Cefalea a grappolo
La malattia è anche conosciuta come:
cluster headaches, cefalea da suicidio, cluster headaches
INDICE
Scopriamo quali sono le caratteristiche, le cause e le diverse forme di cefalea a grappolo, caratterizzate da forti attacchi di dolore prolungati nel tempo
Categoria: Malattie neurologiche
Sigla: CH
Che cos’è – Cefalea a grappolo
Cefalea a grappolo: che cos’è, quali sono le cause.
La cefalea a grappolo, detta anche CH (
cluster headhace
), è una forma di cefalea primaria caratterizzata da ripetuti attacchi di dolore unilaterale di breve durata e di elevata intensità.
Un singolo attacco dura mediamente 60-90 minuti, e il periodo durante il quale si presentano gli attacchi, che può variare da 4-8 settimane a mesi o anni, viene chiamato “grappolo”.
Alla fine del grappolo inizia una fase di remissione, cioè libera da attacchi, la cui durata varia da pochi giorni a molti anni.
La causa di questo disordine consiste principalmente in una disfunzione dell’ipotalamo, e più precisamente in un’alterazione a carico del generatore dei ritmi circadiani, e nella conseguente attivazione del sistema trigemino-vascolare.
Esistono diverse forme di CH: quella
episodica, caratterizzata da periodi di remissione duraturi, prevede attacchi della durata di 7 giorni-1 anno, separati da periodi liberi di almeno 14 giorni. Circa l’85% dei pazienti presenta questo tipo di disturbo.
La seconda forma di CH è quella
cronica, caratterizzata da attacchi che si ripetono per più di un anno senza remissione, o con periodi di remissione inferiori ai 14 giorni. La forma cronica può rappresentare l’evoluzione di una CH episodica (CH secondariamente cronica) o si può manifestare come tale sin dall’inizio (CH primariamente cronica).
Una variante assai più rara è la forma secondariamente episodica, che inizia come cronica e successivamente diventa episodica. Circa il 15% dei pazienti presenta una forma cronica, il 10% primariamente e il 5% secondariamente cronica.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
Antonaci F. Chronic paroxysmal hemicrania and hemicrania continua: two different entities ?. Acta Universitatis Nidrosiensis facultatis medicinae. Series A: Dissertationis, n.139 NTNU Trondheim, Tapir 1998.
Costa A, Leston JA, Cavallini A, et al.: Cluster headache and periodic affective illness: common chronobiological features. Funct. Neurol. 1998; 3:263-272.
Costa A, Nappi G. Cluster headache as a disorder of inner temporal organization. In: Cluster headache syndrome: Basic concepts in clinical practice. O. Sjaastad and G. Nappi eds. Smith-Gordon: London, 2000.
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Diagnosi – Cefalea a grappolo
Quali sono i sintomi della cefalea a grappolo?
Nella sua forma più comune, la crisi dolorosa si presenta almeno una volta nelle 24 ore per alcune settimane.
Segue un periodo di benessere (remissione) che può durare settimane o anni.
Una manifestazione comune, specialmente nei primi anni di malattia, avviene spesso con scadenze stagionali, ad esempio in primavera o in autunno. Con il passare degli anni la periodicità risulta molto meno evidente, e i periodi di riaccensione della sintomatologia diventano molto meno prevedibili.
Il dolore viene descritto come estremamente fastidioso, insopportabile, “come un attizzatoio rovente dentro l’occhio”. È localizzato intorno all’occhio e all’orbita del lato interessato, ma si può irradiare alla regione temporale, a quella frontale, alla guancia e alla mandibola dello stesso lato.
Sono state descritte una sindrome superiore e una inferiore, in base all’ irradiazione del dolore: nella prima, il dolore è localizzato principalmente intorno all’occhio e si irradia alle regioni frontale, temporale e parietale in tutte le combinazioni possibili.
Nella seconda invece il dolore si irradia all’arcata dentaria superiore e inferiore, alla mandibola e a volte anche alla sede cervicale.
Nonostante la notevole variabilità dell’andamento della malattia, è abbastanza comune che il primo attacco inizi di notte, circa 90 minuti dopo l’addormentamento, in correlazione con la fase del sonno REM.
