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Insufficienza renale cronica

COLLEGAMENTI

Insufficienza renale cronica


I reni sono organi fondamentali per la salute. Quando si ammalano, però, non sempre danno segni di sé. Per questo è importante mantenerli in salute. Il rischio? L’insufficienza renale cronica, che può avere conseguenze anche importanti come l’anemia.

Categoria: Malattie urologiche
Sigla: IRC

Che cos’è – Insufficienza renale cronica


Cosa sono i reni e a cosa servono?

I reni sono due organi posti nell’addome grandi all’incirca come un pugno; sono collegati alla vescica da un sottile condotto detto uretere.

Il sangue è fornito da un’arteria principale che si divide in tronchi sempre più piccoli sino ad arrivare ai cosiddetti glomeruli, che costituiscono il sistema di filtrazione del rene. L’urina, raccolta nei calici, è poi convogliata nel bacinetto renale e di qui, attraverso gli ureteri, raggiunge la vescica.

Il circolo vascolare renale è ricchissimo. A ogni battito cardiaco circa un quinto del sangue mandato in circolo passa nei reni. Il rene infatti è coinvolto nelle malattie che interessano i vasi sanguigni.

I glomeruli sono avvolti da una capsula che raccoglie il liquido filtrato dai capillari glomerulari e lo convoglia in un tubulo. Glomerulo e tubulo formano il nefrone, che è l’unità funzionante del rene. Nell’uomo sano vi sono circa un milione di nefroni in ciascun rene. Glomeruli, tubuli e vasi sono immersi in un tessuto detto interstiziale.

Parte del liquido contenuto nel sangue passa attraverso le pareti dei glomeruli, che trattengono le proteine del sangue e le sostanze a peso molecolare elevato.
Circa il 99% del liquido filtrato dal glomerulo (detto filtrato glomerulare) viene riassorbito dal tubulo, che recupera anche gran parte degli elementi utili filtrati attraverso il glomerulo. Quanto riassorbito si diffonde nell’interstizio e passa nei capillari post glomerulari che lo reimmettono in circolo.

Nel tubulo avvengono anche numerosi processi di eliminazione selettiva di sostanze presenti in quantità eccessive nell’organismo. L’urina (nell’adulto sano se ne producono tra 800 e 1.500 ml al giorno) rappresenta il risultato di queste attività di filtrazione, riassorbimento ed escrezione.
Durante le 24 ore della giornata tutto il nostro sangue (circa cinque litri) è filtrato e depurato dai reni ben 40 volte, per un totale di quasi 200 litri filtrati ogni giorno.

I reni svolgono quattro importanti funzioni:

• Eliminano le scorie del metabolismo, come quelle azotate, i farmaci e i loro prodotti di degradazione, moltissime sostanze introdotte nell’organismo.
• Mantengono in equilibrio il patrimonio di acqua, sali, acidi, bicarbonati e altre sostanze, eliminando ciò che è in eccesso e adattando l’eliminazione anche a condizioni di carenza. Per esempio, se non si beve e si suda molto, il rene elimina pochissima acqua producendo urine concentrate, mentre, al contrario, quando introduciamo molti liquidi, l’acqua in eccesso viene eliminata. Sodio, potassio, calcio, fosforo, cloro, magnesio sono i più importanti elementi il cui bilancio è regolato dal rene.
• Producono ormoni come l’eritropoietina, che stimola la formazione di globuli rossi da parte del midollo, la renina e le prostaglandine, che intervengono nella regolazione della pressione arteriosa.
• Producono la forma attiva della vitamina D, fondamentale per l’assorbimento intestinale di calcio e la calcificazione dell’osso.
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Cos’è l’insufficienza renale

L'insufficienza renale cronica è una condizione in cui i reni non sono più in grado di funzionare in modo efficiente e comporta la perdita progressiva della funzione renale.

Si stima siano oltre cinque milioni gli italiani con ridotta funzionalità renale, eppure l’importanza dei reni è spesso sottovalutata, perché l’insufficienza renale nella fase iniziale si manifesta senza sintomi e comporta la perdita progressiva della funzionalità renale fino all’insorgere di serie conseguenze come l’ipertensione e l’anemia.

«L’insufficienza renale cronica – spiega il professor Bruno Cianciaruso, professore di nefrologia, facoltà di Medicina, Università degli studi di Napoli Federico II – è una malattia subdola, perché i malati non si accorgono per molto tempo di avere una ridotta funzionalità renale. Spesso, inoltre, l’insufficienza renale cronica comporta una riduzione dei livelli di emoglobina e, quindi, causa lo sviluppo di anemia renale. I pazienti si accorgono di aver sviluppato questa condizione attraverso una riduzione della loro capacità di lavoro e di concentrazione. L’anemia si manifesta con una facile e frequente affaticabilità e riduce la capacità di avere una buona qualità di vita».

