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peste

COLLEGAMENTI

patologia ormai notevolmente ridimensionata causata dal bacillo Yersinia pestis.



Alcuni focolai si possono rintracciare in Africa occidentale e centromeridionale in Medio ed Estremo Oriente, in sudAmerica e negli USA (in particolare gli stati più sudoccidentali).



Il contagio avviene per puntura di pulce (di ratto, cane, gatto, uomo) infetta. Tra uomo e uomo può avvenire anche per inalazione di goccioline emesse dai malati o per contatto diretto con cadaveri infetti.



La malattia si manifesta dopo poche ore fino a 12 gg. I sintomi sono differenti a seconda che si tratti della forma bubbonica, polmonare o setticemica.



La peste bubbonica è la forma più frequente e conosciuta; si manifesta con febbre elevata e con la comparsa del tipico bubbone, cioè un linfonodo ingrossato, molto doloroso, arrossato e caldo, localizzato in genere nella regione inguinale.

In seguito tale bubbone può trasformarsi in ascesso e aprirsi verso l’esterno, con fuoriuscita di pus


Tipici del secondo tipo di pesto sono i sintomi polmonari: tosse con espettorato sieroematico e dispnea.



La peste setticemica, caratterizzata dalla diffusione dei batteri nel sangue, è grave e può manifestarsi con febbre elevatissima, fino a 40-41 °C, delirio, emorragie dalla pelle e dalle mucose, diarrea e altri sintomi gravi, portando in genere a morte entro le 48 ore.

La diagnosi viene compiuta tramite isolamento del microrgaismo in materiale linfonodale, espettorato o sangue.



La terapia si avvale della somministrazione di antibiotici (
streptomicina , cloramfenicolo , tetracicline ) e di sulfamidici a dosi elevate. Grazie a tali farmaci la prognosi, che in passato comportava una notevole letalità (dal 50% nella forma bubbonica al 100% nelle forme setticemiche e polmonari), è nettamente migliorata.



Data l’estrema contagiosità della malattia le misure di profilassi devono essere rigorose: il più stretto isolamento dei malati, soprattutto nella forma polmonare, la distruzione dei loro vestiti, la disinfestazione e la derattizzazione. Utile la somministrazione di antibiotici e sulfamidici per prevenire il contagio nei soggetti esposti.



È disponibile anche un vaccino, che pur sembrando essere in grado di ridurre la frequenza e severità della malattia, ha tuttora un impiego limitato per gli importanti effetti collaterali.


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