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Pirosi gastrica

COLLEGAMENTI

Pirosi gastrica

La malattia è anche conosciuta come:
acidit? gastrica, bruciore di stomaco, bruciore retrosternale, pirosi, reflusso gastro-esofageo


In Italia, si stima che il bruciore di stomaco affligga in modo ricorrente otto milioni di persone, soprattutto donne. Tra le cause, stress, alimentazione scorretta e cattive abitudini di vita. La novità è un farmaco che spegne l’incendio con una sola compressa.

Categoria: Malattie apparato digerente


Che cos’è – Pirosi gastrica

Quando lo stomaco brucia

In Europa, fino al 45% degli adulti sperimenta disturbi di reflusso gastrico, tra cui la pirosi, cioè il bruciore di stomaco. La pirosi è il sintomo gastrointestinale più frequente nelle popolazioni del mondo occidentale, in quanto legato ad alterata motilità o funzionalità digestiva (dispepsia funzionale). In Italia, si stima che questo problema affligga in modo ricorrente otto milioni di persone.

Circa il 24% della popolazione è affetta da episodi quotidiani di pirosi. Episodi di pirosi cronica possono verificarsi per lunghi periodi di tempo, da meno di un anno (15%) a più di 10 anni (29%). In Italia, tra le persone che soffrono di bruciore di stomaco, il 40% ne è colpito una o due volte alla settimana.

La pirosi è una malattia cronica, caratterizzata cioè da fasi di acutizzazione e di remissione dei sintomi e senza possibilità di risoluzione definitiva, ma non ha ripercussioni serie sulla salute (se non in rari casi, quando è causa, per esempio, di anemia o forte perdita di peso).

Può avere, però, notevoli implicazioni sulla qualità della vita: interferisce sul riposo notturno (66% dei casi), comporta l’eliminazione dalla dieta di particolari cibi e bevande (37%), limita la produttività lavorativa e costringe chi ne soffre a rinunciare a eventi ricreativi e sociali (22%), provoca inappetenza e cattivo umore e altera il rapporto psicologico con il cibo.

È stato dimostrato che le malattie da reflusso hanno il più forte impatto sul benessere psico-fisico e sulla vitalità: circa l'80% delle persone con frequenti attacchi di pirosi segnala disturbi notturni e il 75% di questi che il proprio sonno ne è risultato influenzato.
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Bruciore: stress e dieta tra le cause

Le cause principali di pirosi gastrica sono le patologie dello stomaco e del duodeno, sia funzionali sia organiche (per esempio, ulcera peptica). Oggigiorno la causa più frequente è la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) nelle sue varie forme, specialmente quando il bruciore tende a irradiarsi prossimalmente.
La malattia da reflusso gastroesofageo può essere scatenata dai pasti e da particolari atteggiamenti posturali (per esempio, chinarsi in avanti) o dai bruschi incrementi della pressione endoaddominale.

A un certo punto della vita, una persona su quattro è destinata a sviluppare la GERD, a causa dell’invecchiamento progressivo della popolazione. La prevalenza maggiore risulta negli Stati Uniti (13-29%), in Svezia (17%), nel Regno Unito (10%) e in Spagna (10%).

La pirosi è peggiorata da fattori collegati allo stile di vita, come un’indigestione, l'assunzione di particolari tipi di cibi, il fumo, la gravidanza (sia per l’azione del progesterone che per l’ingrandimento dell’utero) e l'utilizzo di abiti attillati. Fra gli alimenti che possono causare pirosi vi sono: cibi speziati, fritti e grassi, cipolle, aglio, cioccolato, menta piperita, alcol, caffè, tè e bevande gasate.

Anche l’assunzione di farmaci antinfiammatori e antidolorifici come quelli a base di acido acetilsalicilico o di medicinali potenzialmente causa di lesioni gastriche o duodenali può determinare la comparsa di pirosi gastrica. Molti farmaci usati nella terza età, come le benzodiazepine (una classe di ansiolitici), alcuni farmaci usati per il diabete e l’ipertensione, sono coinvolti in questo meccanismo.