L’insufficienza renale cronica si sviluppa a partire da malattie renali croniche che non guariscono, si instaurano spesso senza causare alcun disturbo e danneggiano i reni progressivamente, in genere nel corso di anni.

Le malattie renali sono oggi considerate un problema di sanità pubblica: negli ultimi due decenni il numero dei pazienti che iniziano la dialisi è raddoppiato e continua ad aumentare. Nel mondo una persona su 10 ha problemi ai reni. In Italia si stima che la percentuale di soggetti colpiti oscilli tra il 6 e l’11% della popolazione.

I soggetti particolarmente predisposti sono le persone con pressione alta non adeguatamente trattate, i diabetici, gli obesi e, più in generale, gli over 60. Non bisogna inoltre sottovalutare la familiarità (ovvero la presenza nella propria famiglia di casi di malattie renali) e l’abuso di farmaci antinfiammatori.
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Quando i reni non funzionano: le conseguenze dell’IRC

Le maggiori conseguenze dell’insufficienza renale cronica sono l’aggravarsi dell’ipertensione, l’uremia e l’anemia.

Con il progredire dell’insufficienza renale, infatti, la pressione arteriosa tende ad aumentare a causa dell’alterata produzione di sostanze che la regolano e per la ritenzione di acqua e sale, che i reni non sono più in grado di eliminare. L’ipertensione arteriosa aggrava a sua volta il danno renale e induce lesioni cardiocircolatorie.

Nelle fasi avanzate la compromessa funzione renale causa l'accumulo nel sangue di sostanze azotate e ciò può comportare l’uremia. Quando la quantità di sangue che viene depurata dalla creatinina (creatinina clearance) scende al di sotto dei 30 millilitri al minuto possono comparire alcuni sintomi: stanchezza, disturbi gastro-intestinali, disturbi dell’attenzione, sonnolenza, vertigini, edemi. Nei casi più gravi bisogna fare ricorso alla dialisi altrimenti l’uremia porta al decesso.

L’anemia è la conseguenza dell’insufficienza renale cronica, che più incide sulla qualità di vita dei pazienti. Si sviluppa nelle fasi più avanzate della malattia renale a causa della ridotta produzione di un ormone, l’eritropoietina, necessario a stimolare la maturazione dei globuli rossi nel midollo osseo.

L’anemia determina perciò un’insufficiente ossigenazione dei tessuti e degli organi del corpo umano. I sintomi tipici della comparsa di anemia da insufficienza renale cronica sono debolezza, facile affaticamento, vertigini, senso di spossatezza, disturbi oculari e dolori muscolari.
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Prevenzione – Insufficienza renale cronica


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Il decalogo della salute renale

Riportiamo di seguito il decalogo della prevenzione delle malattie renale redatto dal professor Francesco Locatelli, Direttore del Dipartimento Nefrologia Dialisi e Trapianto di rene dell’Ospedale A. Manzoni di Lecco e Past President Società Europea e Italiana di Nefrologia e Presidente della Società Internazionale di Nefrologia Geriatrica.

1) Seguire un’alimentazione corretta e bilanciata: è importante in particolare evitare gli eccessi di calorie, grassi animali e sale.

2) Svolgere una regolata e costante attività fisica.

3) Evitare assolutamente il fumo, anche passivo: può danneggiare anche i reni, in quanto organi vascolari.

4) Bere regolarmente: almeno 1,5 litri di acqua al giorno, specie d’estate, se la funzione renale è buona e non vi sono problemi cardiaci.

5) Non abusare di antidolorifici e analgesici, farmaci che influenzano negativamente la funzionalità renale.

6) Almeno una volta all’anno controllare la pressione arteriosa e sottoporsi a un esame delle urine, con particolare attenzione alla micro-albuminuria e globuli rossi.

7) Se la pressione arteriosa è elevata o l’esame urine non è normale, identificare e tenere sotto controllo con il medico il valore della propria funzione renale, determinato dal livello di creatinina (creatininemia) e calcolato con apposita formula automatica.

8) Prestare particolare attenzione a situazioni di ipertensione e diabete, in quanto possibili cause di insufficienza renale.

9) Documentarsi su possibili casi di malattie renali in famiglia.

