Advertisement
HomeEnciclopedia medicaPediculosi del capo

Pediculosi del capo

COLLEGAMENTI

Pediculosi del capo

La malattia è anche conosciuta come:
ftiriasi, infestazione da pidocchi, pediculus humanus corporis, pidocchio, pidocchio del capo


Minuscoli ma agguerritissimi: sono i pidocchi, ospiti indesiderati di circa un milione e mezzo di bambini italiani all’anno. Ancora legati a falsi pregiudizi, come la scarsa igiene e l’obbligo di rasare i capelli, in realtà i pidocchi sono più facili da sconfiggere di quel che si pensa. Come? Leggi qui.
Categoria: Malattie dermatologiche
Sigla: PHC

Le ultime news per Pediculosi del capo:

Che cos’è – Pediculosi del capo


Epidemia da pidocchi: tutta la verità

Non ha più senso al giorno d’oggi parlare di pidocchi: FALSO.
La pediculosi del capo rappresenta ancora oggi una problematica di primo piano nonché un’emergenza sociale. Il fenomeno infatti è in continuo aumento anche nei paesi industrializzati, coinvolgendo ogni anno circa un milione e mezzo di persone solo in Italia: è ormai un problema che tocca annualmente oltre 500.000 famiglie. In Europa, la prevalenza nella popolazione generale è dell’1-3%.

È causa frequente di giornate scolastiche perse: VERO.
Essendo frequente soprattutto nei bambini che frequentano le comunità (asili, scuole elementari e medie, collegi, aree di gioco, parchi), e soprattutto durante il periodo scolastico (da ottobre a maggio), la pediculosi è un’importante causa di perdita di giornate scolastiche: negli Stati Uniti si calcola che faccia perdere annualmente 40 milioni di giornate di scuola.

Le famiglie non denunciano il problema per vergogna: VERO.
In Italia c’è molta riluttanza da parte delle famiglie a denunciare il problema (soprattutto a partire dal 1991, anno in cui è cessata l’obbligatorietà della denuncia), che spesso viene vissuto con un senso di vergogna. In realtà il pidocchio colpisce trasversalmente tutte le classi sociali e non è collegato a condizioni igieniche (anzi la scienza afferma che il pidocchio predilige i capelli puliti!).

Contagia solo i bambini: FALSO.
Il contagio avviene quasi esclusivamente attraverso il contatto testa-testa e ciò spiega la ragione per la quale ne siano colpiti principalmente i bambini, a causa della facilità di contatto a scuola: le statistiche indicano un’elevata prevalenza dai 4 ai 12 anni di età (periodo in cui la funzionalità delle ghiandole sebacee è ancora ridotta). Ciò comunque non esclude un contagio diretto con la mamma e gli altri adulti. Infatti è possibile, anche se più rara, una trasmissione per via indiretta tramite scambio di indumenti (cappelli o cappotti) o di pettini, spazzole e fermagli per capelli.

Non tutte le teste sono uguali per il pidocchio: VERO.
Il pidocchio si è ancestralmente adattato a vivere soprattutto su capelli cilindrici e a sezione rotondeggiante, come quelli dei Caucasici. È invece meno frequente negli individui con pelle scura e capelli molto ricci, per tre motivi: il maggior quantitativo di sebo sulla superficie cutanea, il pH più acido della cute del cuoio capelluto e la sezione ovale del fusto dei capelli.

La diffusione dipende anche dal clima: VERO.
Il clima è un fattore predisponente secondario, sebbene la pediculosi sia più frequente nei climi temperati e caldi: il pidocchio vive meglio alla temperatura di 29-30°, mentre sotto i 25° non ovidepone.

Ai pidocchi piacciono le femminucce: VERO.
La pediculosi è lievemente più frequente nelle femmine. Le madri sarebbero più colpite dei padri a causa dei contatti frequenti e ravvicinati con i figli.
4565



nascondi

Pediculus Humanus Capitis: ritratto del nemico

VARIETà. L’uomo può essere parassitato da 3 sottospecie di pidocchi: Pediculus Humanus Capitis (pidocchio del capo), Pediculus Humanus Corporis (pidocchio del corpo) e Pthirus Pubis (pidocchio del pube o piattola). Nel complesso, il primo è molto simile al secondo, sebbene un po’ più piccolo. Il pidocchio del corpo deriverebbe da un’evoluzione di quello del capo, dopo che l’uomo ha cominciato a vestirsi. Le due sottospecie non si distinguono geneticamente.