L’attacco di CH dura in media 45-90 minuti, rimane prevalentemente nello stesso lato per tutta la durata della cefalea, e purtroppo esordisce senza preavviso e rapidamente peggiora, raggiungendo il picco d’intensità in 5-10 minuti.
Il dolore può restare alla massima intensità per 45-90 minuti, ma può anche fluttuare leggermente, prima di diminuire in modo graduale. La fine dell’attacco solitamente interviene in modo piuttosto brusco, per cui il dolore si riduce rapidamente di intensità e poi scompare.
L’International Headache Society
(IHS), che nel 1988 ha classificato la CH come patologia autonoma, ha individuato i seguenti criteri per la diagnosi :
- Almeno 5 attacchi d’intensità severa, in regione orbitaria, sovraorbitaria e/o temporale, di durata compresa tra 15 e 180 minuti;
- iniezione congiuntivale;
- lacrimazione;
- rinorrea
- iperidrosi del viso e della fronte;
- miosi
- ptosi palpebrale;
- edema delle palpebre.
Le crisi non sono prevedibili: le uniche avvisaglie notate da alcuni pazienti sono una vaga sensazione di fastidio prima dell’attacco, o sintomi visivi tipo aura (come l’emicrania).
Il vomito è raro, e la nausea che si ritrova nel 40% dei pazienti è spesso dovuta all’assunzione di farmaci.
I pazienti con CH sono inoltre soggetti, in modo maggiore di quelli emicranici, a fotofobia e fonofobia.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
Antonaci F. Chronic paroxysmal hemicrania and hemicrania continua: two different entities ?. Acta Universitatis Nidrosiensis facultatis medicinae. Series A: Dissertationis, n.139 NTNU Trondheim, Tapir 1998.
Costa A, Leston JA, Cavallini A, et al.: Cluster headache and periodic affective illness: common chronobiological features. Funct. Neurol. 1998; 3:263-272.
Costa A, Nappi G. Cluster headache as a disorder of inner temporal organization. In: Cluster headache syndrome: Basic concepts in clinical practice. O. Sjaastad and G. Nappi eds. Smith-Gordon: London, 2000.
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Cefalea a grappolo: gli esami diagnostici
Per diagnosticare i diversi tipi di cefalea, tra cui ovviamente la cefalea a grappolo, vengono utilizzati numerosi test ed esami clinici:
- Monitoraggio della cefalea
- Algometria e miomonitor (per la misurazione della sensibilità al dolore)
- Test di induzione / estinzione
- Elettroneurofisiologia
- Neuroimaging
- Ecodoppler TSA
- Holter
- Analisi cinematica digitale del rachide cervicale
- Interviste semistrutturate
- Test di personalità
- Psicometria
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
Antonaci F. Chronic paroxysmal hemicrania and hemicrania continua: two different entities ?. Acta Universitatis Nidrosiensis facultatis medicinae. Series A: Dissertationis, n.139 NTNU Trondheim, Tapir 1998.
Costa A, Leston JA, Cavallini A, et al.: Cluster headache and periodic affective illness: common chronobiological features. Funct. Neurol. 1998; 3:263-272.
Costa A, Nappi G. Cluster headache as a disorder of inner temporal organization. In: Cluster headache syndrome: Basic concepts in clinical practice. O. Sjaastad and G. Nappi eds. Smith-Gordon: London, 2000.
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Cura e Terapia – Cefalea a grappolo
Come si cura la cefalea a grappolo?
Non scoraggiamoci: gli attacchi di cefalea a grappolo possono essere prevenuti con misure di profilassi, e le crisi possono essere rapidamente estinte con farmaci sintomatici.
È buona norma, durante il periodo del grappolo, evitare i sonnellini pomeridiani o l’assunzione di bevande alcoliche, che possono favorire gli attacchi.
Anche l’esposizione prolungata a sostanze volatili come solventi e vernici, o la permanenza ad altitudini superiori ai 1500 metri, possono essere scatenanti.
Al di là di queste semplici informazioni preventive, la CH prevede un trattamento composto da due terapie: una sintomatica e una di profilassi.
