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A scuola, ma senza ansia

Massima attenzione per entrare in aula in sicurezza.

Sanihelp.it – I numeri tornano a crescere e torna la preoccupazione di una nuova chiusura. Per continuare ad andare avanti con le lezioni di cui bambini e ragazzi hanno più che mai bisogno dopo il lockdown è fondamentale evitare ansie eccessive e mettere in atto le giuste misure di prevenzione. Questi i consigli degli esperti dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma.


Bisogna innanzitutto partire dal presupposto che non è facile affrontare una situazione nuova: sono cambiate le modalità di relazione, di organizzazione degli spazi e il modo di comunicare, tutte situazioni che possono generare ansia e preoccupazione e che vanno affrontate con un atteggiamento attento ma anche positivo.

Ai genitori gli esperti del Bambino Gesù suggeriscono di impegnarsi a non trasmettere ansia ai figli rispetto alle novità: gli adulti giocano un ruolo chiave nell’aiutare bambini e ragazzi ad abituarsi alle nuove routine. A casa ad esempio con i più piccoli si possono organizzare giochi per imparare ad usare correttamente le mascherine.

Fondamentale poi prestare attenzione ai possibili segnali di stress legati a questo periodo così particolare, alterazioni nel ritmo e nella qualità del sonno, nervosismo eccessivo, cambiamenti nell’alimentazione, per poterli affrontarli insieme e tempestivamente.

L’invito agli insegnanti è quello di continuare, anche a scuola iniziata, a raccontare in modo chiaro e semplice le novità agli studenti, sottolineando l’utilità delle misure di protezione che dovranno rispettare, un modo per renderli disponibili a collaborare e a sentirsi parte attiva del cambiamento.

A loro anche il difficile compito di trovare nuove forme di comunicazione non verbale, ad esempio mimando con le mani i concetti espressi a voce, così da superare le difficoltà di comunicazione legate all’uso della mascherina. Massima attenzione, infine, ai segnali di disagio manifestati in classe.

I suggerimenti degli esperti per bambini e ragazzi: fidarsi e ascoltare con attenzione genitori e insegnanti sulle novità del ritorno a scuola senza avere paura di fare domande. Importante per loro chiarire i dubbi con l’aiuto degli adulti di riferimento e sentirsi parte di un gruppo che, insieme, cerca di proteggere tutti, soprattutto i più deboli.


Fondamentale poi tenere monitorati con regolarità i sintomi, senza sottostimarli. Il primo campanello d’allarme è la febbre. La temperatura superiore ai 37,5° o la comparsa di almeno un sintomo tra tosse insistente e senza catarro, brividi, dolore muscolare, gola infiammata e mal di testa possono indicare che il bambino sia stato infettato dal virus SARSCoV2.

In ogni caso la febbre oltre i 37,5°, che non scende nemmeno con gli antipiretici, è il primo segnale importante. Se si sospetta che il bambino sia entrato in contatto stretto con un caso confermato o probabile di COVID-19 nei 14 giorni precedenti la comparsa dei primi sintomi, è importante che rimanga a casa e che venga contattato il pediatra, che identificherà i sintomi e, a seconda della loro gravità, potrà far eseguire i test necessari.

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