Pure il sovrappeso e lo stress sono importanti fattori di rischio. Il grasso corporeo in eccesso, infatti, aumenta la pressione sullo stomaco che spinge il contenuto gastrico verso l’alto, nell’esofago, provocando la comparsa della pirosi. Per quanto concerne lo stress, in molti casi chi soffre di bruciore di stomaco ricorrente riconosce nello stile di vita frenetico un contributo importante allo sviluppo del disturbo. Inoltre, la tensione/paura per la possibile comparsa del bruciore può avviare il cosiddetto ciclo del bruciore di stomaco.

«Attenzione però a non sopravvalutare questi fattori – avverte il professor Vincenzo Savarino, Professore Ordinario di Gastroenterologia presso il Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Genova – Stress e alimentazione sono concause, peggiorano il quadro ma non causano, da soli, la malattia. Infatti, anche se è vero che alcuni cibi possono aggravare i sintomi del bruciore di stomaco e che spesso tale bruciore si manifesta dopo i pasti, molte persone soffrono di tale disturbo a prescindere da cosa mangiano».
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Pirosi: un incendio in rosa

Secondo una recente ricerca, la pirosi colpisce prevalentemente le donne. In Italia, in particolare, il rapporto uomo-donna è di circa 1:2.

Tuttavia, si suppone che il problema sia rappresentato anche nella popolazione maschile ma sottostimato, perché gli uomini si vergognano di parlarne con la partner o il medico, sottovalutano il problema pensando che passerà da solo e sono negligenti e meno costanti delle donne nel curarsi. Inoltre, la maggior parte delle volte è la donna che si reca in farmacia per acquistare i medicinali.

L'età media degli italiani che soffre di bruciore di stomaco è di 41 anni. Il 36% dei sofferenti si concentra nella fascia 45-54. Il lavoro e lo stato familiare sembrano essere altre due variabili importanti: nel nostro Paese, infatti, il bruciore di stomaco colpisce prevalentemente persone che lavorano (nel 70% di casi), sposate (55%) e con una famiglia di oltre tre componenti (67%).

Parzialmente diversa, per esempio, la situazione in Inghilterra, dove sono principalmente i disoccupati a soffrire di pirosi (58%), e in Francia, dove tale disturbo colpisce sopratutto le persone con un nucleo familiare composto da una o due persone(56%).

Gli italiani che soffrono frequentemente di bruciore di stomaco, così come i francesi, indicano nello stress/ansia la prima causa del disturbo seguita da una cattiva alimentazione, mentre per gli inglesi è proprio quest’ultima il primo fattore determinante per lo sviluppo della pirosi.

Secondo le statistiche, chi soffre frequentemente di bruciore di stomaco ama trascorrere il tempo libero con la propria famiglia (67%), invitare amici a casa (48%) e godere dei piaceri della tavola (43%). Caratteristiche che gli italiani condividono sia con i francesi sia con gli inglesi.

In generale, il bruciore di stomaco è percepito come un problema fastidioso. Per gli italiani che ne soffrono, è particolarmente importante curare tale disturbo per evitare che si trasformi in una patologia più grave (57%); inoltre si sentono molto limitati, sia in termini di alimentazione quotidiana sia di attività da svolgere (37% e 26%) e infine si sentono arrabbiati con se stessi perché ritengono di essere la causa del disturbo (25%).
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Prevenzione – Pirosi gastrica


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10 regole anti-bruciore

Applicare piccoli accorgimenti permette di evitare i disturbi gastrici o gastro-esofagei, soprattutto in chi è predisposto:

1. Mangiare poco e di frequente, e non nelle due-tre ore prima di coricarsi. Evitare il pasto unico (cioè solo pranzo o solo cena) e le grandi abbuffate.

2. Evitare alcuni cibi: cibi speziati, fritti e grassi, cipolle, aglio, cioccolato, menta piperita, alcol, caffè, tè e bevande gasate.

