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Migliorare la performance? La Scienza ci spiega come

Sanihelp.it – Si è appena concluso a Milano (14 e 15 marzo) il congresso Science in Nutrition 2014 organizzato dalla Fondazione Paolo Sorbini, che ha visto riuniti i massimi esperti nel campo della nutrizione e integrazione. Durante la seconda giornata di lavori si è parlato di sport ed in particolare di come una corretta alimentazione possa davvero fare la differenza per un atleta in termini di performance. Ciò è valido ovviamente non solo per chi pratica attività fisica a livello agonistico, ma anche per amatori e neofiti che, proprio perché sono alle prime armi e/o si allenano per divertirsi e rimanere in forma, spesso non danno il giusto peso a ciò che mettono nel piatto.  


«Gli infortuni sportivi sono comuni e costosi per l'atleta professionista, il “guerriero del weekend”, e per la comunità» ha spiegato Morten Bryhn, medico norvegese specialista in cardiologia e medicina interna «Le quattro caratteristiche dell’infiammazione, dolore, gonfiore, arrossamento e calore  sono il risultato di una risposta infiammatoria adeguata all'obiettivo di portare il tessuto colpito di nuovo alla normalità (in latino: restitutio ad integrum). La crio-terapia alle parti colpite e l’uso di farmaci anti-infiammatori sono ampiamente utilizzati, ma possono impedire la guarigione». Continua il relatore: «Il processo di guarigione è controllato da acidi grassi della serie omega-3 e omega-6. Per facilitare la guarigione questi acidi grassi devono essere presenti in quantità significative nei tessuti colpiti prima che si verifichi il trauma. Questo è particolarmente rilevante per gli acidi grassi omega-3 di origine marina che sono spesso ridotti a causa di un’assunzione di pesce di solito insignificante nelle persone che praticano sport».
 
Omega 3 dunque per prevenire e curare gli infortuni e spegnere l’infiammazione, ma anche polifenoli (di cui sono ricche frutta e verdura) come spiega il prof. Enrico Arcelli, dietologo e medico dello sport nonché Presidente dell’Equipe Enervit: «In seguito all'esercizio, il muscolo produce sostanze infiammatorie, come per esempio l’interleuchina-6, l'aumento della quale è di oltre 100 volte dopo una seduta di allenamento intensa. Studi recenti hanno evidenziato l’effetto positivo dei polifenoli per mitigare il processo infiammatorio che segue l’allenamento». Continua il professore: «I polifenoli sono una classe di sostanze di origine vegetale caratterizzate dalla presenza di una o più unità strutturali fenoliche. Nelle piante essi svolgono un ruolo di difesa dagli attacchi dei patogeni o dallo stress indotto da un danno chimico o fisico. Questi composti esercitano la loro azione protettiva anche negli animali. Un possibile meccanismo generale che spieghi l’azione terapeutica dei polifenoli si riferisce alla loro capacità di promuove l’iperespressione di geni inducibili altamente protettivi, coinvolti nella risposta allo stress cellulare, come per esempio l’attivazione della segnalazione Nrf2. L’Nrf2 è un regolatore centrale della risposta adattiva allo stress ossidativo, ma sono pochi gli studi che hanno indagato il suo ruolo nella modulazione di invecchiamento e longevità. L’attivazione della via Nrf2 può inibire la produzione o l’espressione di mediatori proinfiammatori, tra cui citochine per esempio. Pertanto, sostanze che siano in grado di indurre efficientemente l’Nrf2, come curcumina, catechine, antocianine, delfinidine (di cui è ricco il maqui) e altri polifenoli, potrebbero essere considerati mezzi efficaci per mitigare lo stress ossidativo indotto dall’esercizio fisico, ridurre il danno muscolare e migliorare la prestazione nell’attività di endurance».

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