Advertisement

artrosi

COLLEGAMENTI

 


La malattia è anche conosciuta come:
osteoartrite, osteoartrosi

L’artrosi è uno stato infiammatorio cronico, a causa non ancora completamente nota, che colpisce le articolazioni o le sue componenti
Categoria: Malattie reumatiche

Che cos’è – Artrosi

La malattia è tipica dell’anziano e si stima che circa l’80% delle persone ultra settantacinquenni ha segni di osteoartrosi, anche radiografici, mentre persone con più di 64 anni presentano artrosi delle grandi articolazioni. Nella realtà il dolore riferito ad artrosi si riscontra anche nella fascia di mezz’età ed è una delle maggiori cause di perdita di giorni lavorativi.

L’età di manifestazione della malattia è generalmente intorno ai 35 anni e si presenta con una sintomatologia dolorosa a livello del ginocchio, dell’anca, della mano e della colonna vertebrale; talora compare in più di una sede contemporaneamente. Le articolazioni meno colpite sono, in genere, polsi, gomiti e spalle. Il dolore peggiora con il movimento delle articolazioni colpite ed è alleviato dal riposo, tranne nei casi di particolare gravità, dove può comparire un dolore notturno, o a riposo. Al mattino si può accusare rigidità dell’articolazione colpita ma è di breve durata ed è diversa dalla rigidità prolungata che si verifica nella artrite reumatoide, una malattia reumatica infiammatoria a decorso più distruttivo per le articolazioni.

 Il dolore può interessare la natica, l’inguine o il ginocchio e può essere da lieve fino a lancinante. Nel caso di interessamento dell’anca, l’atto di indossare le calze può risultare difficile per il dolore che insorge nei movimenti di intrarotazione e abduzione dell’anca colpita. In caso di osteoartrite del ginocchio, compaiono invece instabilità e dolore nel salire e scendere le scale e sbandamenti durante il cammino. A livello della mano, uno dei primi sintomi è il dolore e, durante le fasi acute, l’impossibilità a sollevare oggetti quali un bicchiere pieno d’acqua, o a cucire. Un sintomo che spesso allarma è la percezione di un crepitio, specie nel ginocchio o nelle rotazioni del collo, durante i movimenti attivi o passivi; è dovuto allo sfregamento delle superfici articolari irregolari. L’artrosi della colonna e quasi sempre una malattia da usura per invecchiamento ed è accentuata dove le articolazioni sono più mobili e più soggette a carico, (ultime vertebre cervicali e lombari), Nell’artrosi cervicale quando gli osteofiti(piccoli «becchi» ossei che si formano nella parte colpita) comprimono le arterie, si hanno disturbi quali cefalee, vertigini, acufeni(rumori nell’orecchio tipo ronzio o scricchiolii); quando essi comprimono i nervi, si ha una sintomatologia dolorosa. Anche a livello lombare l’artrosi si manifesta con dolore, perchè sono interessati grossi nervi, come l’ischiatico (per cui si può avere ischialgia) o altri come il femorale e l’otturatore. Il dolore lombare è irradiato lungo il decorso dei nervi e nei muscoli innervati da quegli stessi nervi che, per riflesso doloroso si contraggono determinando la lombalgia o lombosciatalgia. L’artrosi della colonna è caratterizzata dall’alterazione del disco intervertebrale, che va incontro ad una progressiva disidratazione con conseguente perdita di elasticità e possibile comparsa di fessurazioni nell’anello fibroso e conseguente prolasso del nucleo polposo. Sport e sovrappeso
Lo sport non e’ controindicato, anche se lo sport praticato a livello agonistico può indurre stress fisici alle articolazioni e peggiorarne la condizione. È stato dimostrato che praticare regolarmente esercizio fisico leggero impedisce l’ulteriore sviluppo del processo osteoartrosico a livello delle articolazioni maggiori quali ginocchio e colonna cervicale. Sono consigliati anche esercizi d’allungamento muscolare, nuoto e lunghe passeggiate.