10) Prestare attenzione ai disturbi della minzione (difficoltà e bruciori a urinare ecc.)
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Sintomi – Insufficienza renale cronica


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I campanelli d’allarme

Mentre un rene sano può essere paragonato a una spugna morbida e porosa, in grado di filtrare i liquidi del corpo ed espellerne le impurità, un rene malato è una spugna avvizzita che, non riuscendo più ad assolvere alle sue funzioni, determina un accumulo di sostanze tossiche nell’organismo.

L’insufficienza renale è una malattia silenziosa che nella fase iniziale si manifesta senza sintomi, per questo viene spesso trascurata fino alle fasi più avanzate. Il paziente sta bene fino a quando la funzionalità renale non scende al di sotto del 25%.

Ci sono, tuttavia, dei segnali da non sottovalutare e che, soprattutto se improvvisi, possono indicare una malattia renale avanzata: pressione alta, senso di stanchezza e debolezza estremi, pallore, insonnia, perdita d’appetito, nausea e vomito, gonfiore alle gambe, caviglie, volto e mani.

Come scoprire in tempo le lesioni renali? I segni che ne possono indicare la comparsa sono:

• Aumento notevole del volume urinario, specie nelle ore notturne.
• Emissione di urine di colore scuro (color coca cola) o rosso sangue per ematuria (sangue nelle urine).
• Nell’uomo anziano difficoltà a urinare.
• Bruciori a urinare, minzioni frequenti, febbre (specie se con brividi).
Edema (gonfiore) agli arti inferiori o diffusi. Si evidenzia comprimendo con un dito il dorso della gamba contro la tibia: resta un avvallamento.
• Difficoltà a respirare o mal di testa.
Coliche renali (specie se l’urina diventa rossa).

Alcuni esami permettono di valutare lo stato di salute dei reni. Innanzitutto l’esame delle urine: va eseguito su campione di urine appena emesse per evitare le alterazioni causate dalla fermentazione che si verifica con il passare del tempo dopo la minzione.

Un esame semplice delle urine si fa con l’immersione nelle urine di una striscia reattiva, metodo sicuro e rapido. In caso di anormalità va integrato dall’esame completo delle urine e dall’esame microscopico del sedimento urinario presso un laboratorio.

La misurazione della pressione arteriosa è un altro passo importante per scoprire per tempo una malattia renale. Un danno renale infatti può essere causato da un'ipertensione inizialmente non legata a malattia renale.
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Cura e Terapia – Insufficienza renale cronica


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Dalla dialisi al trapianto

Con il termine dialisi si indica il passaggio di sostanze attraverso una membrana alla quale le sostanze sono permeabili. L’emodialisi è il trattamento che si esegue per allontanare dal sangue le scorie del metabolismo quando i reni malati non sono più in grado di farlo.

Esistono due tipi di emodialisi. Nella emodialisi extracorporea si punge con un ago un vaso di un braccio (come quando si fa un prelievo di sangue per le analisi) e si connette l’ago con un tubicino che porta il sangue al filtro di un apparecchio, il rene artificiale.

Il sangue viene depurato e ritorna, scorrendo all’interno di un altro tubicino, al paziente attraverso un altro ago; il liquido di dialisi viene eliminato, allontanando così l’eccesso di acqua e le scorie del metabolismo.

Nella dialisi peritoneale il passaggio delle scorie dal sangue al liquido di dialisi avviene attraverso la membrana (detta peritoneo) che riveste gli organi contenuti nella cavità addominale. Esistono apparecchiature che consentono il ricambio automatico del liquido nella cavità addominale, di notte, mentre il paziente dorme.

Il trattamento con la dialisi si inizia in genere quando la Clearance della Creatinina è scesa a sei-sette millilitri al minuto. Al di sotto di questo valore iniziano infatti a comparire i sintomi dell’uremia. Compaiono anche gravi complicanze che possono mettere in pericolo la vita del paziente: accumulo di acqua e sale con Edemi, Scompenso Cardiaco, Edema Polmonare, aumento della Potassiemia, ecc.

In presenza di malattie come Diabete, Cardiomiopatia dilatativa, ecc., o di sintomi clinici come una grave Ipertensione Arteriosa, una Potassiemia elevata, etc. diventa necessario anticipare l’inizio della dialisi (a valori di Clearance della Creatinina di circa 10 millilitri al minuto).

La dialisi è praticata per tempi brevi (in attesa della guarigione) nei pazienti affetti da Insufficienza Renale Acuta (il blocco renale); per tempi anche lunghissimi nei pazienti con Insufficienza Renale Cronica. Molti pazienti rimangono in dialisi per il resto della loro vita (anche decine di anni) a meno che non sia possibile praticare il trapianto di rene.