Nelle forme intrattabili di CH, o nel caso di pazienti con importanti limitazioni nell’assunzione della terapia medica (per intolleranza o controindicazioni), la terapia chirurgica rimane invece l’unica soluzione proponibile.
1. La terapia sintomatica
A causa del rapido esordio della malattia e del breve periodo necessario a raggiungere il suo picco di intensità, i pazienti necessitano di una cura sintomatica che possa offrire una pronta azione.
I farmaci utilizzati per questa terapia sono:
- Ossigeno. È la terapia standard usata fin dalle origini degli studi sulla malattia. Somministrato con una mascherina all’inizio dell’attacco, con un flusso di 7-10 litri al minuto per 15 minuti, dà beneficio a circa il 70% dei pazienti.
In alcuni casi, l’ossigeno è efficace solo se assunto quando il dolore è al massimo di intensità.
L’ ossigeno iperbarico (2 atmosfere) somministrato per un piccolo studio su alcuni pazienti, ha dimostrato estinzione completa o attenuazione significativa del dolore. Questa terapia incontra ovviamente una limitazione nella pratica clinica, dal momento che non sempre è disponibile rapidamente. - Sumatriptan. Iniettato per via sottocutanea, è attualmente il farmaco più efficace di cui si avvale la terapia sintomatica della CH. Utile solo in caso di attacco, si è dimostrato efficace dal 76 al 100% dei casi entro 15 minuti.
Benchè sia generalmente ben tollerato, il sumatriptan è controindicato nei pazienti con cardiopatia ischemica o ipertensione non controllata. - Diidroergotamina. È disponibile in varie formulazioni: se somministrata per
via endovenosa consente una risoluzione del dolore rapida ed efficace in circa 15 minuti, mentre per via intramuscolare e sottocutanea richiede tempi più lunghi.
Questo farmaco può rappresentare una possibile scelta terapeutica, ma non può essere assunto per lunghi periodi. - Zolmitripan. Si tratta di un farmaco per il trattamento acuto dell’emicrania, somministrato per via orale o linguale. È un’alternativa terapeutica per quei pazienti che preferiscono un farmaco per via orale, o non tollerano l’ossigeno, il sumatriptan o la diidroergotamina per via sottocutanea.
- Lidocaina e cocaina: sono state utilizzate come terapia alternativa per la loro azione sul ganglio pterigopalatino, in grado di stroncare gli attacchi, ma presentano un forte rischio di abuso e dipendenza.
2. La terapia profilattica
È una terapia preventiva, da affiancare a quella d’attacco, che può condurre a un’eccessiva assunzione di farmaci e diventare quindi inefficace o causare controindicazioni.
Gli obiettivi della terapia preventiva sono ottenere una rapida scomparsa degli attacchi, mantenere la remissione per un periodo più lungo e ridurre frequenza, durata e intensità degli attacchi.
Si può distinguere la terapia preventiva in una profilassi di transizione e una profilassi di mantenimento.
- La profilassi di transizione
ha l’obiettivo di controllare rapidamente gli attacchi nel periodo di tempo necessario affinché i farmaci di profilassi di mantenimento possano agire. In questa fase si utilizzano alcuni farmaci quali l’ergotamina tartrato, la diidroergotamina
e i corticosteroidi, tutti da utilizzare per brevi periodi di tempo. - La profilassi di mantenimento prevede invece l’uso di farmaci preventivi per l’intera durata del grappolo.
Il trattamento viene istituito all’inizio degli attacchi, in associazione sia ai cortoscosteroidi che ai derivati dell’ergotamina, e viene mantenuto dopo la loro sospensione.
I farmaci utilizzati sono
Verapamil, Litio carbonato, Metisergide, Acido valproico, Topiramato, Melatonina, Capsaicina e Indometacina.
3. La terapia chirurgica
Sono molte le procedure chirurgiche utilizzate per guarire la cefalea a grappolo: quelle mirate alla componente sensitiva del nervo trigemino si sono rivelate le più efficaci.
La tecnica consiste in una termocoagulazione con radiofrequenze del ganglio trigeminale.
I risultati della rizotomia con radiofrequenza sono incoraggianti: circa il 75% dei pazienti ottengono buoni risultati.
Anche la durata della remissione è soddisfacente, con ricadute a lungo termine solo nel 20% dei pazienti e in pazienti che rimangono in remissione per oltre 20 anni.
