Sanihelp.it – Mangiare pasta fa bene all’umore: a dirlo numerosi studi nutrizionali.
Dagli anni Sessanta ad oggi, infatti, una vasta letteratura scientifica tra cui tre studi pubblicati sulla rivista The Lancet Public Health, hanno confermato che la pasta, ricca di triptofano e vitamine del gruppo B, è alleata del buonumore a livello nutrizionale.
»I carboidrati sono delle molecole fatte di zucchero, quindi lo zucchero assunto dal nostro intestino e arrivato al cervello determina questa sensazione di benessere – afferma il prof. Piretta, nutrizionista gastroenterologo e docente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma – Nel tratto intestinale ci sono dei recettori del gusto che agiscono anche sul sistema nervoso centrale attraverso dei meccanismi ormonali e neuro-ormonali che ci danno una memoria dell’assunzione dello zucchero. Quando si mangiano carboidrati quindi si stimolano le endorfine che trasmettono una sensazione di benessere. Infine, i carboidrati complessi come la pasta, assicurano un apporto sufficiente di triptofano, l’aminoacido precursore della serotonina, che regola l’umore. E le vitamine del gruppo B, presenti in quantità maggiore nella pasta integrale, implicano il rilassamento muscolare; soprattutto la B1, fondamentale per il sistema nervoso centrale, stimola la produzione di serotonina».
Esiste, però, anche un meccanismo emozionale e neurofisiologico alla base del benessere psicofisico che si prova mangiando un piatto di pasta: a chiarirlo e a misurarlo scientificamente uno studio italiano, del Behavior & Brain Lab della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, realizzato per i pastai italiani di Unione Italiana Food.
Secondo questo studio mangiare pasta provoca una vera e propria esplosione di felicità, pari o addirittura superiore all’emozione suscitata dalla propria canzone preferita o da un gol della Nazionale di Calcio .
È la prima volta che la ricerca scientifica indaga la sfera emotivo gratificatoria per capire come, quanto e perché si è felici quando si mangia un piatto di pasta.
Gli studiosi sono andati a vedere cosa si accende nel cervello quando si assapora una buona forchettata di spaghetti.
Per farlo, i ricercatori hanno utilizzato le metodologie neuroscientifiche e del brain tracking simili a quelli che servono per la macchina della verità (l’analisi delle espressioni del volto, delle attivazioni cerebrali legate alle emozioni, della variazione del battito cardiaco e della microsudorazione) su un campione di 40 soggetti (20 donne e 20 uomini) di età compresa tra i 25 e i 55 anni, tutti privi di allergie o intolleranze alimentari.
Lo studio ha così individuato il tipo di reazione emotiva e il relativo grado di coinvolgimento dell’assaggio di un piatto di pasta, in comparazione ad alcune attività preferite come ascoltare musica, guardare le olimpiadi, una partita di calcio o tennis.
Lo studio ha evidenziato che mangiare pasta provoca uno stato emotivo-cognitivo positivo con dei risultati uguali, se non addirittura superiori, rispetto a quelli registrati con musica e sport.
I quattro parametri di analisi esaminati ha rivelato che l’esperienza emotiva vissuta durante la degustazione della pasta preferita è pari a quella generata dalla rievocazione di ricordi felici, soprattutto legati alla famiglia.
»Attraverso questo studio la scienza si è messa al servizio delle emozioni per certificare che pasta e felicità sono una cosa sola – ha affermato Vincenzo Russo, Professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing dell’Università IULM, Fondatore e Coordinatore del Centro di Ricerca di Neuromarketing Behavior & Brain Lab IULM.- I risultati ci dicono che sono proprio i momenti in cui mangiamo la pasta quelli che ci attivano maggiormente a livello emotivo. È, quindi, l’atto vero e proprio di assaggiare e assaporare il piatto nel suo pieno sapore a stimolare le memorie e le emozioni più positive. Questa attivazione cognitiva ed emotiva determinata dall’assaggio della pasta è così forte, piacevole e coinvolgente da persistere anche nei momenti successivi all’aver mangiato».
Indagando le abitudini di consumo dei partecipanti al test, alla domanda quando mangi la pasta?, la risposta che ha generato un punteggio più alto è quando mi sento felice con 4,54 su una scala Lickert da 1 a 6.
Il suo consumo, in particolare, è legato a momenti di condivisione familiare (5,10) e amicizia (5,07).
Inoltre, la maggioranza del campione (40%) identifica come comfort food proprio la pasta. Interrogati sulle tre parole da associare alla pasta, subito dopo i riferimenti specifici al gusto e all’identità (»Italia», »buona») l’unica emozione immediatamente associata è la felicità.
E alla domanda quanto ti rende felice mangiare la pasta?, il 76% degli utenti ha risposto "molto".