3. Mangiare lentamente e masticare ogni boccone: si ha una migliore triturazione dei cibi che facilita l’attività digestiva perché riduce il loro tempo di permanenza nello stomaco.

4. Stare seduti diritti durante i pasti.

5. Non fumare dopo i pasti o tra una portata e l’altra. Fumare favorisce il bruciore di stomaco. Tale disturbo si verifica quando lo sfintere esofageo (valvola che sta tra l’esofago e lo stomaco) si rilassa permettendo al contenuto acido dello stomaco di risalire nell’esofago. Le sostanze contenute nelle sigarette provocano proprio il rilassamento di tale valvola.

6. Non sdraiarsi subito dopo aver mangiato: si rischia che il cibo risalga fino all’esofago e provochi reflusso gastrico. Aspettare almeno tre ore prima di coricarsi.

7. A letto, tenere la testa sollevata di qualche centimetro per far sì che la forza di gravità ostacoli la risalita degli acidi.

8. Evitare di praticare attività fisica intensa prima o dopo i pasti. Al contrario, una passeggiata è consigliata perché aiuta la digestione e lo svuotamento gastrico. L’esercizio fisico moderato e costante non solo contribuisce a ridurre lo stress, che può intensificare il bruciore di stomaco, ma può anche alleviare i sintomi del disturbo e aiuta a mantenere in movimento fisiologico l’apparato digerente.

9. Evitare gli abiti attillati, specialmente intorno alla vita.

10. No ai digestivi: caffè e ammazzacaffè non aiutano la digestione, ma sono causa di bruciore di stomaco. L’alcol stimola la produzione di acido cloridrico che irrita le pareti dello stomaco. Non a caso, gli alcolisti cronici soffrono di pirosi, gastrite e ulcere.
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Sintomi – Pirosi gastrica


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Pirosi: il bruciore vien di notte

La pirosi viene tipicamente descritta dalle persone che ne soffrono come una sensazione di bruciore nella parte alta mediana dell’addome, in corrispondenza della proiezione anatomica dello stomaco che, dallo stomaco o dal basso torace, tende a irradiarsi verso l’alto, in sede retro-sternale, e arrivare talora fino al collo.

Insieme con il rigurgito acido, la pirosi gastrica è il principale sintomo di un disturbo noto come reflusso gastro-esofageo che nel tempo può evolvere in una vera e propria patologia, chiamata malattia da reflusso gastro-esofageo (GERD).

Nella GERD, episodi di pirosi si verificano almeno due volte la settimana, nel corso del giorno ma soprattutto della notte, con effetti negativi sulla qualità della vita. Nei casi più seri possono comparire sintomi come respiro affannoso, persistente tosse (notturna) e difficoltà a deglutire.

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Cura e Terapia – Pirosi gastrica


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Tre farmaci per spegnere il bruciore

Lo stile di vita e le abitudini alimentari sono tra i fattori da prendere in considerazione per combattere la pirosi. Quando però il disturbo non si risolve correggendo le abitudini alimentari e comportamentali, è consigliabile abbinare a questi consigli un trattamento farmacologico della patologia.

Nella maggior parte dei casi, la pirosi è legata alla presenza di acido in eccesso o da un'ipersensibilità allo stesso, pur in quantità normale. Nel caso della malattia da reflusso gastroesofageo la pirosi è dovuta alla eccessiva quantità di acido nel posto sbagliato (nell’esofago invece che nello stomaco).

Pertanto, la migliore misura terapeutica è quella di ridurre la produzione di acido da parte dello stomaco o di tamponare chimicamente con una base (antiacidi) l’eccesso di acido.

