Sanihelp.it – Fra la forma fisica e la mente esiste un rapporto davvero stretto e a sostegno di questa tesi intervengono un sempre maggiore numero di studi scientifici.
Uno studio recentemente condotto presso l’università di Adelaide, per esempio, ha evidenziato la stretta connessione fra sovrappeso e malessere psicologico: 260 adulti sono stati suddivisi in 5 gruppi in base al loro indice di massa corporea (IMC) scoprendo che le persone maggiormente in sovrappeso o obese erano più tristi delle persone normopeso e questa loro negatività ne ha pregiudicato la capacità di mettersi a dieta e di riuscire a perdere peso.
Pensare positivo è sicuramente un modo per affrontare le difficoltà e infatti gli autori di questa ricerca hanno anche condotto un piccolo studio pilota su poche donne che per 4 settimane si sono recate regolarmente da uno psicologo per lavorare su sentimenti come l’autostima, la gratitudine e la felicità.
Dopo 12 settimane 34 di queste donne avevano perso peso sebbene le sedute a cui si erano sottoposte in nessun modo avessero toccato l’argomento dimagrimento.
Certo non si può perdere peso se si assumono 3000 calorie al giorno e non si fa nessun tipo di attività fisica, ma il risvolto psicologico della questione ha un’enorme importanza.
Un altro studio pubblicato sulla rivista Appetite ha anche evidenziato come il ricorso al comfort food in momenti di forte stress non è un atteggiamento da condannare in assoluto, basta che non diventi un’abitudine poiché il comfort food può costituire una risorsa per affrontare un momento difficile.
Lo studio ha infatti sottolineato come il ricorso a un biscotto o un cioccolatino, riesce ad abbassare il tasso di stress e permette di affrontare il momentaneo forte disagio con uno slancio maggiore e una migliore risoluzione; tale osservazione non si è rivelata vera, però, per le persone depresse.
è bene riflettere, infine, sull’evidenza emersa da un altro studio pubblicato sulla rivista Obesity Research ovvero come a parità di dieta e attività sportiva un quarantenne di oggi ha il 10% di probabilità in più di ingrassare rispetto a chi è stato quarantenne negli anni ’70.
Questa disparità è imputabile principalmente, almeno secondo questo studio, al forte inquinamento atmosferico e alla sempre minore quantità di sonno per notte.