Esiste invece un’associazione abbastanza stretta tra sovrappeso e osteoartrosi del ginocchio nelle donne e anche negli uomini. Il sovrappeso determina un carico molto pesante sulle articolazioni ed è, quindi, importante evitare in maniera preventiva di prendere peso o, nel caso degli obesi, seguire cure dimagranti. La dieta per combattere l’artrosi e l’artrite
Alcuni studi hanno suggerito che con la dieta si puo’ contrastare e modificare la sintomatologia. Gli effetti protettivi di una dieta ricca in olio di oliva e vegetali cotti è stata chiaramente dimostrata. Alcune categorie di cibi, inoltre, hanno mostrato di peggiorare i sintomi in pazienti con artrosi ed artrite. Soltanto con l’eliminazione di alcuni cibi dalla dieta, per esempio, si e’ ottenuta una riduzione significativa del dolore e dell’edema delle articolazioni, nel 46% e 36% dei pazienti, rispettivamente. Latte, derivati del latte, mais e cereali, sono tra i cibi piu’ frequentemente implicati nell’allergia alimentare. D’altra parte, diete ricche di n-3 acidi grassi polinsaturi, comunemente trovati in noci, mandorle, pesce, olio di pesce e olio di semi di lino, non solo riducono il rischio di sviluppare artrite, ma possono anche produrre un significativo miglioramento dei sintomi come la rigidita’ articolare mattutina e il gonfiore delle articolazioni, senza causare effetti collaterali. La terapia
Nelle fasi dolorose è possibile ricorrere ad alcuni farmaci analgesici ed antinfiammatori che costituiscono il primo approccio terapeutico per alleviare il dolore dovuto all’osteoartrosi d’anca e ginocchio. Migliorano significativamente la funzionalità delle articolazioni e riducono il dolore. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono i più usati per la loro azione potente ma hanno una serie d’effetti collaterali sul fegato, sui reni e soprattutto sullo stomaco. Nel caso di terapie prolungate con questi farmaci è consigliata l’associazione con farmaci cosiddetti gastroprotettori che prevengono l’insorgenza d’ulcere gastriche e duodenali. Attualmente sono stati immessi in commercio nuovi farmaci antinfiammatori piu’ selettivi con rischio di effetti collaterali sullo stomaco molto ridotto.


Per via locale si possono utilizzare pomate a base di capsaicina, un derivato della pianta del peperoncino, oppure cerotti medicati con sostanze antinfiammatorie, mentre nei casi più invalidanti si possono utilizzare iniezioni di cortisonici intraarticolari, cioè direttamente dentro l’articolazione colpita. Tali iniezioni non possono essere praticate più di 3-4 volte in un anno altrimenti ledono ulteriormente la cartilagine già danneggiata e sono utili solo ber bloccare una riacutizzazione. Studi recenti sembrano suggerire buoni risultati con l’utilizzo di sostanze simili all’acido ialuronico (un componente della struttura articolare) per via intrarticolare che conferiscono elasticità e lubrificano le superfici articolari infiammate.

Uno studio recente effettuato su un grande numero di pazienti suggerisce anche l’utilizzo della glucosammina(uno dei componenti della cartilagine articolare) nella terapia di fondo dell’artrosi. Una terapia costante sembra infatti ridurre i periodi di riacutizzazione del dolore articolare e un miglioramento del consumo della cartilagine.

Non solo infiammazione articolare

Il dolore artrosico viene comunemente attribuito ad infiammazione articolare. In verità il suo sviluppo può avere diverse origini: ossea, tendinea, può provenire dai legamenti o dal coinvolgimento dei tronchi nervosi. Si può affermare che il dolore artrosico deriva dall’interessamento in maniera diversa di tutte queste componenti.

Dolore osseo dell’artrosi
Può capitare per esempio che i capi ossei siano sottoposti a sollecitazioni eccessive che provocano sequenze di danni e riparazioni del tessuto osseo. Questa sequenza è dolorosa sia nella fase del danno che in quella della successiva riparazione, le terapie possono essere sia di tipo medico che chirurgiche (osteotomie).

Dolore della borsite e della tendinite
Nel momento in cui un’articolazione diviene artrosica i tendini e le borse tendinee che sono al suo servizio vengono sottoposti a sforzi anormali che conducono all’insorgere di patologie dolorose: è possibile che si origini un dolore autonomo che riguarda solitamente l’anca, il ginocchio e la spalla la cui attenuazione può essere ottenuta attraverso iniezioni traccianti e infiltrazioni periarticolari.

