Sanihelp.it –La pelle di un neonato ha una caratteristica ben precisa che la distingue da quella dell’adulto: l’estrema fragilità. Più sottile e meno difesa, va facilmente incontro a secchezza, rossori e irritazioni che danno fastidio al piccolo, mettono in ansia i genitori ma si possono comunque prevenire e risolvere con piccole accortezze. I consigli della dottoressa Valentina Della Valle, specialista in dermatologia al G.B. Mangioni Hospital di Lecco.
Mentre la cute di un adulto si può paragonare a un muro di mattoni e cemento, quella dei neonati è come un muro a secco: manca in sostanza di cemento cioè del collante tra le cellule che costituiscono l’epidermide, i cheratinociti, formato per lo più da materia lipidica. Questa barriera imperfetta lascia fuoriuscire l’acqua e questo porta innanzitutto la pelle a diventare secca e di conseguenza maggiormente esposta al rischio di arrossarsi e irritarsi. La presenza di uno scarso scudo protettivo lascia penetrare le sostanze esterne, in genere inquinanti, allergeni e altri elementi nocivi che possono scatenare, insieme alla secchezza, fenomeni di arrossamento e irritazione.
Per di più la cute di un neonato è anche sottile e ancora in fase di svilupppo. È quindi fragile, facile alla secchezza e alla comparsa di chiazze rosse che arrivano anche ad essere squamose e a provocare prurito. Quando questo succede il piccolo tende a grattarsi provocandosi delle piccole ma dolorose lesioni. Oltre a tenere ben corte le unghie per evitare il pericolo di infezioni è bene chiedere il parere del pediatra che al bisogno può consigliare un antistaminico per bocca, da prendere preferibilmente la sera, in modo da contenere il prurito.
Le zone più a rischio sono innanzitutto quelle sottoposte a maggiore stress come ad esempio l’area del pannolino , le pieghe della pelle per via del sudore, i lati della bocca se il bebè tiene il ciuccio. Ci sono poi aree per natura più fragili come le zone genitali e il viso che facilmente si possono arrossare per il freddo e i bruschi passaggi da un luogo riscaldato all’esterno ma persino per lo sfregamento contro la barba del papà. Quando il piccolo poi comincia la fase dello svezzamento, si introduce un’altra zona a rischio, quella della bocca dove il contatto con la pappa e la saliva può provocare irritazioni nei soggetti predisposti.
Una delle cause più frequenti di irritazione nel bebè è la dermatite atopica, una patologia che può variare molto da un punto di vista clinico passando dalle forme più lievi di pelle secca con piccole irritazioni o arrossamenti localizzati, spesso al viso soprattutto in inverno o nell’area del pannolino, alla cosiddetta crosta lattea fino a forme più impegnative estese anche a tutto il corpo. Si è di fronte a una cute imperfetta per una predisposizione genetica. Essere atopici non significa però per forza essere allergici: è possibile comunque che stimoli esterni banali, come la polvere, l’umidità, il vento, il contatto con i tessuti, soprattutto se sommati tra loro, possano danneggiare questa pelle già di fondo più delicata del normale.
Alcuni semplici gesti aiutano a tenere sotto controllo irritazioni e rossori di qualunque natura siano. Soprattutto quando fa caldo e il bebè suda molto, ad esempio, è importante prevedere anche due passaggi in acqua durante il giorno purchè sia tiepida e il tutto si concluda in massimo cinque minuti in modo che la pelle non stia eccessivamente a mollo impoverendosi e danneggiandosi con il rischio di peggiorare la condizione di irritazione e di far esordire una dermatite generalizzata.
Attenzione in modo particolare ai detergenti che devono essere specifici per i neonati e delicatissimi sempre per evitare che la cute si irriti di più: in ogni caso bastano poche gocce di prodotto da massaggiare con le mani o con una spugna naturale morbidissima. Dopo il lavaggio è utile massaggiare sulla pelle del bebè una crema emolliente, sempre di una linea specifica per i piccoli.
Se il sudore crea irritazione in modo particolare alle pieghe del corpo è utile applicare prodotti come le paste a base di ossido di zinco per asciugare l’umidità e prevenire eventuali macerazioni. E’ importante scegliere con cura gli indumenti del bebè che devono essere in fibre naturali per favorire la traspirazione: le fibre artificiali al contrario trattengono il sudore e l’umidità favorendo la macerazione della cute. Ideali sono capi in cotone di colore chiaro avendo sempre cura di tagliare le etichette che possono dar fastidio.
Attenzione poi a mantenere fresco il neonato in estate e a non coprirlo troppo in inverno, due precauzioni utili per evitare il sudore che macera la pelle. Irritazioni e rossori possono risolversi velocemente con le giuste attenzioni ma in alcuni casi, nonostante le cure, possono peggiorare e la zona può infettarsi con candida o altri germi patogeni aggravando il quadro che diventa così quello di una dermatite più significativa.
Quando si nota che il problema non recede nell’arco di poco tempo oppure in presenza di lesioni estese, croste e ulcere e anche se il piccolo è molto infastidito è fondamentale rivolgersi al pediatra e dell’allergologo che possono indicare le giuste strategie, anche farmacologiche, per contenere il fastidio ed evitare che il problema peggiori.