capacità individuale di comprendere se le proprie azioni possono contrastare con le prescrizioni di legge o i comportamenti che costituiscono reato (capacità di intendere) e di determinare i propri atti, ossia mettere in atto o meno un comportamento antigiuridico o antisociale (capacità di volere). È un concetto giuridico di psichiatria forense utile per accertare, in sede processuale, se la consapevolezza e l’intenzionalità dell’imputato fossero abolite o indebolite per vizio totale o parziale di mente.