I migliori risultati si ottengono a fronte di una completa anestesia o di una marcata ipoesteasia.
Complicanze transitorie dell’intervento sono 2237″>diplopia, iperacusia, dolori “a fitta” e deviazione della mandibola; le complicanze a lungo termine includono l’anestesia corneale e, in meno del 4% dei casi, l’anestesia dolorosa. Sono necessari accurati controlli a distanza in ambito oftalmologico.
Anche la radiochirurgia con
gamma knife
si è rivelata efficace, oltre che meno invasiva, ma necessita di ulteriori riscontri.
È stata poi segnalata di recente l’efficacia dell’intervento di decompressione microvascolare del nervo trigemino nella CH cronica, anche se presenta alcuni casi di recidiva.
Infine, è stato riportato un miglioramento in pazienti affetti da CH cronica dopo la sezione delle fibre sensitive trigeminali a livello della radice del nervo, detta anche rizotomia trigeminale.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
Antonaci F. Chronic paroxysmal hemicrania and hemicrania continua: two different entities ?. Acta Universitatis Nidrosiensis facultatis medicinae. Series A: Dissertationis, n.139 NTNU Trondheim, Tapir 1998.
Costa A, Leston JA, Cavallini A, et al.: Cluster headache and periodic affective illness: common chronobiological features. Funct. Neurol. 1998; 3:263-272.
Costa A, Nappi G. Cluster headache as a disorder of inner temporal organization. In: Cluster headache syndrome: Basic concepts in clinical practice. O. Sjaastad and G. Nappi eds. Smith-Gordon: London, 2000.
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Consigli per chi soffre di cefalea a grappolo
Tenere sotto controllo la CH e’ un aspetto importante nella gestione individuale di questa patologia.
Per aumentare le possibilità di successo della terapia concordata con lo specialista, ci sono alcuni fattori da tenere in considerazione, semplici ma importanti.
Prima di parlare con lo specialista, il paziente deve:
- Raccogliere la storia
(“biografia”) del mal di testa, l’anamnesi familiare e notizie su eventuali patologie coesistenti. - Annotare le crisi di cefalea, registrando la frequenza, la durata e l’intensità della cefalea, gli eventuali sintomi a questa associati e il consumo di analgesici. Il “diario della cefalea” è anche importante per stabilire i fattori che scatenano gli attacchi, come ad esempio alcol, farmaci vasodilatatori, variazioni geoclimatiche, turni di lavoro, viaggi ecc…
- Annotare i trattamenti, farmacologici e non, eseguiti in precedenza. La valutazione delle malattie intercorrenti e dei farmaci assunti in precedenza aiuta lo specialista nella scelta della terapia. Anche l’elenco dei farmaci che non sono risultati efficaci è utile per stabilire la cura adatta.
Gli aspetti importanti da discutere con lo specialista sono: l’impatto della cefalea sul lavoro e sulla vita familiare e sociale, le possibilità e le modalità di trattamento, e la necessità di eventuali accertamenti.
Dopodichè è opportuno che il malato di CH si attenga a una serie di buone regole:
1) Programmare le visite di controllo: controlli regolari, anche in fase non attiva di malattia, sono importanti per la gestione di questo tipo di cefalea.
2) Utilizzare i farmaci secondo la prescrizione del medico. Assumerne dosi maggiori non necessariamente comporta un risultato migliore, anzi può portare a un aumento della frequenza delle crisi.
3) Anticipare gli eventi. I pazienti con cefalea in generale, e con CH in particolare, dovrebbero avere i farmaci sempre a portata di mano.
4) Tenere il diario della cefalea. Questo aiuta lo specialista a personalizzare il trattamento necessario e ad avere informazioni su cosa è utile e cosa è dannoso.
5) Monitorare lo stile di vita. L’alimentazione, l’esercizio, il riposo, i ritmi lavorativi e il controllo dello stress sono importanti per aumentare l’efficacia di un trattamento.
