Sanihelp.it – Lo studio recentemente pubblicato sulla rivista eClinicalMedicine ha coinvolto pazienti con diagnosi di nefrolitiasi (calcoli) di calcio-ossalato rivoltisi per le cure all'Unità di Nefrologia dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, tra il 2009 e il 2017 ed è andato a valutare gli effetti dell’assunzione di 60 mL di succo di limone fresco, due volte al giorno in aggiunta alla dieta povera di proteine animali e di sale che viene raccomandata a tutti i pazienti affetti da calcolosi.
I calcoli renali sono dei piccoli sassolini fatti di elementi abitualmente presenti nelle urine, i cosiddetti sali urinari.
In condizioni particolari questi possono precipitare e formare cristalli, che aggregandosi si depositano nelle vie urinarie.
Il loro viaggio di solito parte dal rene fino ad arrivare all’uretra, da cui vengono espulsi mediante la pipì.
In condizioni fisiologiche, il nostro organismo utilizza sostanze come il citrato e il magnesio per impedire la precipitazione e l’aggregazione dei cristalli con la successiva formazione del calcolo.
La calcolosi renale, o nefrolitiasi, si forma quando nelle urine aumenta la concentrazione di alcuni sali quali calcio, acido urico, ossalato (chiamati per questo motivo sali litogeni), con conseguente sviluppo di cristalli urinari.
L’unione di più cristalli porta poi alla nascita del calcolo vero e proprio.
Questo disturbo interessa quasi il 10% della popolazione italiana.
Purtroppo, l’incidenza negli ultimi dieci anni è in crescita, forse a causa del maggior consumo con la dieta di proteine animali e di sale.
Per evitare che si formino calcoli renali, è molto importante assumere una adeguata quantità di acqua, in modo tale da mantenere le urine sempre chiare.
Ci sono studi che lo confermano: avere un’idratazione giornaliera pari o superiore ai 2 litri limita le recidive, che sono frequenti per questo tipo di patologia.
Un altro consiglio: ridurre sensibilmente il consumo di sale e di proteine animali, come carne, pesce e uova.
Contrariamente a quello che si pensava fino a qualche anno fa, la dieta deve essere a normale contenuto di calcio, quindi non bisogna bandire alimenti come latte e yogurt.
La carenza di calcio può creare problemi alle ossa, soprattutto se il paziente tende a perdere molto calcio nelle urine. Questo spiega perché, in certi pazienti, calcoli e osteoporosi possono coesistere.
Per eliminare i calcoli si può intervenire chirurgicamente nei casi più gravi oppure si tenta l’approccio farmacologico.
Oltre alla prescrizione di analgesici per curare la sintomatologia dolorosa, il medico decide quale farmaco prescrivere in base alla composizione del calcolo, all’esito di alcuni esami del sangue e delle urine e alla gravità del problema.
Ad esempio, l’Allopurinolo viene utilizzato per via orale per trattare calcoli formati da acido urico. Oppure, si passa agli antibiotici in alcuni casi di calcolosi di Struvite, dal momento che questo tipo di nefrolitiasi è favorita proprio dalla presenza di infezioni urinarie batteriche.
Un’altra terapia farmacologica che previene la formazione di nuovi calcoli renali è quella a base di citrato di potassio.
Come spiega Piero Ruggenenti, responsabile del Dipartimento di Medicina Renale e Direttore dell’Unità di Nefrologia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII: « Il citrato contenuto nel farmaco, venendo eliminato nelle urine, impedisce che i cristalli di ossalato di calcio precipitino, formando poi i calcoli. Purtroppo, però, il citrato di potassio presenta diversi effetti collaterali, che spingono, col passare del tempo, i pazienti ad abbandonare la cura, esponendosi al rischio che si ripresentino nuovi calcoli».
Nello studio condotto presso il Mario Negri è stata valutata l’integrazione con succo di limone fresco come supplemento di citrato in una dieta standard (a ridotto contenuto di proteine animali e di sale) e il suo eventuale effetto protettivo verso la formazione di nuovi calcoli renali in pazienti che ne hanno già sofferto.
Il succo di 3 o 4 limoni, infatti, può fornire una quantità giornaliera di citrato paragonabile a quella che si ottiene somministrando il farmaco.
L’assunzione regolare di succo di limone può essere quindi una valida alternativa al citrato di potassio per prevenire la formazione di calcoli evitandone gli effetti indesiderati.
Come spiega Maria Rosa Caruso, Nefrologa del Papa Giovanni ed esperta di calcolosi renale: « Questo effetto sembrava favorito da una riduzione dell’escrezione urinaria di sodio, effetto che riduceva la concentrazione di sali nelle urine riducendone la precipitazione, e prevenendo quindi da un lato la formazione di nuovi calcoli e dall'altro favorendo la dissoluzione e l’espulsione di quelli già esistenti. Purtroppo, però alcuni pazienti hanno sofferto di disturbi gastrici, provocati dalla protratta assunzione di succo di limone. Probabilmente, questo è stato un motivo che ha portato alcuni pazienti a ridurre o sospendere l’assunzione di succo di limone e di conseguenza a ridurne l’efficacia a lungo termine».