Dolore muscolare nell’artrosi
Un’altra fonte di dolore che va ad aggiungersi a quella propria dell’artrosi articolare può essere riscontrata nei muscoli. Accade infatti che i movimenti incerti provocati per esempio da un ginocchio divenuto artrosico, possano generare contrazioni muscolari persistenti che diventano a loro volta fonte di dolore. In questi casi, si può arrivare a contratture o crampi.
Un sollievo a questi disturbi può essere fornito attraverso esercizi di distensione, rilassamento e allungamento, nonché applicazioni di calore diretto e indiretto.

Artrosi: da compagna scomoda a minaccia da combattere

In principio tutte le malattie reumatiche sembravano simili. Tutto iniziava con la comparsa della malattia, proseguiva con l’intensificarsi del dolore e irrigidimento delle articolazioni che provocano difficoltà nel compiere movimenti, difficoltà che si intrecciavano con quelle dovute alla vecchiaia.

Ma la scoperta di malattie ben definibili venne ad un certo punto a cambiare questo indeterminato quadro di riferimento. Nacque la reumatologia e iniziarono ad identificarsi termini come gotta e artriti infettive, poi di quelle para-infettive; furono identificate la spondilite anchilopoietica, l’artrite reumatoide, le connettiviti, le artriti giovanili. Fu isolato e reso quasi innocuo il reumatismo articolare acuto.

Anche la percezione della malattia oggi viene colta diversamente che in passato, quando veniva in qualche modo accettata come una caratteristica del ciclo di vita della persona (collocata culturalmente vicino alla vecchiaia).
E proprio l’aumento della durata della vita sta portando ad un ripensamento sulle opinioni di questa malattia. Lo sviluppo dell’artrosi, infatti viene visto come una minaccia alla capacità e all’autosufficienza delle sempre più numerose persone anziane.

Inoltre questa malattia viene vista come una figlia imbarazzante del nostro tempo, caratterizzato da tecnologie avanzatissime incapaci però di risolvere in maniera adeguata una piaga così diffusa.

In Italia soffrono di artrosi circa 4 milioni di persone delle quali l’80% sono anziane. È una malattia che porta spesso all’invalidità tanto che lo Stato spende solo per le malattie reumatiche circa 5500 milioni di euro in pensioni.

Il problema fondamentale dei dolori artrosici è che la conoscenza dei meccanismi che li causano è lontana dall’essere completamente raggiunta e, nel caso lo fosse non è detto che tale conoscenza implichi la capacità di far scomparire il dolore.

Nell’attesa che un rimedio definitivo venga prodotto, sono da anni provate diverse cure che consentono di combattere il dolore artrosico.

Cura e Terapia – Artrosi

La terapia classica per fermare l’invalidità provocata dall’osteoartrosi si basa sulla somministrazione di sintomatici e solo in ultima istanza, quando ormai il processo degenerativo è irreversibile, si ricorre a un intervento chirurgico di sostituzione protesica.

Dall’ultimo congresso dell’American College of Reumatology è arrivata una grande novità che porterà a un forte miglioramento della qualità della vita dei malati di osteoartrosi. Due studi, il primo pubblicato tre anni fa su the Lancet e il secondo appena pubblicato dalla rivista Archives of Internal Medicine, hanno dimostrato che esiste una cura migliore: la classica terapia antidolorifica, se affiancata dalla somministrazione di Glucosamina Solfato fa diminuire drasticamente la necessità di ricorrere a un intervento chirurgico.

Tutto questo perché la Glucosamina Solfato è in grado di rallentare l’evoluzione del decadimento della struttura articolare e limitare la progressione dei sintomi.

Così spiega il professor Karel Pavelka, direttore dell’Istituto di Reumatologia dell’Università di Praga: «5 anni dopo il termine del primo studio abbiamo constatato come dei 136 pazienti che Avevano seguito il trattamento da 12 mesi a 3 anni, ben il 16.4% di coloro ai quali veniva somministrato il placebo erano andati incontro a sostituzione protesica del ginocchio nei 5 anni successivi, contro il solo 4.3% di quelli precedentemente trattati con Glucosamina Solfato. La riduzione del rischio di finire sul tavolo del chirurgo, è pertanto del 73%».

