Sanihelp.it – In Italia circa 1 cittadino su 6 ha una displipidemia da lieve a moderata, cioè alterazioni nella quantità di grassi nel sangue, in particolare trigliceridi e colesterolo.
Il 40% di loro, pari a 4,6 milioni di adulti, non ne è consapevole e non viene quindi trattato, con il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari che richiedano trattamenti farmacologici.
Alle dislipidemie e ai più efficaci strumenti per tenerle sotto controllo è stata dedicata una conferenza stampa a Milano, realizzata con il supporto di NAMED Group.
«La correlazione tra dislipidemie e patologie cerebro-cardiovascolari è stata scoperta ormai da diversi anni – ha affermato Claudio Cricelli, Presidente SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) durante l’evento – e da allora i medici hanno assunto consapevolezza dell’importanza di trattare anche il fattore di rischio lieve, che su alcuni pazienti può avere conseguenze gravi, come infarto del miocardio e aterosclerosi. Ipercolesterolemia e aumento dei trigliceridi sono condizioni asintomatiche e possono essere individuate solo attraverso esami del sangue, prescritti o come controlli di routine, o per familiarità. Un’arma contro il loro sviluppo è l’attenzione agli stili di vita: non fumare, nutrirsi in modo corretto e praticare attività fisica permettono di ridurne sensibilmente le possibilità di comparsa, che sono maggiori con l’aumento dell’età»
«Le linee guida nazionali e internazionali (quali ad esempio, le ESC/EAS 2019) suggeriscono l’importanza di ridurre la colesterolemia anche nelle forme di dislipidemia lievi, con il mantenimento di un’alimentazione varia ed equilibrata e un corretto stile di vita e l’associazione, se necessario, di specifici integratori alimentari – ha anche sottolineato Arrigo Cicero, Presidente della Società Italiana di Nutraceutica (SINut) –. Questi prodotti si sono rivelati utili nei soggetti che presentino livelli non ottimali di trigliceridi e colesterolo nel sangue e un rischio cardiovascolare non elevato, poiché permettono di mantenere i normali livelli di colesterolo e trigliceridi. Gli studi clinici dedicati sono numerosi e sottolineano principalmente l’utilità di molecole come la monacolina k, che si ottiene dalla fermentazione del riso rosso, e la berberina, che viene estratta direttamente dalle piante. Altre componenti con effetti positivi sui grassi nel sangue sono i fitosteroli, presenti in olii e frutti a guscio, il bergamotto e gli estratti di carciofo».
«In Italia sono 10 milioni i pazienti affetti da ipercolesterolemia – ha spiegato Francesco Natale, cardiologo –. Oggi le lipoproteine LDL, la forma ‘cattiva’ di questo grasso, sono considerate una causa della malattia aterosclerotica, non più solo un fattore di rischio. Questo cambio di paradigma, avvenuto negli ultimi anni, permette di considerare il nutraceutico un alleato importante per il trattamento delle persone con dislipidemie lievi e moderate. Le ultime linee guida della Società Italiana di Cardiologia suggeriscono, per chi presenta colesterolemia lieve e moderata, un miglioramento dello stile di vita e l’introduzione di prodotti a base di sostanze di origine naturale. Lo studio pubblicato su ‘FFHD (Functional Foods in Health and Disease)’ è frutto di una collaborazione tra lo specialista e il medico di medicina generale: si tratta di una sinergia fondamentale per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, che permette di raggiungere rapidamente il target di trattamento, con un migliore risultato di prevenzione. Il trattamento long-term a base di nutraceutici, come tutti i trattamenti a lunga durata, presenta un grosso ostacolo: l’aderenza al protocollo. Per questo, la collaborazione stabilita con il medico di famiglia, che ha un rapporto privilegiato con l’assistito, è una delle armi più efficaci».