Sanihelp.it – Fritto è buono tutto, anche l’aria: così recita un vecchio proverbio.
A carnevale da nord a sud, c’è abbondanza di dolci fritti, vera delizia per il palato, attentato per la linea.
Si va dalle castagnole tipiche della gastronomia friulana, alla cicerchiata del centro e sud Italia, agli struffoli e le zeppole del napoletano.
La ricetta più allegra e più comune è sicuramente quella delle chiacchiere diffusa in Italia anche se con nomi diversi: in Friuli si chiamano grostoli, in Emilia sfrappole, in Veneto galai, nelle Marche frappe, cenci in Toscana e chiacchiere in Campania: la ricetta è sempre la stessa, ma a seconda della regione si usano il marsala, il vino bianco, l’acquavite o il liquore all’anice.
Oltre a minare la linea i dolci di carnevale sono un vero attentato anche per le tasche degli italiani: un’indagine adoc ha rivelato un aumento nel prezzo dei dolciumi di carnevale in 7 anni del 169%.
La coldiretti ha calcolato che per preparare 1 kg di frappe occorrono 5 €: confrontando questo prezzo con quello della maggior parte dei negozi si nota un aumento del 900% rispetto al costo delle materie prime.
Nonostante questi numeri la coldiretti stima che gli italiani nel periodo di carnevale consumeranno circa 20000 tonnellate fra frittelle, cenci e altre specialità.