Gli studiosi hanno osservato che i pazienti che avevano dovuto ricorrere alla protesi erano soprattutto quelli in cui si era notato un restringimento più grave dello spazio articolare durante lo studio, la cui incidenza era stata fortemente ridotta dalla Glucosamina Solfato. Ciò sostiene in pieno l’ipotesi degli autori secondo i quali quell’osservazione rappresentava in effetti un rallentamento nella progressione della malattia.

Un’ottima notizia anche per la ricerca italiana visto che la Glucosamina Solfato è stata sviluppata nei laboratori della Rottapharm di Monza.

Dal farmaco all’agopuntura, le diverse terapie per curare l’artrosi

Le terapie utilizzabili sono diverse esse variano a secondo del tipo di artrosi, dell’entità dell’erosione e di tanti altri fattori, come per esempio l’età e le condizioni fisiche generali del malato.

Il primo posto spetta alle terapie sintomatiche che con l’utilizzo di farmaci analgesici e antinfiammatori agiscono sul controllo del dolore. Va precisato che ricercare un’azione contro il dolore potrebbe non essere un vero e proprio rimedio: a livello medico, infatti, l’efficacia della cura riguarda solo ed esclusivamente la difesa di un’articolazione sana contro la malattia, ma siccome nell’artrosi il dolore è una sconcertante e quotidiana evidenza, prendere una medicina contro il dolore può essere una buona soluzione di partenza.

Sempre rimanendo in campo farmacologico si possono utilizzare farmaci protettori delle cartilagini articolari (cosiddetti condroprotettori); le alterazioni artrosiche, iniziando con il logorio della cartilagini che rivestono i capi ossei delle varie articolazioni; diventando rugose, screpolate, frammentate e scheggiate perché, in genere, sottoposte a lavoro eccessivo ma anche perché mal nutrite; i farmaci condroprotettori mirano appunto, come dice il nome, a tutelarne l’integrità.

Di fondamentale importanza è comunque accompagnare le terapie farmacologiche con l‘esercizio fisico, l’utilizzo della fisioterapia e della chinesiterapia anche in sede termale possono portare a benefici riabilitativi enormi.

Non ancora utilizzate pienamente sono quelle sostanze che hanno un’azione bloccante delle metalloproteasi, il loro utilizzo ci è stato accennato in un intervista al Professor Mario Carrabba, ossia quegli enzimi che favoriscono la digestione della cartilagine e ne facilitano il conseguante rinnovo.

Parlando di terapie iniettive locali, ovvero direttamente all’interno delle articolazioni, vengono utilizzate sostanze lubrificanti articolari, quali l’acido ialuronico. Anche la cosiddetta ossigeno-ozono terapia sta iniziando a farsi largo soprattutto in determinati tipi di patologie artrosiche.

Concludiamo questa carrellata menzionando la possibilità di appoggiarsi alle diverse medicine complementari, come l’agopuntura, lo Shaitzu e l’omeopatia; ognuna di queste discipline è in grado di fornire benefici effetti per alleviare il dolore e bloccare l’insorgere della malattia.

Prima di tutto combattere il dolore

Ma quali sono le medicine che vengono utilizzate per questo scopo? A seconda dei casi i medici prescrivono sia medicine antinfiammatorie, dotate anche di effetti contro il dolore, che medicine puramente antidolorifiche.

Nelle artrosi lievi o iniziali, viene generalmente considerato più appropriato adoperare antidolorifici semplici. Linee guida di importanti associazioni scientifiche raccomandano, per l’artrosi dell’anca e del ginocchio, di modificare alcune abitudini di vita e di adoperare – quando è necessario – medicine antidolorifiche.

Anche se questo modo di procedere può sembrare alquanto deludente, combattere il dolore presenta notevoli vantaggi. I movimenti risultano meglio sopportati. Si è incoraggiati a compiere gli esercizi di rinforzo, allungamento e coordinazione muscolare che giovano all’articolazione colpita. Anche se gli antidolorifici non migliorano l’artrosi, non c’è nessun vantaggio a tenersi il dolore.

