Rabbia
La malattia è anche conosciuta come:
idrofobia, lissa
INDICE
Malattia causata da un virus, attacca il sistema nervoso centrale conducendo alla morte e può colpire sia l’uomo sia gli animali come il cane e la volpe. Il vaccino è stato creato nel 885 da Louis Pasteur ed Emile Roux.
Categoria: Malattie infettive
Che cos’è – Rabbia
Malattia virale e incurabile
La rabbia è una malattia virale che può colpire sia gli animali sia gli esseri umani provocando encefalite acuta. Si tratta di una patologia che può trasmettersi da una specie all’altra, il contagio avviene solitamente attraverso il morso di un animale infetto come cane e volpe e il decorso della malattia, che si sviluppa dopo un’incubazione che varia da 10 giorni ad un anno, è fatale. La rabbia si evolve in 3 fasi: dopo un primo momento in cui si manifestano sintomi simili a quelli dell’influenza, segue la cosiddetta «rabbia furiosa», caratterizzata da un laringospasmo doloroso, la fase terminale sopraggiunge in fine a seguito della colonizzazione dei tessuti del sistema nervoso centrale da parte del virus. Il vaccino creato da Pasteur può essere somministrato dopo la sospetta infezione, ma dopo la comparsa del laringospasmo non esistono più cure che possano salvare il paziente dalla morte. I cicli epidemiologici della rabbia sono di due tipi: nel ciclo urbano, diffuso in Africa, Asia e Sud America, il cane è il più frequente serbatoio di infezione mentre nel ciclo silvestre, predominante in Europa e in Nord America, il contagio viene diffuso da animali selvatici come volpi e pipistrelli. In Italia ci sono stati vari focolai di infezione che nel corso degli anni hanno interessato la penisola da nord a sud, l’ultimo caso di rabbia è stato diagnosticato in una volpe il provincia di Trieste nel 1995 e dal 1997 il nostro paese ha ottenuto il riconoscimento di stato indenne dalla rabbia. La rabbia provoca attualmente 55.000 decessi l’anno, il 95% dei casi sono concentrati in Asia e in Africa mentre nella grande maggioranza dei paesi la malattia è stata debellata grazie alla diffusione del vaccino antirabbico che ha eliminato i cani domestici come serbatoi di infezione.
18041
Prevenzione – Rabbia
Il vaccino è l’unica prevenzione
Il decorso della malattia è fatale nella quasi totalità dei casi, ma per ridurre al minimo il rischio di contagio è possibile seguire alcuni semplici accorgimenti: effettuare la vaccinazione antirabbica per gli animali domestici che possono essere portatori del virus come cani, gatti, furetti e conigli; fare attenzione a non entrare in contatto con animali selvatici o randagi che possano essere infetti; in caso si osservino comportamenti inconsueti in animali coi quali si è in contatto, avvertire le autorità preposte alla zooprofilassi. Soprattutto, in caso di morso di animale, è necessario lavare accuratamente la ferita e contattare immediatamente un operatore sanitario per verificare se sia necessario sottoporsi ad una profilassi post esposizione procedendo con la somministrazione del vaccino.
La rabbia è stata una malattia fatale fino alla scoperta del vaccino effettuata da Louis Pasteur e Emile Roux nel 1885 e attualmente l’immunizzazione attraverso la somministrazione preventiva è pratica corrente sia per le popolazioni umane dove viene utilizzata come trattamento preventivo per i soggetti che corrono il rischio di venire a contatto con il virus rabbico o materiale da esso contaminato per motivi professionali (medici, veterinari, biologi, tecnici di laboratorio, operatori di canili, stabulari e simili) nonché per coloro che si espongono al rischio di morsicature o al contatto con animali rabidi (veterinari, guardie forestali, guardiacaccia, cacciatori, personale addetto alla macellazione) in regioni geografiche dove la minaccia del virus è particolarmente elevata.
Per quanto riguarda gli animali domestici, come previsto dalla normativa comunitaria la vaccinazione antirabbica è obbligatoria per tutti gli spostamenti di cani, gatti e furetti da o verso paesi esteri, sia comunitari che extracomunitari. Gli animali devono essere vaccinati contro la rabbia almeno 20 giorni prima della partenza.
18043
Sintomi – Rabbia
Gli stessi sintomi dell’influenza
I primi segnali della malattia, febbre, cefalea e mialgia, sono del tutto simili a quelli dell’influenza e si manifestano in un lasso di tempo che varia dalle 2 alle 12 settimane dopo il contagio.
Dopo i primi sintomi in poco tempo la situazione evolve verso la seconda fase, chiamata fase di latenza o rabbia furiosa, il malato a questo punto presenta la caratteristica idrofobia: la salivazione aumenta notevolmente, cresce il desiderio di bere, ma ad ogni tentativo il dolore causato dal laringospasmo è fortissimo tanto che il paziente mostra una vera e propria paura dell’acqua, da cui l’uso del termine idrofobia per descrivere questo stadio della malattia.
Dopo il manifestarsi di questi sintomi subentra la terza e ultima fase della malattia durante la quale la colonizzazione del sistema nervoso centrale da parte del virus causa l’insorgenza di sintomi neurologici, il paziente presenta dunque anomalie nel comportamento come ansia, insonnia, stato confusionale, paranoia, allucinazioni. Sebbene la sintomatologia prevalente sia di legata ad alterazioni del comportamento, in questa fase nel 25% dei casi può prevalere invece una paralisi che conduce in casi estremi anche all’immobilità totale del malato e arrivati a questo stadio tranne rarissimi casi, l’esito è sempre fatale.
