sostanza ritrovata nelle montagne del Caucaso, dell'Himalaya, del Tibet o in altre catene, largamente utilizzata in medicina ayurvedica. Alcune ricerche hanno attribuito allo shilajit la capacità di contenere ben 85 minerali diversi al suo interno, oltre all'acido umico e all'acido fulvico: studi svolti su animali attribuiscono a questo composto un effetto nootropo, antinfiammatorio, ansiolitico e anti-invecchiamento. Di conseguenza, a livello teorico lo shilajit potrebbe risultare utile nel trattamento del declino cognitivo e mnemonico dovuto a patologie o età avanzata, dell'artrite, dei reumatismi e dell'ulcera. In certi paesi viene commercializzato per contrastare problemi di eiaculazione precoce e impotenza: tuttavia non esistono ricerche che possano confermare la stessa efficacia anche sull'uomo.