Quando oltre al dolore si riscontra anche una fase infiammatoria allora l’utilizzo di analgesici può essere sostituito dagli antinfiammatori. Questi farmaci sono efficaci contro il dolore come gli antidolorifici, e in più combattono l’infiammazione, diminuendo aggiuntivamente il dolore che proviene da questa. L’effetto sul dolore è allora diretto e indiretto.

I farmaci ancor oggi più utilizzati per la cura delle artrosi appartengono alla categoria dei FANS (farmaci antiinfiammatori non steroidei e cioè non cortisonici); ma sono noti a tutti i disturbi che la loro somministrazione protratta può causare, prevalentemente nei confronti dell’apparato digerente, dei reni e del sangue. Recentissimi studi hanno individuato la causa di questi pericolosi effetti secondari: si tratta della inibizione di effetti utili, da parte di una delle due componenti attive di cui sono provvisti, mentre soltanto l’altra agisce in senso antiinfiammatorio e antidolorifico. Con l’isolamento soltanto di questa seconda componente è possibile ottenere il farmaco antireumatico ideale; prezioso e non nocivo. Su questa strada si sono già compiuti notevoli passi avanti e si spera di avere presto a disposizione i nuovi farmaci da adottare in tal senso su larga scala.

Non solo medicinali, occorre una giusta dose di movimento

Va subito precisato che la terapia del movimento nell’artrosi deve essere prescritta da un medico e nei casi piu’ difficili da un medico specialista: fisiatra, reumatologo, ortopedico. Nel caso venga riscontrata una instabilità dell’articolazione si praticherà un rinforzo muscolare coordinato attraverso una chinesiterapia stabilizzante.
Se si dovesse riscontrare una limitazione della capacità di movimento lo specialista indicherà una chinesiterapia mobilizzante.

Gli effetti di questa terapia sono tutt’altro che trascurabili. Da un lato, il miglioramento funzionale si traduce in una economia articolare e in un sollievo dal dolore da sovraccarico. Dall’altro, il giungere al cervello di sensazioni non dolorose da un’area articolare solitamente dolorosa interferisce – mediante complesse interazioni nervose – con la percezione del dolore.

Tecniche speciali di terapia del movimento sono state elaborate per ciascuna articolazione artrosica, ma soprattutto per la colonna vertebrale. Sono state studiate diverse posture antalgiche per la colonna, ossia delle posizioni da mantenere per qualche minuto, ripetutamente, che riescono a decomprimere le aree dolorose. Esiste anche un complesso di movimenti speciali, che possono venire appresi ed eseguiti dal paziente molto dolorante, senza che ne derivi un dolore aggiuntivo. Viene cosi’ allontanato il timore dell’immobilita’, soprattutto quando si tratta di persone molto anziane.

La chinesiterapia agisce nell’artrosi attraverso un’azione antidolorifica indiretta, che si manifesta quando le tecniche sono applicate con esattezza e razionalita’. Non va quindi confusa con una generica indicazione all’esercizio fisico. In particolare per la colonna vertebrale si sono individuati trattamenti che puntano al recupero globale di movimenti armonici d’insieme, e trattamenti dedicati alla cura di un segmento motorio vertebrale.

In molti pazienti il dolore artrosico e’ reso piu’ vivace dall’esecuzione quotidiana – in alcuni casi anche vigorosa – di esercizi fisici che coinvolgono l’articolazione artrosica in misura tale da raggiungere subito il limite di tolleranza, tanto che non resta più riserva per i movimenti della vita quotidiana. Occorre allora reimpostare la tecnica di esercizio.
È normale che una delle cause di questo comportamento sia il timore di restare bloccati.

Ozonoterapia: curarsi con particolari bolle d’aria

La gonartrosi è l’artropatia che interessa l’articolazione del ginocchio, essa può essere secondaria, a precedenti eventi traumatici e/o eventi infiammatori dell’articolazione ma può anche presentarsi come primaria e, solo in un secondo tempo, può verificarsi una deviazione in varismo e valgismo.

