(o senescenza), processo biologico che interessa da un lato i tessuti e gli organi di un individuo, dall’altro le facoltà mentali e psichiche. A livello morfologico si manifesta con modificazioni degenerative in organi di vitale importanza come il sistema nervoso centrale, i polmoni, il cuore e i vasi. A livello psicologico si manifesta con riduzione dell’efficienza intellettuale che colpisce soprattutto la memoria e la capacità d’attenzione, oltreché con riduzione del raggio affettivo, ipersensibilità e incapacità di adattamento a nuove situazioni. L’inizio cronologico dell’invecchiamento, molto variabile, è legato anche a fattori socio-culturali e la sua evoluzione è condizionata anche dall’ambiente in cui l’anziano vive oltreché dalla sua personalità. In Occidente, in cui negli ultimi cinquant’anni la popolazione sopra i 65 anni è quadruplicata, sono in continuo aumento le patologie senili delle quali si occupa la geriatria.
Tra le varie ipotesi avanzate per giustificare i processi degenerativi legati all’invecchiamento va segnalata quella endocrinologica, che si basa sul complesso di modificazioni ormonali che si manifestano con l’avanzare dell’età. I diversi fenomeni involutivi che caratterizzano l’invecchiamento sarebbero dovuti al calo nella secrezione di alcuni ormoni come il GH (l’ormone della crescita), il DHEA (deidroepiandrosterone), la melatonina.
La teoria endocrinologica suggerisce la possibilità di ricorrere a un’ormonoterapia sostitutiva per rallentare il processo di senescenza. Le più recenti proposte di terapia ormonale sostitutiva contro l’invecchiamento riguardano DHEA, GH e melatonina:
– il DHEA (nella cui secrezione, come in quella della melatonina, si verifica una riduzione significativa nei maschi e nelle femmine nel corso della quinta decade di vita) potrebbe essere utile negli anziani con riduzione delle masse muscolari e della densità minerale ossea (calcio). Avrebbe inoltre un effetto protettivo anche rispetto all’ aterosclerosi (specie nel sesso maschile) e alla depressione.
– la melatonina potrebbe riequilibrare il ritmo sonno/veglia, spesso alterato nell’anziano; questo ormone, inoltre, presenta attività antiossidante, ma non si dispone ancora di dati sufficienti per avallare l’utilità del suo impiego clinico negli anziani;
– le indicazioni per una possibile terapia sostitutiva con GH in entrambi i sessi (l’ormone della crescita ha effetti anabolizzanti) sono invece ancora lontane, a causa degli effetti collaterali (tra i quali l’aumento della glicemia) e dei costi elevati.
I trattamenti ormonali non dovrebbero mai essere attuati senza un attento controllo medico: l’efficacia di queste terapie è legata a un’accurata selezione dei possibili pazienti da parte dello specialista (geriatra, endocrinologo ecc.), che si preoccuperà poi di seguirli assiduamente nel tempo.
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