6) Contattare immediatamente il proprio specialista quando si verifichi una qualsiasi modificazione delle caratteristiche della CH, sia nel corso di una fase attiva di malattia (grappolo) sia quando, in fase quiescente, si manifesti una nuova ripresa dei sintomi.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
Antonaci F. Chronic paroxysmal hemicrania and hemicrania continua: two different entities ?. Acta Universitatis Nidrosiensis facultatis medicinae. Series A: Dissertationis, n.139 NTNU Trondheim, Tapir 1998.
Costa A, Leston JA, Cavallini A, et al.: Cluster headache and periodic affective illness: common chronobiological features. Funct. Neurol. 1998; 3:263-272.
Costa A, Nappi G. Cluster headache as a disorder of inner temporal organization. In: Cluster headache syndrome: Basic concepts in clinical practice. O. Sjaastad and G. Nappi eds. Smith-Gordon: London, 2000.
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Aspetti psicologici – Cefalea a grappolo
Quali sono le conseguenze della cefalea a grappolo?
A differenza degli emicranici, i pazienti con CH non riescono a stare a riposo, e occasionalmente possono manifestare eccessi di violenza durante un attacco.
Molti preferiscono non mettersi a letto, ma piuttosto camminare, oppure stare seduti e dondolarsi avanti e indietro.
Alcuni tentano di calmare il dolore premendo con le mani sulla zona dolente, o mettendo del ghiaccio o un panno caldo sulle regioni orbitaria e temporale, ma il sollievo che se ne trae è minimo.
Durante l’attacco, molti pazienti si isolano, o escono di casa perché avvertono la necessità di “respirare”; alcuni possono anche presentare comportamenti violenti e distruttivi.
Molti pazienti, tormentati dalla ripetitività e dalla dolorosità delle crisi, arrivano addirittura a contemplare il suicidio, o a scongiurare i familiari di porre fine alle loro sofferenze in qualsiasi modo.
Dal momento che gli attacchi sembrano essere scatenati dalla fase del sonno REM, alcuni pazienti cercano di rimanere svegli il più a lungo possibile.
La privazione di sonno che ne risulta finisce però col velocizzare l’insorgenza della fase REM, cosicchè quando inevitabilmente essi si addormentano, la crisi compare più rapidamente.
Questo circolo vizioso di dolore e di privazione di sonno spesso demoralizza molto i soggetti, e può causare gravi stadi depressivi.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
Antonaci F. Chronic paroxysmal hemicrania and hemicrania continua: two different entities ?. Acta Universitatis Nidrosiensis facultatis medicinae. Series A: Dissertationis, n.139 NTNU Trondheim, Tapir 1998.
Costa A, Leston JA, Cavallini A, et al.: Cluster headache and periodic affective illness: common chronobiological features. Funct. Neurol. 1998; 3:263-272.
Costa A, Nappi G. Cluster headache as a disorder of inner temporal organization. In: Cluster headache syndrome: Basic concepts in clinical practice. O. Sjaastad and G. Nappi eds. Smith-Gordon: London, 2000.
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Cefalea a grappolo: a chi rivolgersi?
Chi soffre di CH è continuamente sottoposto a attacchi di dolore molto forte, difficili da sopportare, che lo rendono estremamente fragile sia sul piano fisico che psichico.
Per questo motivo, necessita di un’assistenza mirata da parte dei familiari, che devono essere informati in modo preciso sulle cure da effettuare e sulle possibili conseguenze della malattia.
Per i malati di cefalea a grappolo, e per i loro familiari, esistono associazioni specifiche in grado di fornire questo aiuto e sostegno, nonchè consigli sulla malattia e sulle cure adatte.
Se volete consultare sulla rete i siti di queste associazioni, per informazioni e consulenze sulla CH, vi indichiamo:
International Headache Society (IHS)
www.i-h-s.org
European Headache Federation (EHF)
www.euhefe.homestead.com
Societa’ Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC)
www.sameint.it
Associazione Mondiale dei Pazienti con CH (OUCH)
www.clusterheadaches.org
Altri siti:
www.neuronet.homestead.com
www.neurolink.homestead.com
www.neurologia.net
www.e-neurologia.it
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
Antonaci F. Chronic paroxysmal hemicrania and hemicrania continua: two different entities ?. Acta Universitatis Nidrosiensis facultatis medicinae. Series A: Dissertationis, n.139 NTNU Trondheim, Tapir 1998.
