Sanihelp.it – C'è che le indosserebbe in ogni occasione e chi invece non le sopporta, c'è chi le usa per tutta l'estate e chi invece si limita a metterle per andare in spiaggia: parliamo di infradito, le calzature più utilizzate durante i mesi caldi. Se il loro uso era un tempo più relegato alla vita da mare, con gli anni le infradito si sono fatte spazio e hanno conquistato visibilità sempre maggiore.
Attenzione però: se per gli affezionati delle infradito, queste calzature sono sinonimo di comodità, per gli esperti di ortopedia e traumatologia, infradito significa anche danno per i nostri piedi. Gli esperti ne raccomandano un uso oculato, i danni delle ciabattine più famose possono essere importanti; secondo un rapporto della sanità inglese infatti le infradito sono più dannose di un tacco 12 e responsabili dei problemi di oltre 200.000 pazienti l’anno.
La suola piatta, l'assenza di arco plantare e la mancanza di ammortizzazione non garantiscono alcun supporto al calcagno, contribuendo anche all'insorgenza del piede piatto. Il corpo si trova inoltre costretto a modficare la postura, per impedire lo scivolamento della ciabatta infatti la falcata viene spostata all’esterno, con rischio di infiammazione di muscoli e tendini di piede e polpaccio.
Tra i rischi gli specialisti segnalano anche le infezioni dovute allo sfregamento di alluce e illice (o secondo dito) e la possibilità di infortuni per chi le utilizza per lunghe passeggiate o per guidare.
Gli esperti consigliano di alternare alle infradito dei sandali sportivi aperti che lascino traspirare il piede, ma provvisti di lacci per tenerlo fermo e di plantare anatomico per sostenere il tallone.
E per le donne, la sera via libera a un paio di tacchi: sono sufficienti 3-4 centimetri per distribuire bene il peso tra tallone e avampiede senza rischi per la postura.