Il trapianto è la migliore terapia per il paziente uremico. A ogni paziente si trapianta un solo rene (sufficiente a svolgere una normale funzione renale). In genere non si tolgono i reni malati per cui il paziente avrà tre reni, ma solo quello trapiantato sarà funzionante. Il rene da trapiantare può essere prelevato da un donatore vivente (che resta con un rene, sufficiente a conservargli una buona funzione renale) o da un donatore cadavere (i due reni vanno a due pazienti).
È indispensabile la compatibilità dei gruppi sanguigni e un’affinità immunologica. Il trapianto da vivente è possibile tra consanguinei (meglio fratelli o genitori).

Il rene prelevato viene trapiantato al paziente uremico più affine dal punto di vista immunologico, scelto tra coloro che sono inseriti nella lista di attesa.
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Le cure: cosa è cambiato

Spesso nell’immaginario collettivo la malattia renale viene associata alla dialisi. Eppure i pazienti, a seconda del differente grado di riduzione della funzionalità renale, vivono esperienze diverse di malattia.

Prima di arrivare alla dialisi, infatti, c’è un lungo percorso che il paziente compie. Oggi con le terapie a disposizione questo percorso può durare anni e, se si ha una malattia renale poco progressiva, anche decenni. Nella malattia renale cronica, quando non subentra la dialisi, il paziente può condurre una vita normale, fatta di lavoro, svago e rapporti sociali.

La ricerca scientifica ha inoltre portato alla scoperta e all’introduzione di farmaci, le eritropoietine sintetiche, che permettono di intervenire sull’anemia, la conseguenza dell’insufficienza renale cronica che più incide sulla qualità di vita dei pazienti.

Prima dell’introduzione di questi farmaci i pazienti si sottoponevano a frequenti trasfusioni di sangue; oggi, con l’introduzione di C.E.R.A. Attivatore Continuo dei Recettori dell’Eritropoietina (metossipolietilenglicole-epoetina beta), è possibile intervenire sui sintomi dell’anemia e mantenere livelli stabili di emoglobina con una sola iniezione mensile.

«Il passaggio dalle eritropoietine di prima generazione, somministrate tre volte alla settimana, a una terapia da fare una volta al mese ha un importante impatto psicologico sul paziente, che si sente più indipendente e autonomo», conferma il professor Bruno Cianciaruso, professore di nefrologia, facoltà di Medicina, Università degli studi di Napoli Federico II.
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Aspetti psicologici – Insufficienza renale cronica


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Come vivono i pazienti dializzati

Un’indagine promossa dalla FIR, Fondazione Italiana del Rene-Onlus e realizzata da CSD, Cegedim Strategic Data, ha esplorato per la prima volta nel 2009 il vissuto dei pazienti in emodialisi. L’indagine, durata due mesi, è stata condotta su 1.238 pazienti in emodialisi, in cura presso Centri sparsi su tutto il territorio nazionale.

Il 50% degli intervistati si dichiara molto soddisfatto del rapporto con medici e infermieri. Un aspetto fondamentale, dal momento che i pazienti trascorrono ampi spicchi delle loro giornate in ospedale. La maggioranza non avverte la necessità di effettuare la dialisi a casa e di avere l’assistenza dei familiari.

Gli intervistati si danno un buon voto per quanto riguarda il loro stato di salute. In una scala da 0 (pari a pessimo) a 10 (cioè ottimo) la media generale è pari a 5.9. Stessa votazione anche per quanto riguarda la qualità del sonno: il punteggio medio è pari a 6. La dialisi non interferisce più di tanto neppure con la sfera affettiva del paziente.

Dall’indagine emergono altri disturbi di salute: sei su dieci soffrono di ipertensione e cinque su dieci di disturbi cardiovascolari, legati alla compromissione della funzionalità renale.

Dall’indagine emerge la richiesta da parte dei pazienti di avere più possibilità di svago durante i trattamenti: tv, radio, riviste e libri. Il maggiore collegamento con il mondo esterno farebbe sentire il malato meno cronicizzato. Teniamo poi conto che circa il 35% dei pazienti ha meno di 60 anni ed è in una fascia di età ancora molto attiva.

Inoltre, spesso per loro la dialisi è una fase di passaggio in quanto candidati al trapianto. A tutt’oggi, secondo il Progetto MigliorDialisi, il 22% degli intervistati è in lista per il trapianto e il 74% è in fase di accertamento.

Per quasi nove pazienti su dieci, la dieta è importante in dialisi. Cinque su dieci vorrebbero uno schema alimentare scritto, da seguire con diligenza per contribuire a un miglior controllo delle condizioni clinico-metaboliche.