18042
Diagnosi – Rabbia
Diagnosi difficile e quasi impossibile
La diagnosi si presenta particolarmente difficile, nella prima fase la malattia presenta infatti sintomi simili a quelli di una comune influenza e proprio per questo motivo la diagnosi clinica non è affidabile. La diagnosi definitiva può essere effettuata solo post mortem sul Sistema nervoso Centrale attraverso test come l’immunofluorescenza diretta (FAT) e l’isolamento del virus tramite coltura cellulare (RTCIT).
A conferma della diagnosi viene impiegato come test definitivo la reazione a catena della polimerasi, comunemente nota come PCR (Polymerase Chain Reaction), una tecnica di biologia molecolare. La diagnosi sull’uomo può essere effettuata anche attraverso l’analisi di saliva, urine e campioni di liquido cerebrospinale, anche se il margine di errore risulta in questi casi più elevato. Anche l’animale dal quale si è ricevuto il morso potenzialmente infetto dovrebbe essere esaminato e sottoposto ad analisi.
Dal 1979 ad oggi sono stati diagnosticati in Europa 14 casi di rabbia nel cane di cui il più recente risale alla fine del 2008 in Germania in un esemplare di cane importato dalla Croazia mentre per quanto riguarda l’uomo in Italia casi indigeni sono stati segnalati dal 1946 al 1968, da allora sono stati diagnosticati tra casi d’importazione: due dall’India nel 1970 e nel 1977 e uno dal Nepal nel 1996
18044
Cura e Terapia – Rabbia
Protocollo di cura in via di sperimentazione
La rabbia è una patologia incurabile, una volta che la malattia giunge alla sua seconda fase non esiste infatti nessuna terapia specifica in grado di salvare il paziente.In caso di sospetto contagio e in presenza di situazioni a rischio è necessaria la somministrazione del vaccino entro 10 giorni al fine di impedire gli ulteriori sviluppi dell’infezione.
Nel 2004 negli Stati Uniti è stato documentato il caso di una paziente sopravvissuta all’infezione senza il tempestivo uso del vaccino grazie al quale è stato possibile elaborare un protocollo sperimentale di cura, denominato Milwaukee protocol. Si tratta di un trattamento attualmente ancora in fase di sperimentazione che prevede l’induzione del coma farmacologico nel paziente tramite somministrazione di ketamina, midazolam e fenobarbital al fine di sedare l'attività cerebrale e cercare di limitare i danni, in concomitanza il paziente viene sottoposto a terapia antivirale a base di ribavirina e amantadina.
Altri casi sono stati trattati applicando questo protocollo, ma sino ad oggi la percentuale di regressione della malattia rimane molto bassa.
18045
Glossario per Rabbia – Enciclopedia medica Sanihelp.it
Farmaci
– RABIPUR*1FL 1D 1ML+1F C/SIR
– RABIPUR*1FL 1D 1ML+1F SOLV
Tag cloud – Riepilogo dei sintomi frequenti
sensazione di acqua che scorre
affanno
affaticabilità
agitazione
disturbi dell’alimentazione
anoressia
apoplessia
diminuzione dell’appetito
disturbi dell’appetito
fame di aria
aritmia
asfissia
assenza
astenia
batticuore
alterazioni del battito cardiaco
accelerazione del battito
rallentamento del battito
bradicardia
sensazione di bruciore
sensazione di caldo e freddo
cardiopalmo
cefalea
repulsione per il cibo
colpo
coma
confusione
perdita di conoscenza
paralisi di metà del corpo
perdita di coscienza
aumento del ritmo del cuore
diminuzione del ritmo del cuore
sensazione di indurimento della cute
debolezza
deformazione
deformità
difficoltà della deglutizione
diaforesi
dimagrimento
diplopia
disfagia
dismorfismo
dispnea
eccitabilità
eccitazione
ematemesi
emicrania
emiparesi
emiplegia
esauribilità
mancanza della fame
febbre
mancanza del fiato
alterazione della forma
formicolii
mancanza delle forze
aumento della frequenza cardiaca
diminuzione della frequenza cardiaca
irritazione alla gola
impazienza
inappetenza
ipersalivazione
ipertermia
ipotensione
irrequietezza
irritabilità
lacrimazione
lipotimia
malformazione
mialgie
midriasi
miosi
perdita completa della mobilità
perdita della mobilità
aumento del tono dei muscoli
dolore ai muscoli
ipertonia dei muscoli
rigidità dei muscoli
nausea
nervosismo
obnubilamento
lesioni all’occhio
palpitazioni
paralisi
paresi
parestesie
sensazione di indurimento della pelle
calo di peso
sensazione di pizzicore
irregolarità del polso
pressione bassa
diminuzione della pressione del sangue
ptialismo
pulsazioni veloci
aumento delle pulsazioni
irregolarità delle pulsazioni
alterazioni delle pupille
differente diametro delle pupille
dilatazione delle pupille
restringimento delle pupille
sensazione di ragnatela sul viso
rallentamento
raspino in gola
difficoltà della respirazione
difficoltà di respiro
mancanza del respiro
alterazioni del ritmo cardiaco
aumento del ritmo
diminuzione del ritmo
aumento della produzione di saliva
scialorrea
perdita dei sensi
disturbi della sensibilità
sincope
snellimento
senso di soffocamento
sonnolenza
sensazione di puntura di spilli
spossatezza
necessità di sputare
stanchezza
strabismo
stupore
sudorazione
sudorazione notturna
sudori freddi
suscettibilità
svenimento
tachicardia
innalzamento della temperatura
male di testa
torpore
tosse
tosse secca
traspirazione
visione doppia
visione strabica
disturbi della vista
voltastomaco
sangue nel vomito
sensazione di vomito