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pulpite

COLLEGAMENTI

Pulpite

La malattia è anche conosciuta come:
infiammazione della polpa dentale, infiammazione della polpa dentaria, infiammazione irreversibile del tessuto pulpare


INDICE

La pulpite è un’infiammazione che colpisce la polpa dentaria in forma acuta o cronica e che può portare anche alla necrisu dei tessuti

Categoria: Malattie odontoiatriche


Che cos’è – Pulpite

All’origine del dolore l’infiammazione

La pulpite è un’affezione a carattere infiammatorio che colpisce la polpa dentaria con decorso acuto o cronico e il cui esito può essere la necrosi della polpa causata dall’interruzione definitiva dell’apporto sanguigno alla polpa stessa.

La pulpite reversibile, più rara, si verifica quando il dolore è correlato direttamente alla presenza della fonte di dolore mentre, invece, nel caso di pulpite irreversibile, il dolore è presente indipendentemente dalla presenza di stimoli.

La causa principale della pulpite è l’infezione che si propaga da focolai di carie e anche i traumi dentari con frattura che espongono direttamente la polpa all’attacco dei batteri possono essere una potenziale causa dell’insorgere della patologia.

Gli stimoli termici eccessivi, sebbene più raramente, possono favorire l’insorgere della pulpite. In questo caso il frangente più comune è il verificarsi di cause iatrogene nel caso in cui il dentista, durante una seduta di cura, non utilizzi il getto aria-acqua per raffreddare la fresa e contrastare l’aumento della temperatura. Anche traumi cronici come ad esempio il bruxismo e una forza di masticazione scorretta e non bilanciata, comune alle malocclusioni dentarie, può essere all’origine della pulpite.
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Prevenzione – Pulpite


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Lotta a carie e placca

Per evitare l’insorgere della pulpite è necessario effettuare una efficace prevenzione della carie dentaria e cercare pertanto di evitare la formazione e il deposito della placca batterica sui denti.

Occorre, quindi, curare con attenzione l’igiene orale possibilmente dopo ogni pasto, rimuovendo i residui di cibo che possono favorire la proliferazione di microrganismi attraverso l’utilizzo regolare dello spazzolino da denti e del filo interdentale. La presenza di una flora batterica anomala all’interno del cavo orale, infatti, è la causa primaria della formazione della placca che, se non eliminata, può dare origine alla carie .

Per prevenire l’insorgere di lesioni cariose è consigliabile porre attenzione anche ai tipi di cibi assunti, la frequente assunzione di zuccheri può essere un fattore che agevola la formazione della placca e occorre anche ricordare che i cibi che aderiscono maggiormente alla superficie del dente contribuiscono più di altri all’insorgenza della carie.

Periodiche sedute di igiene orale professionale garantiscono l’accurata pulizia del cavo orale aumentando l’efficacia dell’igiene quotidiana nella prevenzione delle infezioni che sono all’origine della pulpite.
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Sintomi – Pulpite


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Dolore lancinante e pulsante il primo sintomo

In caso di pulpite reversibile il dolore è spontaneo, molto intenso, intermittente o pulsante, compare più frequentemente di notte, presenta irradiazioni e si risveglia con stimoli anche molto lievi. Nel caso in cui si ignorino questi primi sintomi, dovuti di solito alla presenza di una carie, la patologia evolve nella forma irreversibile: l’aggressione dei batteri giunge in profondità e il dolore diviene più viscerale.

In presenza di infiammazione irreversibile della polpa dentale il dente presenta in genere una elevata sensibilità al calore, ai cibi particolarmente dolci e nella maggior parte dei casi anche la masticazione risulta dolorosa. Al contrario della pulpite reversibile, in questo caso spesso è inoltre difficile individuare il dente colpito dall’infezione in quanto il dolore è irradiato al viso, al collo, alla zona temporale e all’orecchio. Il dolore è continuo e profondo, tale da rendere impossibile anche il sonno.

Nel caso di una pulpite causata da un evento traumatico si può avere una necrosi dei tessuti a causa dell’interruzione della circolazione sanguigna, in questo caso il fenomeno può anche essere asintomatico così come nel caso di un trauma occlusale, dovuto cioè all’eccessiva forza della masticazione applicata alla superficie occlusale del dente.
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Diagnosi – Pulpite


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Raggi X ed esame visivo

Nel caso di una pulpite reversibile, è possibile individuare la carie responsabile dell’infezione tramite l’esame radiografico o attraverso l’esame visivo della superficie dentale tramite l’ausilio di uno specchietto dentale e di un esploratore.

In presenza di pulpite irreversibile, il dente può mostrare invece la presenza di carie al di sotto di una vecchia otturazione, circostanza che rende difficile l’individuazione del focolaio di infezione causa scatenante della patologia. Vista anche la difficoltà del paziente ad individuare la fonte del dolore, l’esame radiografico può essere risolutivo nell’individuare il dente responsabile.

Se il dolore compare solo a seguito di uno stimolo esterno è verosimile supporre di essere in presenza di una pulpite reversibile mentre se il dolore avvertito dal paziente è continuo molto probabilmente si tratterà di una pulpite irreversibile. I denti colpiti da pulpite irreversibile e necrosi risultano inoltre sensibili alla percussione.

Anche il test termico può essere utile per valutare le condizioni di infiammazione, la polpa sana, infatti, reagisce se sottoposta a stimoli di caldo e freddo mentre la polpa infiammata può non dare nessun tipo di risposta oppure rispondere con una ipersensibilità esageratamente intensa e prolungata nel tempo.
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Cura e Terapia – Pulpite


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Dall’eliminazione di una carie alla devitalizzazione

Per trattare con successo una pulpite reversibile sarà sufficiente eliminare la causa dell’infezione, spesso rappresentata da una carie, mettendo in atto una terapia conservativa e desensibilizzando le esposizioni radicolari. Nel caso in cui, dopo questo primo trattamento, non si riscontrino miglioramenti del quadro clinico occorre ipotizzare l’evoluzione della patologia verso una pulpite irreversibile.

In questi casi, la terapia è rappresentata dalla rimozione della polpa irreversibilmente infiammata attraverso un’operazione di pulpectomia, l’assunzione di analgesici può risolvere la sintomatologia acuta della pulpite, ma non apporta alla guarigione della polpa infiammata compromessa. Si dovrà quindi procedere con la pulizia, la disinfezione e la chiusura ermetica del canale radicolare attraverso una cura canalare o una terapia endodontica.

In presenza di necrosi dei tessuti, al fine di evitare di lasciare parte della polpa soggetta alla necrosi stessa, sarà necessario procedere alla rimozione di tutto il contenuto canalare con successiva medicazione chiusa. La devitalizzazione, se ben eseguita, è una cura risolutiva che permette di conservare denti, seppur non vitali, per molti anni e in caso di granulomi o infezione all’apice dentale è possibile anche ri trattare denti già devitalizzati.
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Glossario per Pulpite – Enciclopedia medica Sanihelp.it


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