HABITAT. Il Pediculus Humanus Capitis è un ectoparassita obbligato permanente e strettamente ospite-specifico: attua cioè l’intero ciclo vitale sul cuoio capelluto dell’uomo. I pidocchi possono dunque vivere solo a contatto con il corpo umano (non possono contagiare gli animali). Abbandonano una testa solo quando costretti a trasferirsi su un nuovo ospite: questo succede, per esempio, in caso di febbre alta e prolungata o dopo la morte dell’ospite.

FORMA E DIMENSIONI. Ha una forma ovoidale, allungata o approssimativamente ellittica, è appiattito in senso dorso-ventrale ed è privo di ali (attero), conseguenza dell’adattamento dell’ospite. Il maschio è lungo 2-3 mm, la femmina 3-4 mm.

COLORE. Marrone-rossastro, generalmente più scuro di quello del pidocchio del corpo. La pigmentazione aumenta dopo un pasto a base di sangue, che è facilmente visibili, al microscopio, attraverso la cuticola.

ARTI. Ha 6 zampe, costituite da coxa, trocantere, femore, tibia e tarso: quest’ultimo termina con uncini dentellati a pinza.

EMIVITA. Ha un ciclo vitale di circa 30 giorni nei quali la femmina arriva a produrre fino a 140 uova che, saldamente attaccate alla base dei capelli, garantiscono il perpetuarsi della specie. Vive 4-6 settimane, eccezionalmente 8, e muore in 1-3 giorni se lontano dall’ospite; tuttavia, dopo un pasto, può vivere anche fino a 10 giorni.

ALIMENTAZIONE. Si nutre solo di sangue umano (insetto ematofago), e con una certa frequenza (ogni 2-3 ore), dovuta al fatto che, ogni volta che succhia sangue, deve esercitare un’elevata differenza di pressione per superare la viscosità del sangue.

FECI. Si presentano sotto forma di una finissima polvere di colore bruno-nero che si può riscontrare, seppur raramente, sul colletto delle camicie o sul cuscino.
4566



nascondi

Lendini: così nasce un pidocchio

Ventiquattro ore dopo la fecondazione la femmina del pidocchio comincia a deporre le uova, chiamate lendini, sul cuoio capelluto dell’ospite. Vengono deposte da 4 a 10 uova al giorno, eccezionalmente fino a 20. Le uova si schiudono dopo 7-10 giorni. Una volta schiuse, le lendini vuote rimangono adese al capello, seguendolo nella sua crescita.
Nel corso della vita, una femmina può deporre complessivamente 55-300 lendini. Il numero delle lendini (da una decina a centinaia) è molto variabile da paziente a paziente e dipende soprattutto dalla durata dell’infestazione.

Le lendini sono ovali o piriformi, opache e di colore grigiastro, se vitali, mentre si presentano biancastre e semi-trasparenti dopo la fuoriuscita della ninfa. Le dimensioni sono di 0.5-1 mm di lunghezza x 0.3 mm di larghezza: sono quindi ben visibili a occhio nudo.

Sono saldamente ancorate con il polo inferiore alla base del capello, in corrispondenza dell’ostio follicolare, mediante un secreto sintetizzato dalle ghiandole colleteriche, annesse all’apparato riproduttore. Alla microscopia elettronica a scansione, la lendine appare completamente fusa al capello in una sorta di manicotto.

