Sanihelp.it – Quando la temperatura corporea sale la sensazione di malessere, la debolezza, la nausea aumentano; la febbre, però, è un metodo di difesa dell’organismo umano che innesca tutta una serie di meccanismi volti ad aumentare la temperatura corporea al fine di sfavorire la sopravvivenza di un virus o di un batterio che invece vivono e proliferano ad una temperatura più bassa.
Per questo motivo la febbre non va vissuta come un elemento negativo né nell’adulto e né nel bambino: va contrastata con gli antipiretici solo quando la temperatura supera i 38°.
La febbre generalmente provoca inappetenza, ma non bisogna smettere di alimentarsi: durante un episodio febbrile bisognerebbe ingerire 250-300 calorie in più del solito per garantire il mantenimento del peso corporeo; la febbre, infatti, comporta un aumento del metabolismo con un aumento soprattutto nel metabolismo proteico.
Se la febbre è molto alta, con una sudorazione particolarmente abbondante, anche il bilancio elettrolitico può diventare negativo.
Per questo motivo, in caso di febbre alta sarebbe buona norma fare 5 pasti al giorno, se è possibile non bisognerebbe saltare nemmeno un pasto per non peggiorare il bilancio metabolico negativo, i pasti però devono essere piccoli ovvero piccole porzioni, per non affaticare la digestione, poiché tutte le energie devono essere convogliate nel debellare il virus o il batterio.
Durante l’arco della giornata è bene bere almeno un litro e mezzo di acqua, a piccoli sorsi per non aumentare la sensazione di nausea. L’acqua può essere sostituita e integrata da spremute, tisane e bevande ricche di sali minerali.
Non si dovrebbero consumare più di 30 g di olio extravergine d’oliva per il condimento, si possono usare le spezie liberamente anche per rendere più appetibili le portate.
Sarebbe buona norma non consumare la carne rossa, ma preferire quella bianca più facilmente digeribile, via libera anche al pesce bianco lessato o cotto al vapore e al prosciutto cotto privato del grasso.