La terapia farmacologica tradizionale contro il bruciore di stomaco prevede tre diversi tipi di trattamento:

1. gli antiacidi, i quali neutralizzano, dal punto di vista chimico (in quanto basici), l’acido presente nello stomaco; agiscono rapidamente ma il loro effetto dura poco (una-due ore), richiedono pertanto ripetute dosi quotidiane: ciò comporta una scarsa aderenza alla terapia da parte del paziente e una certa incidenza di effetti collaterali avversi

2. gli H2-antagonisti, che riducono la secrezione di acido dalle cellule della mucosa gastrica bloccando il recettore H2; hanno un’efficacia parziale (perché inibiscono solo una delle vie metaboliche coinvolte nella produzione di acido) e hanno un effetto che copre sei-12 ore

3. gli inibitori della pompa protonica: agiscono direttamente all’origine del problema perché, come dice il nome stesso, bloccano la pompa protonica, una struttura presente nelle cellule dello stomaco che produce acido cloridrico, portando così un sollievo prolungato e duraturo dal bruciore; hanno una durata d’azione antisecretiva molto più lunga rispetto alle altre due categorie di farmaci: spesso un’unica dose giornaliera è sufficiente per ottenere l’efficacia terapeutica desiderata.

Gli inibitori della pompa protonica sono la classe di farmaci più promettenti nella gestione dei disturbi gastro-esofagei. «Si tratta dei farmaci antisecretivi più potenti oggi disponibili perché bloccano l’attività dell’enzima H+K+ ATPasi presente nella parte apicale delle cellule parietali acido-secernenti, indipendentemente dalla tipologia dello stimolo che eccita le cellula – spiega il professor Vincenzo Savarino, Professore Ordinario di Gastroenterologia presso il Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Genova – Gli H2 antagonisti, invece, sono capaci di bloccare solo uno dei recettori che possono stimolare la cellula parietale a produrre acido, i recettori H2 istaminergici.
Gli altri due recettori capaci di stimolare la secrezione di acido, quello gastrinergico e quello colinergico, non sono influenzati dai farmaci H2 antagonisti e ciò spiega il loro minore effetto acidosoppressivo rispetto agli inibitori della pompa protonica».
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La novità: pantoprazolo senza ricetta

È oggi disponibile senza obbligo di prescrizione medica un nuovo medicinale a base di pantoprazolo, un principio attivo della classe degli inibitori della pompa protonica, per eliminare il bruciore di stomaco e altri sintomi del reflusso gastro-esofageo negli adulti sopra i 18 anni.

Grazie alle sue peculiari proprietà, il pantoprazolo fornisce un approccio innovativo nella cura della pirosi: inibendo la pompa protonica, riesce a ridurre la secrezione acida e ne previene l’iperacidità.

La molecola si distingue da quelle contenute in altri farmaci di automedicazione disponibili in Italia contro il bruciore di stomaco perché, assumendo una sola compressa da 20 mg in qualsiasi momento del giorno (preferibilmente mezz’ora prima della colazione), è in grado di ridurre l'eccessiva acidità fino a 24 ore. Si ottiene in questo modo un sollievo prolungato dal bruciore di stomaco e dagli altri sintomi collegati al reflusso gastrico.

«L’efficacia antisecretiva del pantoprazolo è stata ampiamente documentata in numerosi studi di fisiofarmacologia e clinici nel corso degli ultimi anni – spiega il professor Vincenzo Savarino, Professore Ordinario di Gastroenterologia presso il Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Genova – Il suo utilizzo nelle varie malattie acido-correlate ha permesso di conseguire risultati benefici nell’80-90% dei casi.

Il vantaggio maggiore rispetto agli altri inibitori della pompa protonica è rappresentato dalla minore interazione con altri farmaci, che vengono comunemente usati nella terapia di molte malattie cardiologiche, neurologiche, psichiatriche, eccetera. Tale evenienza è molto frequente, perché molti malati reflussori hanno età avanzata e sono spesso polimedicati per la concomitanza di altre patologie richiedenti trattamenti cronici. Gli altri inibitori della pompa protonica, particolarmente l’omeprazolo e il lansoprazolo, interferiscono molto di più con i suddetti farmaci, aumentandone o riducendone l’efficacia, in maniera da risultare anche pericolosi».