Sul fusto del capello le lendini sono disposte a fila indiana o a grani di rosario, in numero di 2-3. La distanza delle lendini dall’ostio follicolare permette di calcolare da quanto tempo dura l’infestazione, considerando che i capelli crescono di 0.3-0.4 mm al giorno.
4567



Sintomi – Pediculosi del capo


nascondi

Un unico sintomo: il prurito

Generalmente il primo sospetto di un avvenuto contagio da pidocchi si ha quando il soggetto accusa prurito alla testa, dovuto alle morsicature degli insetti. Tuttavia, questo sintomo non è sempre presente: sono stati pubblicati studi in cui il prurito era riscontrato solo nel 14-36% dei pazienti. In un altro studio, il 53% dei pazienti era portatore asintomatico. Inoltre il prurito può essere un sintomo a insorgenza tardiva, quando l’infestazione è ormai massiva.

Il prurito può essere diffuso a tutto il cuoio capelluto oppure essere caratteristicamente localizzato alle regioni temporo-parietale, retro-auricolare e occipitale. Inoltre, si può estendere alla parte superiore del dorso e alle spalle (prurito a mantellina) e, più raramente, alla fronte, alle orecchie e al collo.

Il prurito è spesso molto intenso: questo spiega perché si possano riscontrare escoriazioni e abrasioni lineari da grattamento, croste (esito di lesioni siero-ematiche), papule e vescicole eritematose escoriate, follicoliti pustolose e impetiginizzazione.
I rash diffusi eritemato-papulosi, roseoliformi o morbilliformi, che costituirebbero l’espressione clinica di un processo di sensibilizzazione verso proteine salivari e/o le feci del pidocchio, sono rari.

L’altro segnale dell’infestazione è la presenza delle uova, ben visibili dietro alle orecchie e alla base del collo (i pidocchi adulti sono invece più difficili da individuare). La presenza di pidocchi può rivelarsi tale quando sono presenti sul cuscino una polvere secca e nera o residui di colore grigio.
In pazienti con infestazioni di lunga data, sono stati eccezionalmente riscontrati pidocchi anche alle sopracciglia, alle ciglia (Pediculosis Palpebrarum, che nulla ha a che vedere con il coinvolgimento cigliare da Phtirus Pubis), alla barba, alle ascelle e al pube.

Infine in letteratura sono stati riportati casi di pediculosi del capo accompagnata da astenia, depressione, irritabilità, febbre, cefalea, mialgie e pallore al volto. Se questi sintomi esistono, sono sicuramente molto rari.
4568



Diagnosi – Pediculosi del capo


nascondi

Pediculosi del capo: diagnosi e complicanze

La diagnosi di pediculosi del capo è, nella grande maggioranza dei casi, abbastanza facile: il paziente tipico è molto spesso un bambino che presenta un prurito intenso, localizzato soprattutto alla regione temporale, retro-auricolare e nucale. L’esame obiettivo evidenzia la presenza di lendini, che sono saldamente adese al fusto del capello. Gli insetti adulti sono in quantità modesta (generalmente non più di 10 su tutto il cuoio capelluto) o non osservabili. Il riscontro delle lendini può essere difficile nei bambini con capelli molto chiari.

La presenza delle lendini non sempre costituisce un marker di infestazione in fase attiva: le uova possono persistere vuote, adese al fusto dei capelli, per intere settimane dopo la terapia.

Un criterio per diagnosticare un’infestazione in fase attiva è la distanza delle lendini dal cuoio capelluto. Secondo i Centers for Disease Control (CDC) di Atlanta, la diagnosi di pediculosi in atto può essere fatta solo quando la maggior parte delle lendini è a una distanza inferiore a 6-6.5 mm dal cuoio capelluto.

L’utilizzo di un pettine a denti fitti, con una distanza tra i denti inferiore a 0.3 mm, su capelli bagnati, può essere utile per la diagnosi, in quanto permette l’identificazione degli adulti in proporzione doppia rispetto ai casi diagnosticati con la sola ispezione diretta. Nei casi dubbi, l’esame microscopico delle lendini è dirimente.

La pediculosi del capo può entrare in diagnosi differenziale con la forfora, la dermatite seborroica, la dermatite atopica, la psoriasi, la pseudotigna amiantacea, la tricoressi nodosa, la monilethrix, il lichen simplex cronico, l’impetigine, le follicoliti e soprattutto gli hair casts. Nei rarissimi casi di interessamento ascellare, si deve prendere in considerazione la tricomicosi palmellina.

