Sanihelp.it – La giornata nazionale del fiocchetto lilla ha l’obiettivo di favorire una riflessione sul tema dei disturbi del comportamento alimentare, per aiutare chi sta lottando contro anoressia, bulimia, obesità e tante e nuove forme di D.C.A (Disturbi del Comportamento Alimentare).
Dedicare una giornata-evento a questo tema significa sensibilizzare l’opinione pubblica, e i ragazzi in particolare, verso queste patologie che utilizzano il corpo come mezzo per comunicare un disagio ben più profondo.
La giornata è stata ideata 11 anni fa da Stefano Tavilla, presidente dell’Associazione Mi nutro di vita, padre di Giulia, una ragazza morta per problemi legati alla bulimia, venuta a mancare mentre era in lista di attesa per entrare in un Centro Specializzato.
Purtroppo non in tutto il territorio nazionale ci sono strutture adeguate: a questo proposito davvero lodevole è il progetto MA.NU.AL del Ministero della Salute, che ha recentemente reso disponibile una piattaforma online, interattiva e aggiornabile in tempo reale, dove sono censiti tutti i centri dedicati alla cura dei DCA.
Si tratta del primo censimento in Italia dei servizi ambulatoriali, residenziali e semi-residenziali appartenenti al Servizio Sanitario Nazionale e dal 2022 coinvolge anche le strutture del privato accreditato.
«Facilitare la richiesta di aiuto e informare sull’assistenza sono gli obiettivi della mappatura dei centri – ha spiegato Roberta Pacifici, responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS – dopo aver censito le strutture del SSN, infatti, l’Istituto ha iniziato a mappare anche i centri del privato accreditato, notando un forte impatto e coinvolgimento su questi disturbi del comportamento alimentare, purtroppo in crescita durante il periodo pandemico».
I DCA, sono purtroppo in continuo aumento come testimoniano i dati disponibili.
Secondo una survey conclusasi a febbraio 2021, basata sull’incrocio di diversi flussi informativi analizzati dal Consorzio interuniversitario CINECA, vi è stato un aumento della patologia di quasi il 40% rispetto al 2019: nel primo semestre 2020 sono stati rilevati nei diversi flussi informativi 230.458 nuovi casi contro i 163.547 del primo semestre 2019.
Il carico assistenziale globale dei nuovi casi e casi in trattamento è stato rilevato nel 2020 nel numero di 2.398.749 pazienti, un dato sottostimato poiché esiste in questa patologia una grande quota di pazienti che non arriva alle cure.
I dati della survey rivelano anche un ulteriore abbassamento dell’età di esordio: il 30% della popolazione ammalata ha meno di 14 anni e una maggiore diffusione nella popolazione maschile (nella fascia tra i 12 e 17 anni comprende il 10%).
Il centro di Todi per i DCA gestisce anche il Numero verde nazionale della Presidenza del Consiglio 800180969 e ha confermato come vi sia stato un aumento di richieste di aiuto che sono raddoppiate nel 2020 e triplicate nel 2021. Sviluppare un DCA comporta depressione, limitazione della vita sociale e lavorativa, compromissione di apparati cardiaco e gastrointestinale, osteoporosi, morte per arresto cardiaco o suicidio.
E i dati SDO [Scheda di Dimissione Ospedaliera, N.d.C.] riferiscono che nel 2021 l’anoressia e la bulimia hanno fatto 3.370 vittime. Mentre il dato di prevalenze è omogeneo in tutto il territorio nazionale , i dati di mortalità sono molto disomogenei, si muore di più nelle regioni dove non ci sono strutture specializzate.
Negli ultimi anni chi lavora nel campo dei disturbi alimentari si è trovato a dover combattere contro un potentissimo fattore di diffusione del disturbo: i social media.
Se prima si parlava di siti o blog pro-ana e pro-mia, che erano più o meno facilmente individuabili, adesso i canali attraverso cui ragazzi e ragazze possono attingere a informazioni riguardo a metodi pericolosi per perdere peso sono moltiplicati a dismisura.
E non solo, sono a portata di tutti app per il conteggio calorico o il dispendio energetico, e anche solo l’utilizzo dei social media ha una influenza sull’autostima.
Il legame tra l’insorgenza e/o il mantenimento di un disturbo alimentare e il tempo passato sui social media, è stato oggetto di diversi studi, dai quali emerge che l'uso problematico dei social media è associato a una diminuzione dell'autostima e della soddisfazione, a un cambiamento dell'immagine corporea e a un aumento di sintomi depressivi, l'interiorizzazione di ideali di magrezza, il monitoraggio del corpo.
Il tempo trascorso sui social media e lo sviluppo di disturbi alimentari appaiono quindi fortemente correlati.