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aborto spontaneo

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interruzione spontanea e involontaria della gravidanza prima del 180° giorno di amenorrea. I sintomi sono metrorragia e dolori addominali. Possibili cause di un aborto spontaneo sono: malformazioni dell’utero, fibromi, alterazioni dell’endometrio, oppure da malattie della madre, come infezioni (per esempio, rosolia, toxoplasmosi), diabete, malattie dell’apparato urinario e respiratorio, intossicazioni, carenze alimentari, traumi fisici e psichici. Un’altra possibile condizione che può portare ad abortire in modo spontaneo è data dalle alterazioni del prodotto del concepimento, sia su base ereditaria sia acquisite (danni da radiazioni, da infezioni, da sostanze tossiche). L’aborto può essere preceduto da alcuni segnali (minaccia d’aborto): in queste situazioni si può intervenire per evitare l’aborto stesso (con riposo assoluto e assunzione di farmaci spasmolitici) e quindi proseguire la gravidanza. Quando invece l’interruzione è inevitabile, si possono verificare tre diverse situazioni: l’aborto completo, caratterizzato dall’espulsione spontanea del feto e degli annessi; l’aborto incompleto, dato dall’espulsione parziale del materiale ovulare (in questo caso è necessario intervenire per svuotare la cavità uterina, al fine di prevenire infezioni e arrestare l’emorragia; l’aborto interno, in cui la morte dell’embrione non è seguita dalla sua espulsione (anche in questo caso si interviene chirurgicamente o farmacologicamente). Questa ultima situazione può essere diagnosticata in sede ecografica, rilevando il mancato aumento di volume dell’utero e l’assenza di attività cardiaca fetale; in più, il test di gravidanza risulta negativo. Quando si verificano continue recidive (più di tre aborti consecutivi) si parla di aborto abituale: le cause sono spesso sconosciute: malformazioni dell’embrione di natura ereditaria o infettiva, anomalie dell’ utero, come l’insufficienza cervico-segmentaria ecc.


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