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Con un grammo in meno di sale…

Sanihelp.it – Ogni giorno in Italia si consumano mediamente 9,5 g di sale a testa: le linee guida raccomandano di consumarne 5.


Proprio in merito al consumo medio procapite di sale si è espresso Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC), in occasione dell’apertura del congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC), in svolgimento in questi giorni.

Il professor Indolfi ha commentato, infatti, lo studio condotto in Cina presso la Queen Mary University of London, pubblicato sulla rivista BMJ Nutrition Prevention & Health.

Questo lavoro di ricerca ha evidenziato che una piccola riduzione nel consumo di sale può aiutare a prevenire malattie cardiache e ictus potenzialmente fatali.

«Il sale è una parte importante della nostra dieta –  ha spiegato  Indolfi – Questo minerale si trova naturalmente in alcuni alimenti e in grandi quantità nei cibi trasformati. La sua assunzione è importante per molte ragioni, incluso il fatto che aiuta a bilanciare i livelli di liquidi nel corpo. Ma l’organismo richiede appena una piccola quantità di sodio per condurre gli impulsi nervosi, contrarre e rilassare i muscoli e mantenere il corretto equilibrio di acqua e minerali».

«L’eccessivo consumo di sale, in generale, è associato all’ipertensione e all’aumento dei fattori di rischio cardiovascolari che a loro volta portano ad aterosclerosi, malattie cardiache e ictus – sottolinea Indolfi – I cittadini cinesi consumano circa 11 grammi di sale al giorno, mentre in Italia il consumo medio è stimato in 9,5 grammi negli uomini e 7,2 grammi nelle donne, mentre l’assunzione massima raccomandata dalle linee guida della Società Europea di Cardiologia è di 5 grammi al giorno, l’equivalente di un cucchiaino di sale».

Lo studio cinese ha evidenziato che riducendo l’assunzione di sale anche di un solo grammo al giorno si possono abbassare i livelli della pressione arteriosa sistolica in media di circa 1,2 mmHg. S


e tale riduzione fosse poi mantenuta, secondo i calcoli dei ricercatori, entro il 2030 in Cina si potrebbero evitare circa 9 milioni di ictus e infarti, 4 milioni dei quali risulterebbero fatali.

Se la restrizione si riuscisse a mantenere fino al 2040, si potrebbero evitare fino a 13  milioni di casi di infarto e ictus.

Gli studiosi hanno calcolato anche che se si raggiungesse l’obiettivo dell’OMS di abbassare il consumo di sale di 3,2 grammi al giorno entro il 2025, con questa riduzione si potrebbero prevenire circa 14 milioni di casi di ictus e di malattie cardiache.

Gli autori dello studio, da ultimo, hanno preso in considerazione uno scenario ancora più ambizioso: una riduzione del consumo di sale giornaliero di ben 6 grammi, che porterebbe a una diminuzione della pressione sanguigna sistolica media di più di 7 mmHg.

Se questa riduzione fosse mantenuta fino al 2030 in Cina, si potrebbero prevenire fino a 17 milioni di casi di malattie cardiache e di ictus evitando 8 milioni di decessi.

Per questo commenta Indolfi: «Basta anche un solo grammo di sale in meno al giorno, rispetto ai circa 10 grammi consumati in media dagli italiani, per trarre grandi benefici e salvaguardare la salute del cuore- e conclude- Per questo le evidenze suggerite da questo studio, se applicate alla vita reale, potrebbero rivelarsi determinanti sul fronte della prevenzione di eventi cardiovascolari e decessi evitabili».

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