Costa A, Leston JA, Cavallini A, et al.: Cluster headache and periodic affective illness: common chronobiological features. Funct. Neurol. 1998; 3:263-272.
Costa A, Nappi G. Cluster headache as a disorder of inner temporal organization. In: Cluster headache syndrome: Basic concepts in clinical practice. O. Sjaastad and G. Nappi eds. Smith-Gordon: London, 2000.
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L’esperto risponde – Cefalea a grappolo
4 domande sulla cefalea a grappolo
Il professor Gennaro Bussone, Presidente Anircef-Direttore Dipartimento Scienze Neurologiche, Direttore Centro Regionale Cefalee e Algie Faciali Atipiche della Lombardia, Fondazione Istituto Neurologico IRCCS C. Besta di Milano, risponde a quattro domande inerenti la nuova formulazione in spray nasale di zolmipitran, che permette di ottenere sollievo dal dolore già dopo 15 minuti dall'attacco.
1. Perché una nuova formulazione in spray nasale per i pazienti affetti da cefalea a grappolo?
La cefalea a grappolo è una forma di mal di testa assai particolare che colpisce una quota compresa fra lo 0,05 e lo 0,1% della popolazione generale con una netta prevalenza a favore del sesso maschile nella misura di 3 a 1. Innanzitutto è la cefalea più dolorosa fra quelle conosciute, tant’è che gli autori francesi l’hanno chiamata cefalea da suicidio perché qualche paziente ha tentato di togliersi la vita per questo dolore insopportabile, uno dei più forti che l’uomo possa provare. Quando diventa cronica e resistente a ogni terapia si deve ricorrere al trattamento di neurostimolazione profonda tramite DBS attuato per la prima volta al mondo proprio nel nostro Istituto. Tutto ciò rende chiaramente l’idea dell’urgenza che ha il paziente di liberarsi da questo dolore quando ne viene colpito. Dominare rapidamente l’attacco di cefalea a grappolo non è facile e i pochi strumenti d’emergenza che riescono a farlo in misura variabile e/o temporanea si sono dimostrati finora di ridotta maneggevolezza, a discapito di una normale conduzione di vita del paziente.
Sto parlando ad esempio dell’inalazione di ossigeno puro che va effettuata in ambiente ospedaliero alla pressione costante di 10-15 litri al minuto o della somministrazione sottocutanea di sumatriptan, un’altra misura terapeutica che, per quanto autosomministrabile, non va effettuata senza il controllo dello specialista. Qualsiasi nuova alternativa terapeutica valida per il controllo degli attacchi di cefalea a grappolo è quindi da considerarsi assolutamente necessaria: lo spray nasale è una via di somministrazione comoda e patient-friendly già utilizzata nell’emicrania, ma che nella cefalea a grappolo non aveva ancora dimostrato la sua efficacia.
La formulazione in spray nasale di zolmitriptan, al di là della comodità per il paziente e della possibilità di aggirare i problemi di nausea e vomito che nell’emicrania spesso accompagnano l'attacco rendendo difficoltosa l'assunzione dei farmaci orali, potrebbe teoricamente giovarsi di un presupposto anatomico insospettabile: il nervo olfattivo è l'unico fra i 12 nervi cranici a raggiungere la corteccia cerebrale senza interruzioni lungo il suo percorso. Anche se non è stata ancora verificata, l'ipotesi di un'azione neurogena diretta attraverso una via nervosa priva di interruzioni può essere suggestiva.
La cavità nasale è comunque una porta aperta su molteplici strutture e sistemi non solo intra-cranici: vi si trovano numerosi importanti nervi come alcuni rami del trigemino e del facciale, nonchè una ricca rete di vasi sanguigni collegati a importanti arterie come ad esempio l'olftalmica o la mascellare. Inoltre i vasi sanguigni nasali sono assai porosi e ciò facilita il rapido passaggio e l’assorbimento dei farmaci applicati sulla mucosa di questa cavità. Così questi, prontamente assorbiti, possono entrare rapidamente in circolo, raggiungendo elevate concentrazioni nel circolo cerebrale.