Chi è in emodialisi deve trattenersi dal bere: una restrizione che pesa, a guardare i dati: in una scala da 1 a 5 il punteggio medio dei pazienti è stato pari a 3,6.

Ultima, ma non meno importante, la richiesta di strumenti medicali che alleggeriscano la vita quotidiana, come aghi e fistole più piccoli, più comodi e meno invasivi, letti-bilancia per la dialisi, e di cure farmacologiche meno pesanti da seguire.

Infatti secondo i dati del progetto il 37% dei pazienti assume più di 10 compresse al giorno e il 10% ne prende oltre 15. Per ridurre il numero delle pillole si possono però utilizzare farmaci che hanno un effetto prolungato nel tempo. Così, per esempio, tra i farmaci antipertensivi, quasi sempre indispensabili, abbiamo a disposizione betabloccanti (come l’atenololo) che agiscono per 24 ore, da preferire a quelli a più breve durata di efficacia (come il propranololo).

Analogamente, tra i chelanti del fosforo, indispensabili per correggere il fosforo elevato nel sangue senza ricorrere a prodotti a base di alluminio che può essere tossico, oggi è possibile usare il carbonato di lantanio, un farmaco che si può impiegare in monoterapia ed è completamente esente dagli effetti osservati quando si usava il chelante a base di alluminio. Mantiene la calcemia a livelli adeguati e non ha alcun effetto tossico sul fegato, da cui viene eliminato.
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Glossario per Insufficienza renale cronica – Enciclopedia medica Sanihelp.it


 – Anemia

 – Creatinina

 – Uremia

 – Uretere

 – Ematuria

 – Nefrone


Farmaci


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 – ALFAKAPPA*100CPR RIV

 – AMINOACIDI E B.LIM*IV 250ML

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Tag cloud – Riepilogo dei sintomi frequenti

sensazione di acqua che scorre
distensione dell’addome
dolore all’addome
gonfiore dell’addome
versamento addominale
affanno
affaticabilità
disturbi dell’alimentazione
alito cattivo
alitosi
sangue dall’ano
anoressia
diminuzione dell’appetito
disturbi dell’appetito
fame di aria
aritmia
arsura
ascite
asfissia
assenza
astenia
batticuore
alterazioni del battito cardiaco
accelerazione del battito
bocca amara
sangue dalla bocca
sensazione di bruciore
brulichio
sensazione di caldo e freddo
cardiopalmo
repulsione per il cibo
colorito livido
coma
conato
confusione
perdita di conoscenza
perdita di coscienza
crampi
aumento del ritmo del cuore
colorazione gialla della cute
sensazione di indurimento della cute
debolezza
dispnea
aumento della diuresi
ematemesi
emorragia
esauribilità
mancanza della fame
feci scure
presenza di sangue nelle feci
fiato pesante
mancanza del fiato
formicolii
mancanza delle forze
aumento della frequenza cardiaca
tendenza a grattarsi
inappetenza
insonnia
ipertensione
ipertensione arteriosa
irritazione
itterizia
ittero
lipotimia
livore
melena
meteorismo
aumento della minzione
aumento della frequenza notturna della minzione
contrazioni dolorose muscolari
contrazioni dei muscoli
crampi ai muscoli
spasmi dei muscoli
nausea
nicturia
obnubilamento
bruciore agli occhi
colorazione gialla degli occhi
irritazione agli occhi
aumento della frequenza notturna dell’orinazione
pallore
palpitazioni
acqua nella pancia
aria nella pancia
dolore alla pancia
gonfiore della pancia
parestesie
colorazione gialla della pelle
sensazione di indurimento della pelle
pizzicore
sensazione di pizzicore
polidipsia
poliuria
irregolarità del polso
pressione alta
aumento della pressione del sangue
proctorragia
prurito
pulsazioni veloci
aumento delle pulsazioni
irregolarità delle pulsazioni
sensazione di ragnatela sul viso
rallentamento
difficoltà della respirazione
difficoltà di respiro
mancanza del respiro
rigetto
rigurgito
alterazioni del ritmo cardiaco
aumento del ritmo
sanguinamento
sbiancamento
perdita dei sensi
disturbi della sensibilità
aumento della sete
sincope
senso di soffocamento
sonno disturbato
difficoltà a prendere sonno
sonnolenza
spasmi dolorosi
sensazione di puntura di spilli
spossatezza
stanchezza
sangue dallo stomaco
stupore
svenimento
tachicardia
torpore
aumentata produzione notturna di urina
aumento della produzione di urina
colore scuro dell’urina
vellichio
dolore al ventre
gonfiore al ventre
disturbi della vista
voltastomaco
vomito
sangue nel vomito
sensazione di vomito

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