi hanno cioè movimenti attivi in cui percorrono una traiettoria rettilinea, non solo movimenti qualsiasi di testa o coda senza una progressione nello spazio. Inoltre si è verificato un miglioramento significativo in termini di frammentazione del DNA, che è pari al 7% nei controlli sani ed era del 20% prima della dieta, con l’alimentazione antiossidante è sceso al 12%.
La dieta giusta per la fertilità è perciò ricca di vitamina C da pomodori, peperoni, agrumi e fragole: questa vitamina si è già dimostrata efficace in alcuni casi di infertilità da agglutinazione degli spermatozoi. In tavola non deve mancare la vitamina B6 di frutta secca e legumi, perché ha effetti positivi anche sull’infertilità idiopatica femminile. Lo zinco di frutta secca, legumi e semi interagisce con il testosterone ed è importante per la compattazione della cromatina del DNA durante la spermatogenesi, contribuendo a evitare le frammentazioni del DNA che portano a spermatozoi di scarsa qualità.