Solitamente predilige il sesso femminile in rapporto di 2 a 1. Può cominciare a manifestarsi sintomatologicamente intorno ai 50 anni e tende ad essere bilaterale anche se i sintomi iniziano a livello monoarticolare. Traumi, disturbi circolatori, malconformazioni e alterazioni meniscali possono essere fattori che ne aumentano l’incidenza.

A livello sintomatico questa patologia si manifesta con il dolore, soprattutto nell’atto di scendere le scale, alla marcia e anche a riposo. Il paziente sente dolore nel momento in cui viene fatta pressione sull’interlinea articolare. Questa sensazione provoca in generale una diminuzione dell’escursione articolare e soprattutto nella fase acuta si manifesta un versamento articolare con formazione della cosiddetta acqua nel ginocchio.

È molto importante il momento della diagnosi, perché spesso non esiste corrispondenza tra il quadro radiologico e quello sintomatico. La terapia classica è costituita da presidi di ordine generale come riposo e correzione dell’obesità, l’utilizzo di Fans che però hanno solo un’azione sintomatica analgesica e possiedono numerosi effetti collaterali, la chinesiterapia e infiltrazioni intrarticolari di corticosteroidi che però provocano un danno a livello generale e locale alle cartilagini.

Una delle tecniche che si caratterizza per una minorepresenza, se non assenza, di effetti collaterali e la cosiddetta O2/O3 terapia, l’ossigeno-ozonoterapia. Le motivazioni di una sua scelta possono essere ricondotte al fatto che essa porta al rirpistinio della funzionalità articolare mediante metodo naturale, non tossico, che dura nel tempo e inoltre se eseguita con la tecnica prescritta non presenta effetti collaterali.

La terapia in questione consta in una serie di infiltrazioni, al massimo una decina, di una ben determinata miscela di ossigeno-ozono. In particolare all’inizio si iniettano 10/20 cc. a 15 mg/ml sino ad arrivare a 20 cc a 20 mg/ml. I primi miglioramenti si hanno solitamente dopo 3-4 sedute, generalmente per primo scompare il dolore notturno, in seguito riprende la totale funzionalità dell’articolazione.

Curare l’artrosi cervicale con l’agopuntura

Circa il 76% delle persone adulte entro i 40 anni presenta segni di artrosi cervicale. Addirittura dopo i 50 anni non esiste individuo che ne sia esente. Questo non significa che tutti ne soffrono perché spesso non esiste corrispondenza tra gravità dei sintomi e gravità dell’artrosi vera e propria.

Forse più di altre, quella che intacca i dischi della colonna vertebrale, è una tipologia di artrosi per la quale si può intervenire con l’agopuntura. Sono due le ragioni che permettono di affermare che l’agopuntura è un trattamento specifico in materia di artrosi cervicale. Il trattamento in questione è in grado di togliere l’infiammazione dove è presente e, sin dalle prime sedute, fa scomparire la contrattura muscolare conseguente allo stato infiammatorio.

“Ne risulta che il paziente avverte un netto miglioramento sin dai primi trattamenti – afferma il prof. Franco Menichelli, direttore di «Agopuntura 2000» l’organo ufficiale dell’Associazione italiana agopuntura – specie per quanto concerne la capacità di ruotare il capo e ciò a causa della diminuzione della contrattura».

Tra la seconda e la terza seduta anche i dolori si attenuano in ragione della riduzione dell’infiammazione. Le sedute necessarie sono in media cinque o sei, distanziate l’una dall’altra di almeno una settimana.

Va sottolineato però che l’agopuntura non è in grado di far scomparire l’artrosi perché questa è una patologia che provoca un danno strutturale, ma è senza dubbio un ottimo metodo per arrestarne il processo evolutivo.

Siccome l’artrosi tende ad aggravarsi negli anni a causa del processo infiammatorio in continua crescita, riuscire ad attenuare questo tipo di processo porta ad eliminare il dolore e ad evitare altre complicazioni quali
3″>1069″>cervicobrachialgie,
3″>5053”>nevralgie del cranio e i disturbi circolatori.

Fiori di Bach: rimedi della terza età

L’invecchiamento produce cambiamenti neurobiologici nei sistemi legati alla patogenesi della depressione, con la conseguente riduzione delle concentrazioni cerebrali di noradrenalina, serotonina e dopamina e incremento delle Mono-Ammino-Ossidasi (MAO).
Ma la sua presenza si evidenzia quando si verifica un deterioramento dopo uno stress fisiologico o acuto.