Il pantoprazolo risulta particolarmente indicato per le persone che soffrono di frequenti episodi di bruciore di stomaco (due o più volte la settimana). L’effetto prolungato (24 ore), l’efficacia elevata (allevia i sintomi sin dal primo giorno) e la provata tollerabilità (il principio attivo è prescritto a livello mondiale da oltre 15 anni e si è dimostrato ben tollerato) ne fanno la molecola più efficace nella lotta al bruciore di stomaco.

Per quanto riguarda l’uso in gravidanza, studi condotti sui primi inibitori della pompa protonica negli anni ’80 su donne nel primo trimestre di gravidanza (quando è più alto il rischio teratogeno sul feto), così come alcune meta-analisi più recenti, hanno confermato che questi farmaci non hanno effetti dannosi né sulla madre né sul feto. Alle donne in gravidanza, tuttavia, si sconsiglia l’uso in automedicazione ma è preferibile riferirsi al medico.

Come tutti i farmaci di automedicazione, pantoprazolo è un farmaco sintomatico, indicato per cure di brevi periodi (due-quattro settimane); nel caso il disturbo non si risolva, peggiori o provochi complicazioni (forte perdita di peso, anemia, ecc.) è bene consultare il medico. È anche consigliabile, al momento dell’acquisto, riferire al farmacista se si stanno seguendo altre terapie.
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Dieta – Pirosi gastrica


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Bruciore di stomaco: i cibi sì e i cibi no

Che ruolo gioca l’alimentazione nel prevenire o causare il bruciore di stomaco? «L’alimentazione, contrariamente a quanto si possa pensare, non rappresenta la causa principale dei bruciori allo stomaco, anche se specifici cibi, abitudini alimentari sbagliate e combinazioni dietetiche possono favorire episodi di pirosi», spiega la dottoressa Lina Oteri, Dietista Responsabile A.O.O.R. Papardo–Piemonte (ME).

Quali sono le principali regole da tenere a mente per coloro che soffrono di pirosi? «In generale possiamo dire che i cibi più elaborati sottopongono il nostro stomaco a un superlavoro, per cui mi sento di consigliare una dieta semplice e varia e pasti piccoli e frequenti».

Alcuni cibi vanno evitati e altri, invece, consigliati. «Alcuni alimenti determinano un aumento della secrezione gastrica irritando la parete dello stomaco come, per fare un esempio, i cibi piccanti, le spezie, i sottaceti e le salamoie. I pomodori sono alimenti già di per sé acidi, come gli agrumi. Il caffè, l’alcol, i cibi grassi, le minestre di brodo di carne e l’aceto favoriscono l’aumento dell’acidità gastrica. Questi alimenti vanno non proprio eliminati dalla dieta, ma limitati.
Al contrario cibi come yogurt, carni bianche, pesce e verdure cotte sono ben tollerate dallo stomaco e consigliate in soggetti affetti da gastrite».

Ma oltre che la qualità e quantità dei cibi che assumiamo, un ruolo importante lo riveste l’igiene di vita. «Una buona masticazione è utile: bisogna evitare di mangiare avidamente perché non solo sottoponiamo lo stomaco a un superlavoro ma, riempiendolo, favoriamo il reflusso verso l’esofago che porta al bruciore retrosternale tipico della risalita del succo gastrico nell’esofago. È anche importante cercare di mangiare limitatamente e più volte nella giornata, evitando il pasto unico», conclude l’esperta.
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Glossario per Pirosi gastrica – Enciclopedia medica Sanihelp.it


 – Antiacidi

 – Dispepsia

 – Gastrite

 – Pirosi

 – Sfintere


Farmaci


 – OMEPRAZOLO EG*14CPS 10MG

 – OMEPRAZOLO EG*14CPS 20MG

 – RANIDIL 75*10CPR 75MG

 – RANITIDINA DOC G*10CPR RIV75MG

 – SENSIGARD*10CPR RIV 75MG

Tag cloud – Riepilogo dei sintomi frequenti

tosse
difficoltà della respirazione (quando si sta sdraiati)
difficoltà della deglutizione
riflusso
rigurgito
bruciore di stomaco

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