Le papulo-vescicole eritematose escoriate, le follicoliti pustolose e l’impetiginizzazione testimoniano una sovrinfezione batterica, generalmente da Staphylococcus Aureus nel mondo occidentale e da Streptococcus Beta-hemolyticus di gruppo A nei Paesi del Terzo Mondo. Nei Paesi poveri con clima caldo-umido, in presenza di un’impetigine del cuoio capelluto, è sempre da prendere in considerazione la possibilità di una pediculosi pregressa o in atto.
Le linfangiti e le linfadeniti regionali (occipitale e/o latero-cervicale) sono rare e si osservano soprattutto nei paesi con clima caldo-umido.

Il pidocchio del capo non trasmette malattie infettive, come invece era stato ipotizzato in passato.
4569


Cura e Terapia – Pediculosi del capo


nascondi

Pidocchi: la parola all’esperto

Minuscoli, praticamente invisibili: i pidocchi si annidano indisturbati sulla testa dei più piccoli, provocando prurito ai malcapitati e sconcerto nelle mamme.  
Bisogna tagliare i capelli? Saltare la scuola? I dubbi sono tanti, ed è ora di sfatare i luoghi comuni per lasciare spazio ai comportamenti corretti. 
 
Innanzitutto tranquillizziamo le mamme angosciate dall’idea della scarsa igiene: «Si pensa subito al binomio pidocchio-sporcizia, invece questi animaletti adorano i capelli puliti e profumati.  
Una cute pulita è una cute povera in termini di difese naturali, così l’insetto si attacca più facilmente, mentre la presenza di sebo o squame ne ostacola la sedimentazione», spiega il dottor Paolo Gigli, dermatologo.
 
Cominciamo dalla prevenzione: «Fondamentali alcune norme igieniche, come lavare i capelli almeno una volta la settimana, evitare di scambiarsi spazzole o asciugamani e tenere legati i capelli», afferma il dottor Gigli. 
 
Infatti l’infestazione da pidocchi è cosa comune, considerando la loro efficiente capacità riproduttiva, la dispersione nell’ambiente a causa di spazzolature e grattamenti, l’uso promiscuo di poltrone e poggiatesta e la capacità, se espulsi, di trovare un nuovo organismo ospite.
 
 
«Per questo è fondamentale il controllo settimanale della testa del bambino: le lendini (le uova del pidocchio) si riconoscono perché, al contrario di forfora e seborrea che sono facilmente asportabili, aderiscono bene al capello grazie a una sostanza adesiva che secernono». 
 
E se i pidocchi hanno scelto proprio tuo figlio, segui questi consigli: 
 

  • Avvisa la scuola, per evitare la diffusione nella comunità e le reinfestazioni.
  • Non tagliargli i capelli: è inutile, perché le uova vivono solo a contatto col cuoio capelluto (entro 1,5 cm).
  • Esegui il trattamento, che consiste nell’applicazione di uno specifico prodotto anti-pediculosi e nella spulciatura di uova e pidocchi da effettuare con un pettine a denti stretti.  
    Nei lavaggi successivi, è utile risciacquare i capelli con aceto bianco, che grazie al pH acido scioglie la sostanza adesiva che fissa le lendini al capello.  
    «È importante intervenire tempestivamente, perché lo sfregamento della cute dovuto al forte prurito può provocare escoriazioni e quindi un’infezione», raccomanda il dermatologo.
  • Controlla tutta la famiglia: infatti, anche se i bambini sono i più colpiti, la possibilità di contagio non esclude gli adulti.
  • Disinfesta la casa: lava lenzuola e asciugamani a 60° (temperature superiori ai 55,3 C° uccidono pidocchi e uova). Per pettini e spazzole, basta lasciarli a bagno in acqua calda in cui è stato sciolto l’antiparassita. Può essere utile infine pulire divani e poltrone con l’aspirapolvere.