La depressione nella terza età è un’affezione sottovalutata, visto che tristezza, inibizione, preoccupazione, autostima bassa, ecc. vengono considerati caratteristiche proprie degli anziani, che di solito hanno acquistato una peggiore visione di sé, del loro contesto sociale, del loro futuro.
La limitazione dei movimenti, la lentezza psico-motoria, il conseguente senso di inutilità, la mancanza di concentrazione, la perdita graduale della vista, l’ipoacusia, la diminuzione delle attività fisiche, sociali, e ricreative, l’impoverimento economico, la bassa qualità di vita, il deterioramento cognitivo, la vedovanza e la separazione fisica dai figli, sono causa di stress nella terza età.

Le emozioni, agendo attraverso il cervello, possono colpire il funzionamento del sistema nervoso, i livelli ormonali e le risposte immunologiche, aumentando la vulnerabilità di una persona alle malattie organiche.
Naturalmente, l’effetto di una malattia cronica, come può essere una deformità ossea prodotta dall’artrosi avanzata, è irreversibile, ma, attraverso le essenze floreali, si può trovare uno stimolo a reagire al male, un sollievo dalla sofferenza, nella misura in cui si può ristabilire l’equilibrio psicologico ed emotivo, fino a sentire che la vita acquista un nuovo e più profondo significato, che arrivare alla vecchiaia significa diventare una persona matura, consapevole e tante volte saggia, dalle molteplici esperienze di vita e dalla quale gli altri possono apprendere.

Il terapeuta floreale, attraverso un’intervista col paziente, tenta di smascherare le emozioni occulte che sono alla base dello squilibrio che ha scatenato la malattia.
Una buona terapia restituirà al paziente, insieme con la fiducia in se stesso, la fiducia nella vita, rendendogli integralmente tutte le possibilità di essere felice. Invecchiare può diventare una bella esperienza, per alcuni un lento tramonto, per altri una maniera di arrivare alla saggezza.

Un tuffo nel mare della Sardegna: curarsi nella vasca da bagno

Fin dai tempi storici dell’epoca romana le terme e le terapie naturali venivano utilizzate dalla popolazione. Secondo le statistiche attuali l’85% della popolazione adulta italiana nutre interesse verso trattamenti non farmacologici in grado di migliorare il nostro vivere quotidiano. Quale opportunità migliore quindi dell’utilizzo di trattamenti che sfruttano le proprietà di diversi tipi di “terapie naturali”?

La “dieta mediterranea” è un modello esportato in tutto il mondo ma in realtà anche l’intero ecosistema mediterraneo offre un prezioso contributo per il nostro benessere.

La Sardegna viene considerata una vera e propria oasi ecologica, si presta quindi facilmente a questa benefica sinergia con il vantaggio che, essendo anche noi parte integrante di questo ecosistema, non dovremmo andare incontro al rischio di non tollerare i principi attivi forniti dalla natura che ci circonda.

La natura sarda ci aiuta a migliorare il benessere e la qualità della nostra vita fornendoci tre metodi naturali racchiusi in una utile busta di sali da bagno che ci permette di usufruire dei benefici della talassoterapia, aromaterapia e fitoterapia contemporaneamente.

Parliamo dei metodi di cura cosiddetti “sistemi globali” che sfruttano le proprietà della talassoterapia e contemporaneamente dell’aromaterapia e della fitoterapia, attraverso un sapiente accostamento dei sali contenuti nell’acqua del mare e dei principi attivi naturali presenti nelle piante che vivono in Sardegna, che vanta circa 2300 specie erbacee.

“Sarda Natura”, presente sul mercato con prodotti naturali globali, permette di coniugare l’azione locale (topica) dei sali da bagno con un’azione a livello generale(sistemico) mediante l’utilizzo di capsule contenenti principi attivi naturali che permettono di estendere a tutto l’organismo, e di far perdurare nel tempo, i benefici del trattamento.

