Sanihelp.it – Il lockdown a inizio pandemia ha colto tutti di sorpresa e ha inciso profondamente sulle abitudini alimentari, come sempre più studi confermano.
Uno degli ultimi, in ordine temporale, ha riguardato le abitudini alimentari messe in campo durante uno dei primi lockdown messi in atto in Italia.
Un gruppo di ricerca coordinato dal professor Paolo Spinella, direttore della Scuola di Specializzazione in Scienza dell'alimentazione dell'Universit à di Padova, ha svolto un'indagine su come sia cambiata la dieta della popolazione di Vo', il primo comune a diventare completamente rosso a inizio pandemia.
Per farlo gli studiosi hanno inviato per posta un questionario anonimo su base volontaria, composto da 78 domande e rivolto alle persone con più di 18 anni.
Su 2800 questionari spediti, ne sono stati restituiti circa 600.
Chi ha deciso di rispondere ha fornito delucidazioni in merito ad abitudini alimentari prima del lockdown, sulle modifiche di queste abitudini, e stili di vita prima, durante e dopo i mesi di chiusura.
Il 41% delle persone che hanno risposto hanno un’età compresa fra i 56 e i 75 anni.
Dall’analisi dei dati è emerso che pur non essendo stati riscontrati grandissimi cambiamenti nelle abitudini qualcosa è cambiato.
Questa mancanza di grandi cambiamenti conferma come ad una certa età, si tenda a mantenere le proprie abitudini, oramai consolidate, indipendentemente da quelli che sono gli stimoli esterni.
Più nello specifico, però, gli studiosi hanno notato che i più giovani hanno aumentato la tendenza a consumare cibi sani come frutta e verdura, anche se non sono mancate le persone che si sono letteralmente rifugiate nei confort food come i dolci e gli alcolici, soprattutto è stato notato un aumento nei consumi di birra.
In molti hanno cominciato ad usare il burro anziché l’olio d’oliva, forse perché si è cimentato in preparazioni che prima non aveva il tempo di eseguire.