E il gioco è fatto.
2402



nascondi

I 10 comandamenti della pediculosi

  1. Per prevenire i pidocchi non esistono trattamenti topici (farmacologici). L’unica prevenzione possibile è di tipo visivo, cioè il controllo periodico (settimanale) del cuoio capelluto.
  2. Non serve a nulla tagliare i capelli in quanto l’insetto è saldamente attaccato al cuoio capelluto, non alla lunghezza del capello.
  3. Per la corretta diagnosi di pediculosi è necessario osservare non solo la presenza di uova vitali, ma anche almeno di un pidocchio adulto: a questo proposito, l’uso del pettinino metallico a denti stretti rappresenta un ausilio importante.
  4. Le piretrine sinergizzate e la permetrina all’1% sono trattamenti che, per il loro profilo di efficacia e sicurezza, devono essere considerati di prima scelta. L’utilizzo del malathion deve essere riservato solo ai casi di documentata resistenza alle piretrine o alla permetrina, e comunque mai nei bambini al di sotto dei sei anni.
  5. Le formulazioni in shampoo e i prodotti pediculodici devono essere evitati in quanto meno efficaci. L’uso delle lozioni alcoliche può sviluppare vapori irritanti nei bambini molto piccoli o che soffrono di asma, così come per le formulazioni in polvere e in spray.
  6. Una formulazione ottimale è rappresentata dalle piretrine in mousse termosensibile, che garantisce la maggiore efficacia sia nei confronti del pidocchio che delle uova. Questa formulazione, approvata anche dalla FDA americana, presenta un profilo di sicurezza ottimale e può essere utilizzata anche nei bambini molto piccoli.
  7. È sempre necessario eseguire un secondo trattamento dopo 7 giorni dal primo.
  8. Non esistono sostanze repellenti efficaci.
  9. L’utilizzo del pettine a denti larghi risulta utile per un’efficace rimozione delle uova.
  10. Le principali cause di insuccesso terapeutico (più che la resistenza alle sostanze pediculodice) sono: la non-compliance al trattamento, un insufficiente tempo di applicazione del prodotto, l’uso di formulazioni inappropriate e la reinfestazione.

4570



nascondi

Guerra al pidocchio in 7 mosse

Da dove cominciare per debellare l’odiato pidocchio? Se speri che se ne vada da solo, abbandona questa illusione: non sono noti parassiti o predatori del Pediculus Humanus Capitis, al contrario la popolazione è controllata esclusivamente dalla terapia e, presumibilmente, dalle difese immunitarie dell’ospite.

  1. Per prima cosa, tieni a casa da scuola il bambino. Le persone con una pediculosi, confermata o sospetta, non devono frequentare spazi comunitari fintanto che non ricevono un trattamento adatto. Il giorno successivo all’inizio del trattamento specifico (pediculicida e ovicida) possono essere riammessi nel contesto sociale. La presenza di poche uova residue non preclude la riammissione, decisione che in ogni caso deve essere affidata la medico.
  2. Comincia la cura. La terapia è esclusivamente topica, da effettuarsi con specifico prodotto pediculocida e pettinino a denti fini, da usare prima in sede diagnostica, poi come coadiuvante della terapia. Quindi armati di pazienza e comincia a setacciare il territorio alla ricerca del fastidioso insetto!
  3. Controlla i componenti del nucleo familiare e le altre persone che possono essere entrate in stretto contatto con il soggetto infestato. Nel caso in cui il contagio sia avvenuto anche in un solo familiare, devono essere comunque contemporaneamente trattati anche gli altri componenti.
  4. Fai una verifica dopo 12 ore. Se, dopo 8-12 ore dall’applicazione del prodotto, qualche insetto è ancora visibile ma i suoi movimenti sono lenti, non occorre ripetere il trattamento. Se invece non sono rintracciabili insetti morti e si ha l’impressione che quelli presenti siano vitali come prima, è consigliabile consultare il proprio operatore sanitario.
  5. Non fare pasticci con i prodotti. Non trattare la persona infestata più di tre volte con lo stesso prodotto; nel caso in cui il trattamento risultasse inefficace, consultare il medico o il farmacista per un intervento alternativo. Non utilizzare contemporaneamente o mescolare insieme prodotti diversi contro i pidocchi.
  6. Resta in guardia per due settimane. È utile controllare i capelli e usare un pettine a denti stretti ogni 2-3 giorni per 2-3 settimane, fino a quando non si è sicuri di aver eliminato completamente parassiti e uova.
  7. Disinfesta l’ambiente. Lava con acqua bollente i tessuti che il soggetto infestato può aver toccato nei due giorni precedenti al trattamento, come indumenti personali, biancheria e asciugamani. Pettini, spazzole e fermagli devono essere immersi per un’ora in acqua bollente con detersivo e non devono essere utilizzati in comune. Infine è consigliabile conservare in un sacchetto di plastica per due settimane oggetti e giocattoli (per esempio animali di peluche) che non possono essere lavati in acqua o a secco.