Ecco il suggerimento di pensare in modo nuovo, ma prendendo esempio dagli antichi, al proprio benessere ed alla propria qualità della vita. I tre metodi completamente naturali agiranno sia sulla nostra pelle che sul nostro corpo in maniera efficace e benefica aiutandoci ad alleviare lo stress psico-fisico di tutti i giorni.

Glossario per Artrosi – Enciclopedia medica Sanihelp.it

 – Artrosi
 – Coxartrosi
 – Gonartrosi

Farmaci

 – AIRTAL*40CPR RIV 100MG
 – AIRTAL*OS 30BUST 100MG
 – ALGIX*20CPR RIV 60MG AL/AL
 – ALGIX*20CPR RIV 90MG AL/AL
 – ALGIX*5CPR RIV 120MG AL/AL
 – ALGIX*7CPR RIV 30MG
 – ALKET*28CPS 200MG RP
 – ARCOXIA*20CPR RIV 60MG AL/AL
 – ARCOXIA*20CPR RIV 90MG AL/AL
 – ARCOXIA*28CPR RIV 30MG AL/AL
 – ARCOXIA*5CPR RIV 120MG AL/AL
 – ARCOXIA*5CPR RIV 90MG AL/AL
 – ARCOXIA*7CPR RIV 30MG AL/AL
 – ARDBEG*OS POLV AD 30BUST 80MG
 – ARTAXAN*30CPR RIV 1G
 – ARTAXAN*OS GRAT 30BUST 1G
 – ARTILOG*20CPS 200MG AL/PVC TRA
 – ARTROSILENE*10SUPP 160MG
 – ARTROSILENE*20CPS 320MG RP
 – ARTROSILENE*6F 2ML 160MG/2ML
 – ARTROTEC*10CPR 75MG+200MCG
 – ARTROTEC*30CPR 50MG+200MCG
 – ARTROTEC*30CPR 75MG+200MCG
 – ARTZ*INIET 1F 25MG 2,5ML
 – ARTZ*INIET 1SIR 25MG 2,5ML
 – ARTZ*INIET 5SIR 25MG 2,5ML
 – BAIFENAC*GRAT 20BUST 50MG
 – BREXIN*10SUPP 20MG
 – BREXIN*20BUST GRAT 20MG
 – BREXIN*30CPR DIV 20MG

Tag cloud – Riepilogo dei sintomi frequenti

dolore all’anca
anestesia
dolore agli arti inferiori
dolore agli arti superiori
gonfiore di una articolazione
blocco delle articolazioni
dolori alle articolazioni
irrigidimento delle articolazioni
limitazione dei movimenti dell’articolazioni
tumefazioni dell’articolazioni
artralgie
artrite
difficoltà ad aprire la bocca
dolore alla bocca
dolore al braccio
brachialgia
sensazione di bruciore
sensazione di caldo e freddo
difficoltà a camminare
capogiro
gonfiore della caviglia
cefalea
cervicale
cervicalgia
repulsione per il cibo
claudicatio
claudicazione
male al collo
colpo della strega
coxalgia
cruralgia
sensazione di indurimento della cute
disturbi della deambulazione
deformazione
deformità
dismorfismo
diminuzione della sensibilità al dolore
insensibilità al dolore
emicrania
mancanza di equilibrio
perdita dell’equilibrio
dolore al fianco
alterazione della forma
formicolii
dolore alla gamba
formicolio alla gamba
dolore alle gambe
dolore al ginocchio
dolori alle giunture
gonalgia
bruciore alla lingua
dolore alla lingua
lombaggine
lombalgia
dolore lombare
lombosciatalgia
malformazione
mancamento
dolore alla mandibola
schiocco all’apertura della mandibola
disturbi della masticazione
dolore durante la masticazione
nausea
dolore all’orecchio
otalgia
parestesie
sensazione di indurimento della pelle
sensazione di pizzicore
podagra
gonfiore al polso
rachialgia
sensazione di ragnatela sul viso
sbandamento
blocco della schiena
dolore alla schiena
sciatalgia
sciatica
disturbi della sensibilità
sensazione di puntura di spilli
colpo della strega
giramento di testa
male di testa
vertigini
voltastomaco
sensazione di vomito
zoppicamento

Video Salute

Ultime news

Gallery

Lo sapevate che...