Advertisement
HomeMamma e bambinoAdolescenti e pandemia, oltre la metà ha sperimentato disagi

Adolescenti e pandemia, oltre la metà ha sperimentato disagi

Essere giovani oggi

Sanihelp.it – Provati dalla pandemia, stanchi da lunghi mesi di Dad, ma sempre fervidi di proposte e richieste, anche pressanti, alle istituzioni politiche e alla scuola per riprendersi il futuro.  5713 giovani tra i 14 e i 19 anni hanno partecipato, tra aprile e maggio, all'indagine online Ora parliamo noi, promossa da Cittadinanzattiva, con il sostegno non condizionato di Assosalute – Associazione Nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica.


«Le testimonianze dei ragazzi esprimono sofferenze e disagi profondi anche perché per 16 mesi si sono sentiti non considerati, silenziati, invisibili» dichiara Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva. «Ora chiedono di essere ascoltati dalle Istituzioni in merito a tutte le decisioni e ai progetti che verranno messi in opera e di poter contribuire a migliorare il proprio presente e futuro».

«L’indagine mette in luce le tante difficoltà che i ragazzi si sono trovati ad affrontare in questi mesi di pandemia e come questa abbia cambiato le loro abitudini» commenta Salvatore Butti, Presidente Assosalute. «Tuttavia, la ricerca evidenzia anche come i giovani tendano ad adottare comportamenti adeguati in ambito salute, discutendo del proprio benessere in famiglia e rivolgendosi alle figure di riferimento, medico e farmacista, quando si tratta di avere indicazioni» continua Butti.

Ecco qualche dato tra quelli rilevati dall’indagine. Più della metà degli intervistati non ha difficoltà all’utilizzo della mascherina nei luoghi chiusi e sui mezzi pubblici e il 66% ha acquisito l’abitudine di lavarsi frequentemente le mani con il sapone.

Le difficoltà aumentano quando entrano in gioco i rapporti con gli amici con i quali ben il 58% dichiara di avere difficoltà a mantenere la mascherina per tutto il tempo dell’interazione; un terzo dichiara di non aver rinunciato all’abitudine di passarsi bicchiere o bottiglia; il 57% non rinuncia a scambiarsi baci e abbracci con gli amici e, in percentuale analoga (58%), anche con parenti non conviventi.

Più della metà, il 58%, riconosce che sono aumentate tra i loro pari le forme di disagio psico-fisico. Tra i principali motivi di sofferenza vengono indicati: la lontananza dalle persone più care (75%); il divieto di potersi muovere liberamente (74%), quello di incontrare amici e compagni di scuola (71%). Ad una certa distanza ma in una percentuale superiore alla metà degli intervistati, compare la noia dello stare chiusi in casa (59%) e l’impossibilità di praticare attività sportive (50%). Anche l’assenza della scuola in presenza ha rappresentato motivo di sofferenza per più di un intervistato su tre (37%).

Di fronte ad un malessere fisico il 68% dei ragazzi si rivolge ai propri genitori o prende tempo per vedere se si tratta di un disturbo passeggero, il 49,2%. Quasi uno su sei cerca nell’armadietto di casa qualcosa che faccia al proprio caso (18%) e uno su sette (14,3%) si affida alla rete.


Poco meno della metà dei ragazzi intervistati, il 43,3%, dichiara di non aver utilizzato nell’ultimo anno farmaci o prodotti per la salute. Tra quelli più usati, invece, al primo posto vi sono gli integratori alimentari e le vitamine (40%), seguiti dagli anti dolorifici (23%) e dai farmaci da banco (17%).

Uno su venti ha fatto uso di ansiolitici e anti depressivi e circa il 5% di prodotti dietetici o per perdere peso. Per procurarsi questi farmaci e prodotti si ricorre innanzitutto ai propri genitori (57%), ma anche al proprio medico (52%), o si chiede consiglio al farmacista (36%).

Ben il 63% dei ragazzi e delle ragazze è connesso oltre tre ore al giorno in aggiunta a quelle impiegate per la Didattica a Distanza. Quando sono disconnessi, ascoltano o producono musica (57%), incontrano gli amici (55%). Poco meno della metà (48%) conversa con genitori, parenti e amici, pratica un’attività sportiva e fa una passeggiata rispettivamente il 44% ed il 38%. Si dedica alla cucina il 28% e legge il 25%.

Nell’ultimo anno la stragrande maggioranza dei giovani intervistati ha sperimentato sbalzi di umore (63%), seguiti dai disturbi del sonno (57%). Al terzo posto vengono dati in aumento i disturbi dell’alimentazione (46%), seguiti dal desiderio di stare soli (39%), e dalla consapevolezza di essere iper connessi (quasi 38%); a seguire i comportamenti verbali e fisici di aggressività verso gli altri (32,5%) ma anche episodi di autolesionismo (18%).

In aumento anche l’accesso e la visione di materiale pornografico (30%), il consumo di tabacco (31%) e di alcolici (24%), così come quello di droghe (13%) e del gioco d’azzardo (10%). Desta preoccupazione anche l’aumento degli episodi di cyberbullismo: un ragazzo su sette dichiara di avervi assistito e uno su dieci di esserne stato vittima.

Ma cosa chiedono ora i più giovani? Innanzitutto fondi per il rinnovo e l’ammodernamento degli istituti scolastici, sia dal punto strutturale che didattico.

Ai professori e ai dirigenti chiedono che la didattica sia ripensata perché hanno subito lo stress delle eccessive verifiche ed interrogazioni nelle settimane in cui erano in presenza. Per il nuovo anno chiedono modalità e spazio per dare ascolto e considerazione ai loro bisogni e per riuscire a formalizzare il vissuto di questi 16 mesi e ristabilire una relazione significativa con i propri docenti e compagni.

E sulla didattica a distanza, che tanti hanno mal sopportato ma della quale molti altri hanno intravisto gli aspetti positivi, chiedono corsi di formazione per i docenti, possibilità di alternare i gruppi a distanza e in presenza in modo da non perdere i contatti con l’intera classe, dispositivi adeguati per tutti.

Chiedono bonus per tante esigenze: per lo psicologo, per fare i viaggi in estate ma anche per le uscite didattiche del prossimo anno; per acquistare strumenti tecnologici e libri, non solo per lo studio; per praticare le attività sportive.

Sentono anche la necessità di  misure per migliorare la situazione igienica delle scuole, ad esempio attraverso la sanificazione frequente delle aule almeno una volta al mese, dispositivi più efficaci (non solo gel, ma anche ad esempio appositi dispositivi per il riciclo dell'aria).

Chiedono di estendere la campagna vaccinale ai più giovani senza incertezze e con messaggi chiari, assicurare tamponi agli studenti alla ripresa delle attività scolastiche e ad intervalli regolari, dotarli di mascherine adeguate e confortevoli.

Video Salute

Ultime news

Gallery

Lo sapevate che...