4572



nascondi

Lotta ai pidocchi: i prodotti giusti

Tre sono i topici per il trattamento della pediculosi del capo che presentano una base di evidenza in efficacia, profilo di sicurezza e tollerabilità.

  1. Piretrine. Agiscono bloccando la ripolarizzazione dei canali del sodio nei neuroni del pidocchio, portandolo alla paralisi e alla morte; presentano inoltre un’attività ovicida superiore alla permetrina (>80%). Non presentano un’attività residua dopo il risciacquo, il che riduce il rischio di selezionare ceppi resistenti. Presentano un profilo di sicurezza favorevole, potendo essere utilizzate anche nel lattante, e un assorbimento minimo (<1-2%); eccezionalmente possono causare dermatiti irritative da contatto.
  2. Permetrina. Presenta un meccanismo d’azione sovrapponibile a quello delle piretrine e una minore attività ovicida (60%). L’assorbimento è minimo (<1-2%). È sicura nei lattanti. Possono causare, seppur raramente, reazioni locali, come prurito, bruciore ed eritemaMalathion. Buona attività ovicida (>80%). Provoca un accumulo di acetilcolina a livello del recettore; ciò comporta la morte del parassita e delle uova. È stato approvato dalla FDA nel 1999, tuttavia sono stati segnalati, soprattutto negli ultimi anni, vari casi di resistenza. L’odore sgradevole e l’infiammabilità (per cui, dopo il lavaggio, è necessario evitare l’utilizzo dell’asciugacapelli) sono altre problematiche importanti. Inoltre, non sono state accertate l’efficacia e la sicurezza in bambini di età inferiore a sei anni.

Ma non solo il principio attivo del prodotto è importante; anche la formulazione fa la sua parte. Quella ottimale è rappresentata dalle piretrine in mousse termosensibile, efficace sia nei confronti del pidocchio che delle uova. Questa formulazione, approvata anche dalla FDA americana, si applica sul capello asciutto, presenta un profilo di sicurezza ottimale e può essere utilizzata anche nei bambini molto piccoli. Anche il gel è considerata una buona formulazione.

Da evitare:

  • Shampoo: il tempo di contatto con il cuoio capelluto è troppo breve, il principio attivo è meno concentrato, l’uso non corretto favorisce lo sviluppo di resistenze e può provocare congiuntiviti irritative da contatto. Inoltre recenti studi hanno confermato che nessuna formulazione in shampoo si è dimostrata efficace, e che gli shampoo medicati presentano paradossalmente un’efficacia clinica inferiore ai prodotti non medicati (cioè generici).
  • Lozioni alcoliche e spray: possono sviluppare vapori irritanti nei bambini molto piccoli o asmatici.
  • Polveri: difficile applicazione, non uniforme contatto con i capelli, rischio di inspirazione e scarsissima compliance (trattandosi di un prodotto destinato soprattutto a bambini).
  • Metodi naturali (aloe vera, mirra, oli essenziali): non sono suffragati scientificamente.

4571

Glossario per Pediculosi del capo – Enciclopedia medica Sanihelp.it


 – Pidocchio

 – Pediculosi

 – Sangue

 – Ematofago

 – Infestazione

 – Parassita

 – Shampoo

 – Prurito

 – Escoriazione

 – Dermatite

 – Follicolite


Tag cloud – Riepilogo dei sintomi frequenti

prurito
arrossamento della cute
lesioni della cute

Video Salute

Ultime news

Gallery

Lo sapevate che...