2. Il buon assorbimento è quindi garanzia di buona efficacia?
È stato dimostrato che 2 puff del nuovo spray nasale ottengono un maggior assorbimento rispetto alla corrispondente formulazione orale in compresse (10mg vs 2,5 mg) con conseguente maggior efficacia. A ciò si aggiunge il vantaggio della particolare situazione fisio-anatomica del sito di somministrazione che permette di raggiungere una concentrazione plasmatica efficace entro 2 minuti con distribuzione al sistema nervoso centrale in 5 minuti, tant’è che nel giro di 10 minuti si registra una prima risposta d’efficacia che, come ha dimostrato il gruppo di Ninan Mathew di Houston, porta il paziente a liberarsi dal dolore in circa 15 minuti.
3. Quanto tempo dura l'efficacia?
Se per il paziente con cefalea a grappolo è fondamentale la rapida risoluzione dell’attacco, non lo è da meno la possibilità di tener lontano il dolore il più a lungo possibile. La caratteristica recrudescenza degli attacchi nella fase di grappolo rende l’allontanamento del dolore per lungo tempo altrettanto importante.
Uno studio ha dimostrato che con la formulazione da 10 mg una significativa percentuale di pazienti resta libera da dolore entro circa 30 minuti dall’insufflazione mantenendosi senza peraltro presentare sintomatologia autonomica di accompagnamento. Senza contare che secondo i dati di farmacocinetica una volta che la prima frazione di farmaco è rapidamente entrato in circolo, una seconda viene assorbita a livello del circolo gastrointestinale con conseguente mantenimento dell’effetto terapeutico.
4. Questo farmaco può essere utile anche nell'emicrania?
Se nei pazienti affetti da cefalea a grappolo lo zolmitriptan con questa formulazione può costituire una valida alternativa al sumatriptan sottocutaneo, si può ritenere che nella patologia emicrania possa costituire invece un’ulteriore terapia per l’attacco che va ad aggiungersi al già ampio portafoglio terapeutico di cui attualmente disponiamo con alcuni vantaggi finora mancanti.
Anche per l’emicrania valgono tutte le considerazioni fatte per la cluster headeach: la rapidità dell’effetto, la durata dell’azione, ma ancor di più la discrezionalità d’utilizzo di un erogatore nasale.
La cefalea a grappolo si concentra in particolari periodi dell’anno lasciando il paziente libero per periodi lunghi anche mesi o anni, mentre l’emicrania è molto più assidua, presentandosi anche più volte al giorno e spesso tutti i giorni.
Poter disporre di un erogatore da utilizzare anche sul lavoro può contribuire anche a ridurre lo stigma di questa malattia: molti pazienti si vergognano di dover interrompere una riunione o di doversi momentaneamente assentare per trovare un bicchiere d’acqua con cui assumere una pastiglia quando sentono arrivare l’attacco. Disporre di un comodo erogatore nasale invece li tranquillizza, tanto più se sanno di poter contare su un rapido effetto, un altro fattore che riduce l’aspettativa ansiosa del dolore che si sta dimostrando sempre più un importante moltiplicatore del dolore. E tutto questo va a vantaggio anche della compliance dei pazienti.
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Glossario per Cefalea a grappolo – Enciclopedia medica Sanihelp.it
Farmaci
– CARBOLITHIUM*50CPS 150MG
– CARBOLITHIUM*50CPS 300MG
– IMIGRAN*4CPR RIV 100MG
– IMIGRAN*4CPR RIV 50MG
– IMIGRAN*SC 2SIR 6MG 0,5ML+AUTO
– LITIO CARB L.F.M.*50CPR 300MG
– LITIO CARB NOVA AR*50CPR 300MG
– SANDOMIGRAN*20CPR RIV 0,5MG
– ZOMIG*SPR NAS 2FL 5MG 0,1ML
Tag cloud – Riepilogo dei sintomi frequenti
repulsione per il cibo
iniezione congiuntivale
arrossamento delle congiuntive
emicrania
lacrimazione
dolore alla mandibola
pus dal naso
secrezioni dal naso
nausea
arrossamento degli occhi
bruciore agli occhi
infiammazione degli occhi
irritazione agli occhi
rinorrea
male di testa
alterazioni del viso
voltastomaco
sensazione di vomito